ORGANI COSTITUZIONALI

E

PRINCIPALI DIGNITÀ DELLO STATO



DOGE

L'origine della dogale dignità risale al Duca, elevato probabilmente da un pronunciamento militare a reggere in nome dell'imperatore d'Oriente il governo della veneta provincia, staccatasi dall'Istria. La tradizione lo identifica nell'eracleese Pauluccio, ma c'è chi nega la sua esistenza, identificandolo con l'esarca Paolo di Ravenna e ritiene invece che fosse il duca Orso. Al primo duca succede a reggere la provincia una serie di maestri dei militi, che denota certamente un rafforzamento dell'autorità dell'esarca di Ravenna sulle venete lagune. Ma è un breve interregno dopo il quale, molto probabilmente per reazione locale, viene proclamato doge Diodato, che inizia, senza interruzione, la serie continuata dei Dogi di Venezia. I duchi dopo di lui, tendendo lentamente e progressivamente a rendersi indipendenti da Bisanzio, continuano a succedersi, trasmettendosi i poteri con l'associazione dei successori o per pronunciamenti militari. In tale epoca l'attività politica ed amministrativa è tutta concentrata nella persona del Duca, padrone assoluto, che si appoggia sul preesistente ordinamento tribunizio delle venete lagune. Si possono quasi vedere delle specie di piccole dinastie col succedersi della dogale dignità in alcune famiglie, come nei Maurizi (Galbai), nei Partecipazio, nei Candiani e negli Orseolo. La sede del ducato passa successivamente da Eraclea a Malamocco e da Eraclea a Rialto.

Il primo duca veramente indipendente da Bisanzio può dirsi sia stato Pietro Tradonico, che elevò la provincia della Venezia marittima a ducato indipendente.

Poco dopo la formazione del ducato veneto, all'influenza delle clientele militari sottentra gradualmente quella della concio generalis o arengo, di cui facevano parte tutti i ceti del popolo. Questo mutamento si manifesta prima con la ratifica per acclamazione da parte della concio dell'associazione al ducato, fatta dal Doge Giovanni II Partecipazio in persona del fratello Pietro, poi con la designazione del suo successore in persona di Pietro Candiano dopo la morte del fratello associato, e infine, con l'elezione per acclamazione del doge Pietro Tribuno.

La concio generalis od arengo che comprendeva in teoria tutto il popolo del Dogado, ma che in pratica si riassumeva nel popolo realtino, fu ben presto dominata da potenti famiglie di origine tribunizia e popolare, fatte ricche e potenti col commercio, le quali, chiamate dal Duca a collaborare nell'amministrazione dello Stato, riuscirono gradatamente nei secoli XI e XII a scalzare completamente la sua autorità, sovrapponendosi ad esso e riducendolo


da sovrano assoluto a primo magistrato dello stato. In Senatu senator, in foro civis, in habitu princeps; non altro, come volgarmente dicevasi, che il segno di Taverna del Veneto Stato.

Non poteva infatti rinunziare al Dogado senza permesso, ma poteva essere costretto a farlo, come successe a Francesco Foscari; non poteva cercare di aumentare i suoi poteri; non poteva senza permesso assentarsi da Venezia; non gli era concesso possedere beni o feudi fuori dello stato e per un certo tempo anche fuori del Dogado; esporre la sua arma fuori del palazzo ducale, dove poteva tenerla solo nella così detta sala dello scudo; ricevere personaggi con veste ufficiale senza l'assistenza dei suoi consiglieri; dare risposte agli ambasciatori senza prima averle concordate coi consiglieri o concedere udienze private ad essi nelle sue camere; spedire lettere di stato senza permesso dei consiglieri e aprire quelle che arrivavano senza l'assistenza degli stessi; far eseguire lavori in piazza e nella chiesa di S. Marco; ricevere doni.

Ai suoi famigliari era interdetto pure di ricevere doni, di avere speciali preminenze, di ricevere benefici ecclesiastici, di votare e di metter parte nelle dignità o cariche pubbliche ad essi esplicitamente permesse dalle leggi.

Comunque al doge di non comune levatura rimase sempre possibile di esercitare nell'ambito della legge una notevole influenza negli affari di stato. Infatti poteva proporre solo e senza preventive consultazioni qualunque legge in qualunque consiglio e perorare a sostegno delle sue proposte: in tal caso si levava in piedi togliendosi il corno ducale dal capo, mentre tutti i patrizi radunati dovevano pure alzarsi. Presiedeva tutti i consigli ed in suo nome si spedivano tutti gli atti, si proclamavano le leggi, si scrivevano le lettere pubbliche ai sovrani e governi stranieri, agli ambasciatori, ai rettori, ai generali e a tutti gli uffici. Il suo nome figurava sulle monete e sulle bolle ducali. Era tenuto ad invigilare sul buon andamento delle magistrature e ad esigere che amministrassero la giustizia secondo le leggi.

Verso il 1172 l'elezione del Doge è affidata ad 11 elettori, scelti dal Maggior Consiglio allora istituito; mentre la concione popolare si riserba solo il diritto di approvarne o meno la nomina. Nel 1178 il sistema elettorale del Doge viene cambiato: agli 11 elettori se ne sostituiscono 4, che a loro volta devono eleggere 40, che saranno gli elettori del Doge. Fra il 1229 e il 1249 gli elettori da 40 sono portati a 41 per evitare che i voti possano dividersi in due parti uguali.

Tale sistema si trova sino all'anno 1268, in cui fu stabilito il complicato sistema elettorale, che durò, con poche e leggere varianti, fino alla caduta della Repubblica.

Nove di trenta e poi quaranta sono

Poi dodici, poi venti e cinque appresso,

nove, quarantacinque, undici, et messo

dai quarantuno è il sommo duce in trono.

Nel 1328 venne stabilita l'età di trent'anni per tutti i nominati nei collegi elettorali (numeri), attraverso i quali aveva luogo l'elezione; che ci volessero


25 dei 41 elettori favorevoli per la nomina del Doge; che i 41 dovessero essere presieduti da tre eletti nel proprio seno e che i voti fossero estratti dalle urne da un fanciullo detto ballottino ducale.

Nel 1473 venne tolta la possibilità di essere dei quarantuno ai parenti dei concorrenti ed a più di uno per lo stesso casato.

Infine nel 1538 il Consiglio dei X decretò che ciascuno dei 41 dovesse essere approvato a maggioranza in Maggior Consiglio.

La serrata del Maggior Consiglio, avvenuta nel 1297, nulla mutò nella condizione giuridica del Doge.

Si continuò a presentarlo al popolo fino al 1423 con la formula: «Questo è il vostro Doge, se vi piace», e poi con la formula: «Abbiamo eletto Doge il tale dei tali». Dopo eletto, in Chiesa di S. Marco, riceveva lo stendardo di S. Marco, e dopo aver percorso la piazza sul così detto pozzetto, spargendo denaro al popolo, si recava in palazzo ducale, dove il Consigliere più giovane gli imponeva il camauro e il più anziano il corno ducale gioellato. Poi si affacciava alla loggia del Palazzo col diadema in capo per farsi vedere dal popolo.

Il Doge al momento della sua nomina era tenuto di giurare l'osservanza della promissione ducale, che regolava i suoi poteri.

E' interessante la lettura delle promissioni, in cui apparisce la continua e graduale restrizione dei suoi poteri, anche nei più minuti particolari. Esse riguardano non solo la sua persona, ma anche i membri della sua famiglia. La più antica conosciuta è quella di Enrico Dandolo e la tipica, sulla quale si modellarono tutte le altre, quella di Giacomo Tiepolo.

Una magistratura speciale, che sembra abbia avuto origine nel secolo XIII, si occupava di modificarla secondo le necessità del momento alla morte di ogni doge. Erano questi i correttori della promissione ducale, ai quali si aggiunsero nel 1501 gli inquisitori del doge defunto, che dovevano investigare se il doge si fosse attenuto all'osservanza della promissione.

Il solo tentativo di ribellione alle ferree leggi, che limitavano i poteri del doge, è stato quello di Marin Faliero. Il povero doge Lorenzo Celsi, per essersi permesso di far portare nelle cerimonie una specie di piccolo scettro, fu soggetto ad una inchiesta, che finì nel nulla, ma tanto lo addolorò da accelerare la sua fine.

Altre inchieste, per abusi vennero fatte dopo la morte dei dogi Agostino Barbarigo e Leonardo Loredan. Contro le violazioni della promissione, commesse dal doge Giovanni Corner a favore dei figli e del cognato, insorse nel 1625 Renier Zeno, che lo ammonì pubblicamente come capo del Consiglio dei X.

Notevole fu pure nel 1676 la mancata conferma della nomina di Giovanni Sagredo da parte del Maggior Consiglio, per i brogli successi nella elezione.

Se il doge lasciava Venezia per assumere comandi militari, come successe


nei tempi recenti con Francesco Morosini, due dei Consiglieri lo seguivano e lo assistevano nel suo mandato.

Speciali onori aveva la dogaressa, che, veniva incoronata come il marito. Lo sfarzo dell'incoronazione delle dogaresse, portato all'eccesso negli ultimi tempi, determinò la proibizione nel 1643.

Per eccezione venne permessa, nel 1695, quella della dogaressa Elisabetta Querini, moglie del doge Silvestro Valier, che cosi fu l'ultima delle dogaresse incoronate.

Il doge si intitolava nei primi tempi: humilis Dux provinciae Veneciarum divina gratia Venetiae Dux. Dopo la conquista della Dalmazia: Dux Venetiae et Dalmatiae, Dux Veneticorum et Dalmatianorum e poco dopo: Dux Venetiae Dalmatiae Chroatiae. Da Enrico Dandolo si intitola: Dux Venetiae, Dalmatiae et Chroatiae et Dominus quartae partis et dimidiae totius imperii Romani. Nel 1356, regnando Giovanni Dolfin, sparisce l'ultima parte dell'intitolazione riguardante il dominio sull'Impero d'Oriente. Dalla corte di Bisanzio i primi dogi ebbero i titoli onorifici di: imperialis ypathus, dux ac spatarius Veneticorum, imperialis patricius archispatus imperialis protosevastos o protosebaste. Del titolo di spatario rimase il ricordo nello spadone, che veniva portato da un patrizio nel corteo del doge,

II titolo che prevalse fu in seguito quello di Serenità e di Serenissimo, che durò fino alla caduta della Repubblica. A che fosse ridotto il potere del doge lo dimostra chiaramente la piccola attività personale a lui concessa relativa a iuspatronati sulla chiesa di S. Marco e su altre chiese ad essa annesse, su monasteri e ospedali, ai cavalieri di S. Marco ecc., come apparisce dall'Inventario della cancelleria inferiore di sua spettanza.

Cronologia dei Dogi della Repubblica di Venezia: Pauluccio (697-717), Marcello (717-726), Orso 726-737), Diodato (742-745), Galla Gaulo (755-756), Domenico Monegario (756-764), Maurizio Galbaio (764-787), Giovanni Galbaio (787-804), Obelerio Beato (804-810), Agnello Partecipazio (810-827), Giustiniano Partecipazio (827-829), Giovanni Partecipazio (829-837), Pietro Tradonico (837-861), Orso I Partecipazio (864-881), Giovanni II Partecipazio (881-887), Pietro I Candiano (887), Pietro Tribuno (882-912), Orso II Partecipazio (912-932), Pietro II Candiano (932-939), Pietro Partecipazio (932-942), Pietro III Candiano (942-959), Pietro IV Candiano (959-976), Pietro I Orseolo (976-978), Vitale Candiano (978-979), Tribuno Memmo (979-991), Pietro II Orseolo (991-1008), Ottone Orseolo (1008-1026), Pietro Cendranico (1026-1032), Domenico Flabanico (1032-1042), Domenico Contarini (1043-1070), Domenico Selvo (1070-1084), Vitale Falier (1084-1096), Vitale I Michiel (1096-1102), Ordelaffo Falier (1102-1116), Domenico Michiel (1117-1129), Pietro Polani (1130-1148), Domenico Morosini (1148-1156), Vitale II Michiel (1156-1172), Sebastiano Ziani (1172-1178), Orio Mastropiero (1178-1192), Enrico Dandolo (1192-1229), Pietro Ziani (1205-1229), Jacopo Tiepolo (1229-1249), Marino Morosini (1249-1253), Rainieri Zeno (1253-1268), Lorenzo Tiepolo (1288-1275), Jacopo Contarini (1275-1280),


 Giovanni Dandolo (1280-1289), Pietro Gradenigo (1289-1311), Marino Zorzi (1311-1312), Giovanni Soranzo (1312-1328), Francesco Dandolo (1329-1339), Bartolomeo Gradenigo (1339-1342), Andrea Dandolo (1343-1354), Marino Faliero (1354-1355), Giovanni Gradenigo (1355-1356), Giovanni Dolfin (1356-1361), Lorenzo Celsi (1361-1365), Marco Corner (1305-1368), Andrea Contarini (1368-1382), Michele Morosini (1382), Antonio Veniero (1382-1400), Michele Steno (1400-1413), Tommaso Mocenigo (1414-1423), Francesco Foscari (1123-1157), Pasquale Malipiero (1457-1462), Cristoforo Moro (1462-1471), Nicolò Tron (1471-1473), Nicolò Marcello (1473-1474), Pietro Mocenigo (1474-1476), Andrea Vendramin (1476-1478), Giovanni Mocenigo (1478-1485), Marco Barbarigo (1485-1486), Agostino Barbarigo (1486-1501), Leonardo Loredan {1501-1521), Francesco Grimani (1521-1523), Andrea Gritti (1523-1538), Pietro Lando (1539-1545), Francesco Donato (1545-1553), Marcantonio Trevisan (1553-1554), Francesco Veniero (1554-1556), Lorenzo Priuli (1556-1559), Girolamo Priuli (1559-1567), Pietro Loredan (1567-1570), Alvise Mocenigo (1570-1577), Sebastiano Venier (1577-1578), Nicolò Da Ponte (1578-1585), Pasquale Cicogna (1585-1595), Marino Grimani (1595-1605), Leonardo Donato (1606-1612), Marcantonio Memmo (1612-1615), Giovanni Bembo (1615-1618), Nicolò Donato (1618), Antonio Priuli (1618-1623), Francesco Contarini (1623-1024), Giovanni Corner Molin (1640-1655), Carlo Contarini (1655-1656), Francesco Corner (1656), Bertucci (1625-1629), Nicolò Contarini (1630-1631), Francesco Erizzo (1631-1646), Francesco Valier (1656-l658), Giovanni Pesaro (1058-1059), Domenico Contarini (1659-1675), Nicolò Sagredo (1675-1676), Luigi Contarini (1676-1684), Marcantonio Giustiniani (1684-1688), Francesco Morosini (1688-1694), Silvestro Valier (1694-1700), Alvise Mocenigo (1700-1709), Giovanni Corner (1709-1722), Alvise Mocenigo (1722-1732), Carlo Ruzzini (1732-1735), Alvise Pisani (1735-1741), Pietro Grimani (1741-1752), Francesco Loredan (1752-1762), Marco Foscarini (1762-1763), Alvise Mocenigo (1763-1778), Paolo Renier (1770-1789), Lodovico Manin (1789-1797).

Promissioni Ducali stampate dei Dogi Alvise Mocenigo (1700), Carlo Ruzzini (1732), Pietro Grimani (1741), Francesco Loredan (1752), Alvise Mocenigo (1763), Lodovico Manin (1789), 6; Ducali (1598-1797), 31; Atti dei Dogi da Marino Grimani a Lodovico Manin (1595-1797), 78; Lettere per regalie ducali (1783-1788), 1; Corte nobile (elenco), servi del Doge, banchetti pubblici, regalie ducali (1774-1796), 1; Veglia 29; Carte relative a dignità alle dogaresse, alle giurisdizioni ducali, ai funerali, nascite matrimoni e Gastaldo grande di S. Nicolò, Cappellano Regio, 1; Lettere del Doge a pubblici rappresentanti per l'esecuzione di sentenze giudiziarie (1478-1485, 1507-1598), 46; Gastaldi ducali e Cancelleria Inferiore (elenco unito), 1: Capitani e guardiani delle prigioni-Comandatori (elenco) - Visite all'Arsenal, Artiglieria, e Collegio alle acque, 1; Elezioni di cariche (1718-1797), 1; Palazzo Ducale-Processi, 4; Chiesa di S. Marco. 23; Chiese annesse alla Chiesa di S. Marco, 2; Monasteri, 4; Ospitali e luoghi pii, 3; Cà di Dio, 26; Chiese e luoghi pii di iuspatronato ducale (S. Marco, le Vergini, S. Giacomo di Rialto, S. Zuanne, S. Filippo e Giacomo. S. Maria in Broglio, Cà di Dio) (1556-1629), 1; Chiesa di S. Gallo, 1; Monastero di S. Giulia di Brescia, 1; Lettere dei Rettori circa i patrimoni dei preti, 1; Scritture in causa (1719-1796), 2; Lettere trasmesse per esame ai Cancellieri (1718-1797), 1; Diversorum (1688-1797), 2; Multorum, 1; Riferte dei Comandatori (1691-1711, 1758-1797), 2; Tre Cai e Ongaro, 1; Pergamene (1634-1731), 1.

Complessivamente pezzi 272 dal 1478 al 1797.


(Cfr.: Kohlschutter: Venedig unter P. Orseolo II - 991-1009. Gottingen, 1868.

Brunetti M.: Due Dogi sotto inchiesta: Agostino Barbarigo e Leonardo Loredan, in «Arch.ven.-tridentino», VII, p. 278.

Brunetti M.: Per la riabilitazione di un Doge: Lorenzo Celsi, in «Studi di arte e storia», a cura della direzione del Museo Civico Correr, 1921, I, p. 143.

Cecchetti B.: II doge di Venezia. Venezia, Naratovich, 1864.

Cessi R.: Venezia ducale. Padova, Libreria A. Draghi, vol. I, 1928, vol. II, 1929.

Cessi r.: Pauluccius Dux, in «Arch. ven.-trid.», X, 1926.

Musatti E.: La storia della promissione ducale. Padova, Tipografia del Seminario, 1888.

Brunetti M.: Il doge non è segno di taverna, in « N. A. V. », XXXIII, p. 351.

Lazzarini V.: I titoli dei Dogi di Venezia. Venezia, 1903.

Schmeidler: Der Dux und das Comune Venetiarum von 1151-1229. Muenchen, 1902.

Hain: Der Doge von Venedig seit dem sturze der Orseoler, 1032 bis zum Ermordung Vitale Michiel II, 1172. Koenisberg, 1883.

Lenel: Die Enstehung der Vorherschafl Venedig. Strassburg, 1897.

Claar: Die Entwinklung der Venetianische Verfassung. Muenchen, 1895.

Da mosto A. e Brunetti M.: Il caso di coscienza del Doge Antonio Venier, in «Rivista di Venezia », ottobre 1933.

Lazzarini V.: Marino Faliero - La Congiura. Venezia. Visentini, 1897, in N. A. V. T. XIII.

Molmenti P.: La dogaressa  di Venezia. Seconda edizione riveduta e accresciuta. Torino Napoli, Roux, 1887.

Romanin S.: Storia documentata di Venezia. Venezia, Naratovich, 1853-1861.

Molmenti P.: Sebastiano Veniero dopo la battaglia di Lepanto, in «Nuovo Archivio Veneto », T. XXX, p. 5.

Kretschmayr H.: Geschichte von Venedig, Gotha-Stuttgart, 1905-1934).


MINOR CONSIGLIO

Il Minor Consiglio sorse, non diversamente dal Maggiore, dai «Sapientes», posti dall'aristocrazia rialtina accanto al Doge. E', però, incerto l'anno della sua nascita; probabilmente fra il 1172 e il 1178. I Consiglieri, eletti in Maggior Consiglio in numero di due, diventarono in seguito sei, uno per sestiere. L'eletto non poteva sotto gravi pene rifiutare la carica; durava in ufficio un anno ed era sottoposto ad una contumacia d'altrettanto, portata poi a 16 mesi. Dalla nomina a Consigliere erano esclusi i parenti del Doge e dei suoi figli.

Al Minor Consiglio fin dai primi anni della sua costituzione dovettero essere aggregati i Capi dei Quaranta, chiamati pure in certi casi a compiere le funzioni dei Consiglieri mancanti. Una parte del 1231 prova che, già in quest'anno, l'aggregazione è compiuta e riconosciuta. Consiglieri e Capi di Quaranta insieme formano la Signoria (Dominium). Nel 1437, vennero istituiti i tre consiglieri inferiori, che erano i tre dei sei consiglieri ducali uscenti di carica. Essi non facevano parte del Minor Consiglio, ma rappresentavano la Signoria in seno alla Quarantia Criminale.

Funzione principale del Minor Consiglio era quella di moderare l'autorità del Doge, assisterlo e consigliarlo. Durante la vacanza ducale il governo si restringeva nelle sue mani; curava gli affari in corso e presiedeva alle operazioni per la nomina del nuovo Doge e uno dei Consiglieri, che non fu sempre il più anziano, assumeva le funzioni di Doge (Vice Doge).

Ma ancora più importanti erano la funzione di presiedere insieme al Doge - con cui quasi si confondeva - tutti i consigli della Repubblica ed il diritto d'iniziativa, cioè di mettere parte, riconosciuto dapprima alla maggioranza del Minor Consiglio, poi pure alla minoranza, ai singoli consiglieri ed ai tre Capi di Quaranta. A questi ultimi era, però, fatto obbligo di dare lettura del progetto di parte, in precedenza, a tutto il Minor Consiglio, il quale poteva stabilire una dilazione di tre giorni alla presentazione di esso. Connesso a questo potere, era quello di convocare il Maggior Consiglio quando lo ritenesse opportuno; poteva farlo anche un solo consigliere.

Attendeva all'amministrazione della capitale, vigilando sull'attività dei pubblici ufficiali e curando l'elezione dei nuovi.

Risolveva i conflitti di competenza che fossero sorti tra organi sia amministrativi che giudiziari, e indicava, in caso di dubbio, quale fosse il tribunale competente, prima ancora che il conflitto si manifestasse.

Una limitata competenza in materia finanziaria, la facoltà di disporre del danaro pubblico fino a 10 libbre di oro, fu abolita nel 1441. E alcuni anni dopo, nel 1446, il Minor Consiglio doveva rinunziare all'altra, importantissima, d'interpretare autenticamente le leggi.


PIEN COLLEGIO

Era costume di tutti i corpi governanti della Repubblica, in occasione di affari importanti, creare nel proprio seno od aggiungersi commissioni speciali destinate a studiare o a provvedere agli affari stessi; i loro componenti solevano chiamarsi «Savi» (Sapientes).

Alcune di queste commissioni o giunte (zonte; additiones), sia per la continuità delle circostanze, per provvedere alle quali erano state istituite, sia per altre ragioni, divennero stabili. Tali furono quelle che, aggregate alla Serenissima Signoria, costituirono il Collegio.

Savi Del Consiglio.

I Savi Grandi o Savi del Consiglio dei Pregadi divennero organo stabile intorno al 1380; il loro numero, vario nei primi tempi, rimase in via definitiva fissato a sei. Duravano in carica sei mesi, ma venivano mutati a tre per volta, perché i nuovi fossero dai vecchi istruiti nelle cose del Saviato. Si alternavano nel loro ufficio ogni settimana, ed il Savio in funzione era perciò detto di settimana. Le loro funzioni erano amplissime; dovevano provvedere, come dice una parte del 27 marzo 1396, «omnibus et singulis spectantibus et pertinentibus consilio rogatormn ac dependentibus et connexis ab eis». La qual cosa si esplicava, tanto nell'esecuzione delle deliberazioni dei Pregadi, quanto - ed ancora di più - nella trattazione preventiva degli affari che dovevano decidersi in Senato. A questa altissima carica erano chiamati solo i più considerati e stimati patrizi.

Savi Di Terra Ferma.

Dei Savi di terra ferma ci parla una parte del 1420, e derivarono probabilmente da quei Savi straordinari alla guerra eletti nel 1412. Erano cinque, e venivano eletti in Pregadi, parzialmente, come i Savi Grandi, alla fine di ogni semestre di carica: alternativamente tre e due. Furono aggregati al Senato nel 1432. Per gli incarichi speciali che vennero loro assegnati vedi: Savio alla Scrittura, Savio alle Ordinanze, Savio Cassier. Degli altri due, uno si occupava dei Cerimoniali e l'altro della spedizione dei da mo.

Savi Agli Ordini.

Dei Savi agli ordini si trova traccia certa nel Collegio solo nel 1402. Furono aggregati al Senato nel 1442. Erano cinque e venivano eletti come i Savi di T. F.. Ma non era necessario che facessero parte del Senato, come


una consuetudine aveva fissato per i membri delle altre due mani. Nei primi tempi era affidata ad essi l'attività marinara della Repubblica e la cura delle cose dello Stato da Mar, ma poi il saviato agli ordini diventò una specie di palestra per avviare i giovani patrizi al governo della cosa pubblica. Non avevano voto deliberativo nei consessi.

Le tre mani di Savi, riunite e presiedute dalla Signoria, formavano il Pien Collegio, il quale aveva sue proprie attribuzioni. Anzitutto l'attività preconsultiva dei varii Saviati, oltre che singolarmente, veniva svolta sopratutto in Collegio. Normalmente le parti da proporre in Pregadi erano sottoposte alla discussione preventiva del Collegio. I savi competenti, però, non erano tenuti a seguire il suo parere.

Poteri deliberativi ne aveva pochi: non poteva disporre di somme superiori a 25 ducati; e poteva concedere grazie solo entro questo limite. Più ampie facoltà aveva nei rapporti con la Chiesa, perché era proprio al Pien Collegio deferito l'esame degli atti relativi, coadiuvato in questo geloso incarico dai Consultori in Iure.

Nel campo giudiziario doveva risolvere le controversie, sorte in materia di benefici ecclesiastici e di giuspatronati, quelle in materia di privilegi delle città suddite, e quelle sui dazii e gli appalti di gabelle. Ma queste ultime insieme ad altri organi.

Dava corso alle lettere pubbliche, alle ducali ed ai decreti dello Stato.

Un aumento dell'importanza del Collegio si ebbe, nel 1526, quando gli fu data facoltà, sia pure sotto certe formalità, di non comunicare al Senato atti che ritenesse opportuno tener segreti (comunicate non lette); facoltà, che insieme all'altra di emanare decreti durante le vacanze del Senato (decreti mandantibus sapientibus) e a quella di sospendere l'esecuzione delle parti del Pregadi stesso, con l'obbligo  di giustificarne i motivi nella seduta successiva, fecero del Collegio, specie nel 1700, in certo modo l'arbitro della politica della Repubblica.

Il Collegio riceveva gli ambasciatori degli stati esteri, i nunzi delle città suddite e i vescovi e prelati, sia sudditi per gli affari delle loro diocesi, sia esteri quando venissero a Venezia per ragioni della loro carica.

(Cfr.: Predelli R.: 1l «Liber Communis» detto anche Plegiorum del R. Archivio Generale di Venezia. Regesti. Venezia. Visentini, 1872.

Giomo G.: Lettere  di Collegio, rectius Minor Consiglio: 1308-1310. Regesti, Venezia, Tip, Emiliana, 1910 (estr. da «Misc, di storia veneta della R. Dep. ven. di Storia Patria», Serie 3°, t. I).

Serenissima Signoria - Fisco: Processi (sec. XV-1798), 146 - Lettere (1517), (1554-1557), (1576-1585), 6 - Lettere Terra e Mar (1488), 1 - Lettere Terra (1492), (1521), (1533-1541), (1546), (1548-1797), 162 - Lettere Mar (1492), (1502-1541), (1550-1669),


(1674-1675), 20 - Possessi ecclesiastici (filze) (1560-I562), (1566-1609), 11 - Possessi ecclesiastici (registri) (1570-1583), (1596-1630), 6.

Collegio - Capitolare (sec. XV-XVI), 1 - Capitolare dei Savi (1685), 1 - Cerimoniali, (registri) (1461-1797), 6 - Cerimoniali (filze) (1562-1758), 14 - Formulari e titolarii, 12 - Commissioni (1510-1596), 3 - Costituti (1632-1637), (1648-1662), (1664-1797), 104 - Esposizioni Principi (filze) (1541-1797), 179 - Esposizioni Principi (registri) (1641-1795), 128 - Esposizioni diverse non date in tempo (1501-1796), 5 - Memoriali non letti dei Ministri forestieri (1739-1797), 3 - Franchigie case ambasciatori (1769-1781), 1 - Promemoria e Biglietti di Ministri esteri e di ambasciatori veneti (1702-1796), 2 - Esposizioni Roma (filze) (1567-1797), 63 - Esposizioni Roma (registri) (1567-1794), 56 - Esposizioni Roma (miscellanea) (1579-1722). 8 - Lettere segrete (registri) (1308-1310), (1354-1363), (1375-1377), (1382-1385), (1408-1413), 6 - Lettere segrete (filze) (1436-1666), 60 - Lettere (1521-1533), (1550-1786), 211 - Lettere Principi: Germania (1563-1630), Casa d'Austria (1536-1797), Elettori dell'Impero (1543-1796), Vescovo di Trento (1623-1796), Gran Maestro di Malta (1617-1791), Svezia (1571, 1576-1621), (1637-1792), Moscovia (1580), Transilvania (1567), Moldavia (1670), Valacchia (1560), Giappone (1587), Russia (1655-1796), Ferrara e Modena (1561-1611), Urbino (1515-1627), Granduca di Toscana (1567-1791), Duca di Parma (1570-1731), Mantova (1501-1700), Duchi e Principi d'Italia (1636-1715), Principi d'Orange, Olanda, Stati Generali (1606-1796), Genova, Monaco, Mirandola, Lucca, Correggio, Ragusa (1566-1791), Città e Terre libere (1517-1787), Grigioni (1535-1640), Cantoni Svizzeri, San Gallo, e Leghe Grigie (1646-1795), Principi di Francia e Lorena (1516-1623), Re di Francia (1515-1773), Repubblica Francese (1794-1795), Re e Regina d'Inghilterra (1695-1790), Re e Regina di Spagna (1467-1795), Paesi Bassi e Fiandra (1571-1630), Napoli, Sicilia e Malta (1426-1624), Napoli (1761-1796), Napoli, Portogallo, Sardegna (1716-1785), Portogallo (1777-1795), Duchi di Sassonia e Lorena (1568-1707), Milano (1516-1639), Duchi e Repubbliche (1571-1640), Principi diversi (1605-1645), 54 - Lettere di Cardinali ed altri ecclesiastici (1500-1797), 29 - Mandati di Collegio per disposizione di danaro (1507-1508), 1 - Mandati di Collegio di ritenzione e liberazione di ecclesiastici (1619-1654), 2 - Memoriali presentati dal Rappresentante di Malta (1582-1599), 1 - Notatorio (filze) (1549), (1560-1797), 627 - Notatorio (registri) (1327-1391), (1397-1796), 180 - Copia del notatorio di mano di Marin Sanudo (1291-1442), 1 - Possessi ecclesiastici (1609-1649), 32 - Risposte a brevi licenziati in Collegio (1612-1797), 188 - Atti relativi all'Agente Spedizioniere in Roma (1772-1796), 1 - Secreti (1363-1366), 1 - Suppliche di dentro (1511 e 1563-1797), 311 - Suppliche di fuori (1554-1580), (1587-1797), 219 - Suppliche commesse ai Savi (1627-1797), 70 - Suppliche presentate al Collegio (1630-1797), 187 - Suppliche in Collegio (1729-1740), 4 - Lettere e suppliche al Collegio (1609-1611), 1 - Pergamene (1553-1792), 1 - Miscellanea (secc. XVII-XVIII), 10.


PROCURATORI DI S. MARCO

La dignità di Procuratore di S. Marco era a vita. Essa era la più eminente nella Veneta Repubblica, dopo quella ducale. Veniva concessa, ai patrizi di famiglie cospicue per censo e posizione, che si erano distinti con i servizi prestati nelle ambasciate, nel comando delle armate, nel lungo esercizio delle principali cariche dello Stato.

Pare che un primo Procuratore sia stato nominato dal Doge nel IX secolo, con l'incarico di attendere alla fabbrica e alla custodia della Chiesa di San Marco. Nel 1231, se ne aggiunse un altro e venne deferita la nomina al Maggior Consiglio. Nel 1259, se ne aggiunse un terzo, nel 1261, un quarto, nel 1319, altri due e nel 1442, infine vennero portati a nove.

Nel 1269, fu delegata ai Procuratori la tutela dei pupilli e dei mentecatti, la soprintendenza all'esecuzione dei testamenti e alla tutela e recupero dei beni ereditari da essi amministrati.

Al principio del sec. XIV, i Procuratori vennero divisi in tre Procuratie. La prima, detta de supra, attendeva all'amministrazione della Basilica di S. Marco; la seconda, detta de citra, attendeva alle tutele, commissarie e testamenti dei sestieri di S. Marco, Castello e Cannaregio; la terza, detta de ultra, alle tutele, commissarie e testamenti dei sestieri di Dorsoduro, San Polo e S. Croce.

Perché meglio potessero attendere ai loro compiti venne stabilito nel 1305 che non potessero prendere parte ai Consigli senza un decreto del Maggior Consiglio. Nel 1388 venne stabilito che solo un Procuratore per Procuratia potesse essere chiamato a sostenere pubblici uffici. Nel 1442 si stabilì che dovessero risiedere in pubbliche case nella Piazza di S. Marco. Nel 1444 vennero esonerati dall'obbligo di intervenire alle sedute del Maggior Consiglio, purché non si fosse trattato di discutere decreti concernenti le Procuratie. Nel 1453 vennero dichiarati senatori perpetui con diritto al voto. Nel 1523 venne stabilito che nelle riunioni del Maggior Consiglio tre Procuratori per turno occupassero con arsenalotti armati la loggetta per garantire la sicurezza del Corpo Sovrano. Nel 1569 venne ammesso che i Procuratori potessero assumere la carica di Savio Grande del Consiglio in ragione di due per Procuratia. Poi venne loro concesso di assumere anche altre cariche. Venivano mandati all'estero solo come ambasciatori straordinari a teste coronate.

Dal 1516 in poi, in più occasioni, per sopperire ai bisogni dello Stato venne concessa questa dignità a patrizi senza meriti speciali e con la sola oblazione di ingenti somme di denaro, che variarono secondo i tempi da


12.000 a 100.000 ducati. Questi Procuratori, che avevano gli stessi diritti degli altri, erano in soprannumero e non avevano successione. In certe epoche arrivarono, con quelli per merito, al numero di quaranta.

Procuratia De Supra

L'Archivio comprende 216 registri e 200 buste, rispettivamente distribuiti nel modo seguente:

Registri: Di amministrazione (1486-1797), 94 - Amministrazioni concentrate (1656-1794), 3 - Regolamenti ecclesiastici e amministrativi: cerimoniali (1614-1758), capitolare (1258-1653), Scuola del Sacramento (1737-1828), appuntature di cappella (1770-1793), 8 - Libri corali, 17 - Atti della Procuratia (1517-1797), 37 - Costituti per obbligazioni (1610-1797) o a garanzia di affittanze (1691-1796), 13 - Affittanze (1517-1796), 19 - Lettere (1584-1797), 10 - Istrumenti (1515-1744), 9 - Mandati, licenze ed intimazioni (1688-1797), 6.

Buste: Discipline (1258-1797), 3 - Rubricari degli atti della Procuratia (1517-1692), 1 - Decreti (1689-1797), 22 - Possessi (1284-1717), entrate e spese (1452-1676), acquisti (1306-1711), livelli (1585-1710), proprietà di osterie in Venezia (1319-1712), proprietà su beccherie, pescherie, botteghe, ecc. (1315-1789), diritti vari, come dazio sul sale, bosco del Montello, luminarie di S. Marco, ecc. (1318-1716), 9 - Affittanze (1320-1796), 6 - Vendite (1519-1765), 2 - Ricupera di beni venduti (1343-1757), 3 - Investita ed affrancazione capitali e livelli (1207-1796), 3 -Fiera dell'Ascensione: 4 - Gravezze pubbliche e privilegi (1320-1730), 1 - Cause con la Giustizia Vecchia, con l'Ufficio dei Procuratori, con il Consiglio dei X, con altri magistrati, con famiglie private, con debitori, con le arti dei Pistori e dei Marseri, con i Gastaldi della Procuratia, con gli inservienti, ecc, (1269-1791), 9 - Costruzioni e restauri: della Chiesa di S. Geminiano (1557-1630), di S. Basso (1484-1678), di S. Giovanni di Rialto (1488-1552), dell'Orologio di piazza (1495-1685), delle Procuratie nuove (1574-1686), di stabili in Venezia (1559-1509), di beni in Bergamasca (1557-1663), 2 - Titoli riferibili all'amministrazione (1712-1797), 1 - Onori, ed oneri del Doge (1473-1688), tre Procuratie unite (1320-1697), inventari della Procuratia (1735-1794), 1 - Libreria pubblica (1362-1785), 1 - Cariche ed impiegati della Procuratia (1231-1798), 6 - Atti e decreti sulla direzione degli oggetti di culto (1386-1803), 2 - Restauri della Chiesa di S. Marco e del Palazzo Ducale (1389-1780), 2 - Tesoro (1265-1730), sacrestia (1519-1791), sacre reliquie della chiesa di S. Marco e di altre chiese di Venezia e Dogado (1472-1703), 6 - Cariche ed impiegati della Chiesa (1209-1790), 8 - Mansionerie e legati (1491-1768), 1 - Commissarie (1264-1791), 13 - Ospedali (di Gesù Cristo, della Cà di Dio, ecc.) (1418-1791), 3 - Iuspatronati (di S. Giacomo di Pontida, S. Pietro d'Arbe, S. Filippo e Giacomo e S. Felice di Ammiana, S. Pietro di Campiglia, S. Maria di Nanto, S. Maria del Broglio, S. Maria di Canedo di Pola, S. Domenieo  di Guardazzola, S. Andrea di Pontecchio, S. Bartolomeo di Frasconella, S. Fantin, Madonna della Salute di Venezia, S. Girolamo di Padova, ecc.) (1089-1793), 44 - Seminario (1531-1797), 10 - Amministrazioni ecclesiastiche concentrate nel Seminario (S. Maria e Santa Croce di Corvarese, S. Michele di Quartarezza, S. Maria di Montebelluna, S. Lorenzo di Conselve, S. Lorenzo di Mestre, S. Stefano e S. Margherita di Bagnoli, S. Giovanni del Bosco, S. Michele di Torre, S. Maria, di Offenengo, S. Giustina di Pernumia, S. Martino di


Cazzago, S. Agata di Martinengo) (1047-1796), 21 - Corporazioni religiose soppresse: Crociferi: S. Maria di Venezia (1537-1672 ), S.Luca di Verona (1473-1686), S. Maria Maddalena di Padova (1656), S. Maria di Soave (1556-1768). - Agostiniani: S. Pietro di Polesella (1656-1657), S. Giovanni Battista di Venzone (1656-1661), S. Salvatore di Venezia (1639), S. Maria della Mora a Gabbiano (1656), S. Nicola da Pellegrino a Bergamo (1656).- Servi: S. Maria di Zogno (1656-1674), S. Giorgio di Soave (1510-1680), S. Rocco e Pasiano di Brescia (1656), S. Valentino di Verona (1656), S. Sebastiano di Cornedo (1656), S. Maria di Coniolo in Brescia (1656-1737). - Carmelitani: S. Egidio di Montebello (1635-1656), S. Maria di Monselice (1656), S. Stefano di Monselice (1656), S. Maria del Pilastro di Este (1656), S. Maria del Pilastrello di Este (1650), S. Maria di Borgo Rosara di Este (1656), S. Maria della Disciplina di Vicenza (1656-1662), S. Quirico di Salò (1656), S. Maria d'Arciliano di Vicenza (1656), S. Martino e Giovanni in Borgo Barbarano (1656). - Gerolomitani: S. Giovanni del Tempio di Rovigo (1537-1723), S. Andrea di Adria (1656-1661), S. Rocco di Lendinara (1656-1657), S. Maria Maddalena di Brescia (1656). - Gesuati: S. Stefano di Braganza di Este (1656). - Minori Osservanti: S. Maria delle Careri a Montagnana (1690-1696), S. Maria di Fontana in Adria (1535-1675), S. Maria Maddalena di Villalta (1656-1666), S. .Francesco di Valdemarin di Ceneda (1656-1667), S. Donato di Bassano (1656-1661), S. Antonio di Costoza (16556-1684), S. Antonio d i Marostica (1656-1672), S. Francesco della Fratta a Rovigo (1656-1666), S. Francesco di Cologna (1637-1663), S. Maria degli Angeli di Saiano (1656), S. Maria di Campagna nel Veronese (1656), S. Antonio dal Fuoco di Verona (1656). - Domenicani: S. Maria di Montesanto di Soave (1566-1644), S. Giovanni Battista di Portogruaro (1656). - Benedettini: S. Giorgio in Braida (1671- 1673), S. Giacomo di Monselice (1669-1671). - Canonici Regolari: S. Spirito di Venezia (1660-1767), 16.

Cfr. A. S. V.: Indice 63-II 1.                                    Complessivamente pezzi 416.

Procuratie De Citra e De Ultra

De Citra: Capitolare, commissarie, testamenti (1200-1764), ducali, terminazioni (1516-1797), mixtorum, bergamine, acquisti, vendite, affittanze, mansionerie, francazioni di capitali, processi, registri di amninistrazione, catatisti ed inventari, ecc.

Cfr.: A. S. V.: Indice 1-II.

De Ultra: Capitolari, commissarie, bergamine (1030-1680), bergamine in greco, testamenti (1200-1797), notatorio (1526-1797), costituti, proclami, lettere, vendite, acquisti, affittanze, processi, quaderni di amministrazione, catastici, inventari ed indici, ecc.

Cfr.: A. S. V.: Indici 2 a-II e 2 b-II.              Complessivamente pezzi all'incirca 300.

Procuratie De Supra, De Ultra e De Citra

Commissarie: De Supra, 102; De Citra, 321; De Ultra, 233; Misti (De Supra, De Citra, De Ultra), 322; Quaderni di cassa ed altri registri, 101; Fraterna Prigioni, 31.

Cfr.: A. S. V. : Indice 172-II.                     Complessivamente pezzi 1110.


CAVALIERI DI SAN MARCO

La Veneta Repubblica aveva un solo ordine cavalleresco, quello di S. Marco. Non si sa bene quando fosse istituito. Certo, già nel secolo XV, veniva concesso dal veneto governo.

Ai patrizi e ai personaggi di maggior importanza era conferito dal Senato o dal Maggior Consiglio e alle persone di minor riguardo dal Doge.

L'insegna conferita dal Doge consisteva in una croce biforcata alle estremità di smalto azzurro orlato d'oro con nel centro il leone di S. Marco in maestà e veniva portato al collo con una catenina d'oro veneziana (manin) con fermagli lavorati. Invece quella che veniva conferita dal Maggior Consiglio o dal Senato consisteva spesso, oltre che nella croce, in una ricca collana con medaglia, che aveva nel dritto il leone alato e nel rovescio un'iscrizione ricordo. Le collane più ricche erano del valore di più migliaia di ducati.

I patrizi veneti quando vestivano la toga non potevano fregiarsi delle insegne, ed invece di queste usavano portare la stola della toga ordinaria filettata d'oro o la stola della toga di cerimonia di stoffa d'oro. Da questo uso venne la denominazione per i cavalieri patrizi di cavalieri della stola d'oro.

Non sempre la stola d'oro indicava, nei patrizi l'ordine di S. Marco, perché la portavano anche come insegna del cavalierato avuto da principi e sovrani stranieri nelle ambasciate e riconosciuto dal veneto governo al loro ritorno in patria.

(Cfr.: Bratti R.: I cavalieri di S. Marco. Venezia, Visentini, 1898 (estr. dal «N.A.V.», XVI, II).

Privilegi (1551-1678).                                                                   Pezzi 2

Cfr.: A. S.V.: Indice 124-I.

Vedi anche per le nomine dei Cavalieri di S. Marco le Serie del Senato Terra e Mar.


MAGGIOR CONSIGLIO

Anche se la critica storica ha posto in dubbio la tradizione che il Maggior Consiglio sia sorto nel 1172, è tuttavia certa la sua derivazione dal «consilium sapientum» (di «sapientes» si parla già nel 1141), organo del «comune Veneciarum», posto accanto al Doge a frenarne la potenza.

I membri del nuovo organo venivano nominati da tre elettori. Come e da chi questi, a lor volta, venissero eletti non si può dire con precisione. Ma è logico ritenere, che, se non proprio dallo stesso Maggior Consiglio, essi venissero designati dalla «concio», in seno alla quale, in definitiva, a dominare erano sempre le stesse famiglie rialtine, che avevano i loro rappresentanti nel Maggior Consiglio. Già, quindi, appena all'inizio o poco dopo (quanto è stato detto risulta dalla legge 1207) l'aristocrazia veneziana si è assicurata direttamente o indirettamente, il controllo della formazione del nuovo organo. Nè le magistrature che «ex officio» entravano a far parte del Maggior Consiglio potevano - sotto questo rispetto - turbarne la composizione, poiché quelle, come fu osservato, o venivano elette proprio dai sapientes, o sotto l'influenza di questi. La procedura elettorale subisce delle modifiche nel 1230: in quest'anno si trovano sette elettori in carica dall'uno all'altro S. Michele, e tre elettori che esercitavano il loro ufficio dal 29 marzo al 29 settembre. E' ignota la ragione della distinzione. Né d'altra parte il numero degli elettori fu sempre fisso, anche a non voler credere che non sia mai stato fissato. Ma di fronte alla scissura, manifestatasi in seno all'aristocrazia, fra conservatori e innovatori nel corso del secolo XIII, che minacciava di aprire, col trionfo di questi, le porte del Maggior Consiglio alla gente nuova, si volle assicurare, anche di diritto, ad un cerchio ristretto di famiglie l'ingresso nel corpo sovrano. Ma la cosa non si ottenne facilmente e senza lotta.

Sotto Giovanni Dandolo, il 5 ottobre 1286, i Capi della Quarantia proposero che avessero diritto di entrare nel Maggior Consiglio solo coloro che avessero avuto in esso un ascendente paterno e che tutti gli altri per esservi ammessi dovessero venire approvati dal Doge e dai Consigli Maggiore e Minore. La proposta allora non riuscì a passare. Nemmeno esito felice ebbe un'altra, meno radicale, del 17 ottobre successivo, che voleva sottoposta la elezione dei membri all'approvazione della maggioranza del Maggior Consiglio. Eletto Doge Pietro Gradenigo, divenuto il capo del partito conservatore, fu di nuovo presentata, il 6 marzo 1296, la proposta del 5 ottobre 1286: cadde anche questa volta, ma meno clamorosamente. Soltanto il 28 febbraio


1297 m. v.) la riforma veniva approvata. Si dette incarico alla Quarantia di compilare un elenco di coloro che, negli ultimi quattro anni, avevano appartenuto al Maggior Consiglio. Questi avevano diritto di far parte dell'assemblea sovrana, a condizione di esser ballottati ogni anno in Quarantia e di ottenere almeno dodici voti. Non si escludeva, tuttavia, la possibilità di elezione di membri nuovi, giacché veniva data facoltà al Maggior Consiglio di eleggere tre elettori, i quali, a loro volta, potevano proporre nuovi candidati, da essere sottoposti come gli altri alla ballottazione in Quarantia. Infine era riconosciuto il diritto a colori che, pur avendo appartenuto al Maggior Consiglio gli anni precedenti, avevano perduto la carica per essere usciti da Venezia, di essere riammessi previa la solita ballottazione nella Quarantia. Ma l'ingresso degli uomini nuovi fu reso sempre più difficile con norme successive (1307-1316).

Il 19 luglio 1315, lo stesso Maggior Consiglio ordinava la istituzione di un libro in cui dovevano essere iscritti tutti coloro che, compiuti i diciotto anni, avessero diritto di entrare in Consiglio. Il libro era tenuto dalla Quarantia.

Nel 1319 si affidò agli Avogadori di Comun un'inchiesta sulla validità dei titoli degli iscritti; si abolirono i tre elettori e si stabilì che, dopo due anni, tutti coloro, a cui quel Magistrato aveva riconosciuto il diritto, secondo le precedenti leggi, potessero senz'altro, toccati i venticinque anni, essere membri del Maggior Consiglio. Solo con questa norma il Maggior Consiglio diventava un'assemblea ereditaria. Si ordinò pure che tra coloro, i quali potevano entrare per legge, trenta ogni anno fossero ammessi a venti anni, mediante sorteggio da eseguirsi il giorno di S. Barbara (grazia della Barbarella). Vennero poi stabilite altre norme per garantire la legittimità dei natali e la purezza del sangue escludendo i nati da donne di vile condizione. Nel 1498, si stabilì che non venissero ammessi i nobili che avessero intrapresa la carriera ecclesiastica. Finalmente, il 31 agosto 1506 e il 26 aprile 1526, si istituirono i libri così detti delle nascile e dei matrimoni (libri d'oro), nei quali gli Avogadori di Comun inscrivevano le attestazioni delle nascite e dei matrimoni dei membri dell'aristocrazia per facilitare l'accertamento dello stato personale di chi voleva conservare la prerogativa di membro del Maggior Consiglio.

Dopo la Serrata, l'accesso a questo supremo corpo venne accordato in più occasioni a varie famiglie per speciali benemerenze verso lo Stato, con l'intento di rinsanguare l'erario o di sostituire le famiglie che si estinguevano (vedi Avogaria di Comun). Il Maggior Consiglio abdicò alla sua lunga sovranità, con decreto 12 maggio 1797, che dichiarava sciolto il governo aristocratico.

Il Maggior Consiglio si atteggiò sin dalle origini come l'organo supremo della Veneta Repubblica e svuotò di contenuto l'antica «concio», che aveva già perduto ogni importanza, prima ancora che, nel 1423, venisse formalmente soppressa.


I1 potere legislativo e quello esecutivo (per usare la terminologia moderna) gli sono riconosciuti senza contraddizione. Ma trasformata la sua composizione con la Serrata, e divenuto non più un'assemblea dei più capaci, ma un corpo a cui si accedeva per privilegio di nascita, dovette delegare temporaneamente o perpetuamente le sue competenze ad altri organi più ristretti e più adatti alla funzione di governo, e principalmente al Senato. Nei riguardi del potere legislativo restò sempre al Maggior Consiglio la suprema autorità, e - in fondo - le leggi più importati fino alla caduta della Repubblica vennero discusse o quanto meno riapprovate in Maggior Consiglio. Ma, a parte questo, il corpo che effettivamente divenne il legislatore veneziano fu il Senato.

Al Maggior Consiglio, in ultima analisi, restò attribuita quella che i Veneziani chiamavano giustizia distributiva o la distributiva senz'altro, cioè il potere di concedere grazie e di eleggere gli ufficiali della Repubblica. I1 principio relativo si fissò con coerente chiarezza nel corso del quattro e cinquecento, in cui Senato e Maggior Consiglio, di accordo, in base ad esso, divisero le proprie competenze.

ELENCO DELLE MAGISTRATURE ELETTE IN MAGGIOR CONSIGLIO

Senato, Quarantia, Consiglio dei Dieci, Cancellier Grande, Correttori della Promissione Ducale, Inquisitori al Doge defunto, Degani ottuagenari in vita, Consiglieri, Procuratori di S. .Marco de Supra, de Citra, de Ultra, Avogadori di Comun, Censori, al loco dei Procuratori sopra i atti dei sopra Gastaldi, Governatori delle Entrate, Provveditori al sal, Provveditori alle biave, Patroni all'Arsenal, Provveditori di Comun, Camerlenghi di Comun, Provveditori sopra Camere, Officiali alle Rason Nove, Officiali alle Rason Vecchie, Officiali al Cattaver, Collegio dei Dieci Savi sopra le Decime in Rialto, Provveditori sopra conti, Provveditori sopra dazi, Provveditori al cottimo di Alessandria, Provveditori al cottimo di Damasco, Provveditori al cottimo di Londra, Provveditori alla Sanità, Officiali alle Cazude, Provveditori alle pompe, Esecutori alle acque, Provveditori sopra banchi, Auditori novi, Auditori novissimi, Auditori vecchi, Officiali di notte al criminal, Officiali di notte al Civil, Provveditori sopra gli uffici, Officiali al sopra Gastaldo, Giudici di petizion, Giudici del proprio, Giudici del procurator, Giudici dell'eaaminador, Giudici del forestier, Giudici del mobile, Giudici del piovego, Sindici giudici estraordinari, Sopraconsoli, Consoli dei mercanti, Officiali alla giustizia vecchia, Provveditori alla giustizia nuova, Provveditori alle legna, Officiali al dazio del vin, Avvocati ai Consigli, Avvocati a Rialto, Avvocati per le corti, Avvocati ai prigioni, Officiali al formento a S. Marco, Officiali


al formento a Rialto, Masseri della Zecca dell'oro, Masseri della Zecca dell'argento, Pagadori alla Camera dell'armamento, Officiali alla tavola dell'intrada, Officiali alla tavola dell'insidia, Officiali alla doana da mar, Officiali all'estraordinario, Officiali alla ternaria vecchia, Officiali alla ternaria nuova, Officiali alla messettaria, Vicedomini alla tana, Officiali alle beccarie, Provveditori alla pace, Vicedomini al fondaco dei Tedeschi, Esattori ai governatori delle entrate, Esattori alle rason nove, Sopracomili, Provveditor d'Armata, Capitano in golfo, Governator dei condannati, Bailo di Costantinopoli.

Tutti i Capitani, Podestà, Provveditori, Camerlenghi, cioè tutti gli organi locali ad eccezione di quei pochi eletti in Senato (vedi Senato),

Quest'elenco è tratto dall'ultimo registro del Segretario alle voci, e rappresenta la situazione qual'era allo spirar della Repubblica. Numerose altre cariche però aveva elette il Maggior Consiglio nei suoi secoli di vita in varie circostanze e per varia durata. Se ne dà qui un elenco il più possibile completo ma non definitivo.

Appuntadore per gli Uffici di Rialto, Appuntadore per gli uffici di San Marco, Avogadori fiscali, Savi per i Consigli (Sapientes pro consiliis), Savi in Rialto, Officiali sopra dazi a S. Marco e a Rialto, Savi sulle correzioni delle successioni, Savi sopra i banditi della camera dei Cinque di pace, Nobili sopra la regolazione del Palazzo, Super sala Maioris Consilii, Sopra il Lido, sopra il Lido di Pellestrina, Correttori delle leggi, Capi di sestiere, Provveditori sopra gli offici e le cose del Regno di Cipro, Officiali ai Dieci offici, Officiali alle Camere degli imprestiti, Provveditori sopra le vettovaglie, Officialis super frumento Rivoalti, Deputatus in Terra Nova, Esattori dell'ufficio dei tre Savi a Rialto, Provisores super ornamentis, Sindici sopra dazi, Sopra levante, Sopra sale e Rialto, Sopra Rialto, Officiali sopra le ragioni del Comun, Officiali sopra le ragioni di dentro, Officiali sopra le ragioni di fuori e del levante, Savi sopra le provvisioni della terra, Super grassa, Visdomini dei lombardi, Visdomini della tavola del mar.

Esattori dell'officio dei sopra offici, Sopra vendite ed esazioni dei debiti di case, Officiali sopra il foglio e getto dell'oro, Stimatori dell'oro, Officiali al getto del rame, Massari della moneta, Pesatori dell'argento in Rialto, Officiali al Canevo, Capitano delle Galee di Beiruth, Capitano delle Galee di Alessandria, Capitano delle galee di Barbaria, Capitano delle galee di Fiandra, Capitano delle galee di Armenia e Romania bassa, Capitano delle galee di diversi viaggi (Candia, Modone, Corone e Corfù), Capitano delle galee del traffico, Capitano della galea di Cipro, Capitano delle galee di Creta, Capitano delle galee bastarde, Capitano delle galeazze, Capitano generale da mar, Capitano delle fuste del golfo, Capitano del galeone e delle navi armate, Capitano delle Isole del Quarnero, Capitano della Riviera di Istria, Capitano della Riviera della Marca, Capitano dell'Armata, Capitano delle quattro galee, Capitano delle quindici galee, Capitano delle galee e navi, Capitano delle quattro galee del golfo, Capitano della galea del golfo, Governatori delle triremi, Governatore della quinquiremi, Provveditori delle


biremi del Lago di Garda, Patron del barzotto, Patroni delle due coche, Camerlenghi sopra l'Armata, Provveditori della Flotta, Sopracomiti delle due galee da armarsi, Capitano delle galee di Acque Morte, Savi per la tutela dei patroni e capi di navigli.

Deliberazioni1 1232-1793 (in registri), 51; Deliberazioni: 1507-1797 (in filza), 97;

(Cfr.: R. Accademia Dei Lincei. Commissione per gli Atti delle Assemblee costituzionali: Deliberazioni del Maggior Consiglio di Venezia, voll. 2° (1931) e 3° (1934), per cura di Roberto Cessi, Bologna, Zanichelli (Questi volumi contengono le deliberazioni dei libri Comune, Luna, Zanetta e Pilosus).

Raccolta delle leggi statutarie estratte dai libri del Maggior Consiglio (Leges Maioris Consilii), 1232-1745, 41; Leggi del Maggior Consiglio, 1244-1645, 1666-1739, 8; Libro d'oro vecchio (deliberazioni relative al Maggior Consiglio), secc. XIII-XVII, 1; Idem idem, secc. XIII-XVII (copia 1), 1; Libro d'oro (deliberazioni del Maggior Consiglio), 1232-1747, 19; Libro Roano (deliberazioni del Maggior Consiglio, del Senato e del Consiglio dei Dieci relative al Senato), 1259-1740, 17; Libro Verde, 1252-1742, 5; Libro d'Oro Nuovo, 1599-1657, 1; Iscrizione dei Patrizi per l'ammissione al Maggior Consiglio, 1652-1772, 1; Indice di deliberazioni tratte dai libri del Maggior Consiglio e del Senato, 1; Indici dei libri Roano, Verde e d'Oro, 8; Rubrica di tutte le parti componenti il libro d'Oro, 4; Indice repertorio generale delle leggi contenute nei libri d'Oro, Roano e Verde, 4, Indice generale di tutte le leggi statutarie e modo di usarlo per invenire ogni legge in qualunque proposito, 1; Miscellanea di indici e di minute, 12.

Complessivamente pezzi 272.


SENATO

Due motivi, secondo la maggioranza degli storici, spinsero la Repubblica Veneta alla creazione del Senato. L'affermarsi continuo in seno ad essa del partito aristocratico e le aumentate necessità di governo in un dominio che si estendeva senza posa. Se così è, non occorre andar cercando derivazioni e addentellati dell'organo nuovo in un preesistente consiglio del Doge. Il nuovo organismo ebbe ben altra vitalità e diverse funzioni.

I cronisti più antichi indicano il 1229 come data di nascita del Senato. Per quanto non sia illogico anticipare la data - come alcuni fanno -, la tradizione può apparire assicurata e rafforzata da alcuni fatti; ad esempio, dalla mancanza di menzione dei Rogati in una legge del 1207 e nella promissione del Tiepolo del 1229.

Al momento della sua costituzione, il Consiglio dei Pregadi o Rogati (il nome di Senato venne in uso alla fine del secolo XIV per influenze umanistiche) fu composto di sessanta membri elettivi ed annuali. Ma la consuetudine del governo veneziano di delegare a speciali commissioni la trattazione di determinati affari politici od economici portò ad un aumento del numero dei Senatori. Infatti da una di tali commissioni sorse la Zonta. Composta dapprima di venti membri (17 novembre 1363) si accrebbe a quaranta ai tempi di Michiel Steno (21 maggio 1413) e a sessanta sotto il dogado di Francesco Foscari (1450). Rinnovata con speciale decreto di anno in anno divenne ordinaria e perpetua il 29 settembre 1506.

I sessanta e la Zonta erano dunque i membri elettivi del Senato. Ma concorrevano a formarlo numerosi altri magistrati della Repubblica, ex officio, per ragione della carica che ricoprivano, o che avevano già ricoperta.

Anzi tutto il Doge ed i suoi Consiglieri, superiori ed inferiori, anche dopo usciti di carica; per intero la Quarantia, fusasi addirittura col Senato insensibilmente, sì da formare con questo, come appare dalla parte 21 dicembre 1324, unum corpus et unum consilium, e il Consiglio dei Dieci (definitivamente nel 1321).

Le funzioni giudiziarie e legislative del Senato giustificano l'ingresso accordato agli Avogadori di Comun (2 luglio 1293); quelle economiche, invece, danno ragione dell'uguale facoltà accordata agli Ufficiali al Cattaver (26 gennaio 1281), ai Provveditori di Comun (28 febbraio 1312), ai Provveditori alle Biave (6 luglio 1365), agli Officiales Officiorum Rationum, cioè gli Ufficiali alle Rason Vecchie e Nuove, ai Provveditori sopra Camere ed ai Provveditori sopra Uffici (tutti il 29 maggio 1410); ai Provveditori al Sal


(6 giugno 1428), ai Governatori delle Entrate (3 agosto 1433), ai Savi sopra i Procuratori (1° dicembre 1452), ai Procuratori di San Marco (17 febbraio 1454), ai Camerlenghi di Comun (1° ottobre 1454), ai Tre Savi in Rialto (7 gennaio 1472), ai Savi sopra le decime (15 novembre 1477), agli Ufficiali alle Cazude (26 gennaio 1481), ai Cassieri del Collegio (9 gennaio 1484), ai Provveditori sopra gli atti dei Gastaldi (11 novembre 1484), ai Provveditori al Polesine (24 novembre 1486), ai Provveditori alla Doana da Mar (6 dicembre 1487), ai Provveditori alla Camera degli Imprestiti (16 luglio 1489), ai Provveditori sopra dazi (4 maggio 1501), ai Provveditori sopra banchi (12 giugno 1524), ai Savi sopra la revisione dei conti (22 marzo 1528), agli Ufficiali alla Camera degli imprestiti (22 luglio 1557).

Per essere al Senato affidata la direzione della navigazione e dei commerci, vi partecipavano i Sopraconsoli (fino al 1319), gli officiali de navigantibus per i brevi periodi di tempo (1324-'25, 1331-'38, 1361-'63) nei quali furono in vita, i Cinque Savi alla Mercanzia (19 febbraio 1515), i Provveditori sopra i cottimi (18 gennaio 1521), i Savi e gli Esecutori alle acque (30 dicembre 1530 e 18 gennaio 1531), i Provveditori agli Uffici e cose del Regno di Cipro (24 settembre 1531).

Le attribuzioni, poi, in materia militare giustificano l'aggregazione dei Patroni all'Arsenal (19 luglio 1444), dei Provveditori alle legne (20 maggio 1460), dei Provveditori all'Arsenal (26 gennaio 1516), dei Provveditori sopra l'Armar (1° marzo 1519), e quelle dei Castellani di Brescia, di San Felice di Verona (14 giugno 1573), della Cappella di Bergamo (7 aprile 1676), dei Provveditori della Suda (27 settembre 1573), di Spinalunga e delle Grabuse, dei Rettori di Vicenza e di Verona e dei Capitani generali da Mar al loro ritorno.

La competenza del Senato come sorvegliante dell'istruzione e della moralità pubblica e la sua veste di organo principale della politica ecclesiastica giustifica un altro gruppo di aggregazioni: quelle dei Provveditori alle Pompe (17 novembre 1476), dei Riformatori dello Studio di Padova (28 agosto 1517), dei Censori (8 ottobre 1524), dei Provveditori sopra Monasteri (31 maggio 1536).

Per la competenza relativa al benessere materiale della città vennero opportunamente aggregati i Provveditori alla Sanità (7 gennaio 1486) e i Provveditori delle vittuaglie (2 agosto 1528).

Avevano, infine, ingresso temporaneo in Senato gli Ambasciatori, dal giorno della nomina a quello della partenza, e, dopo il loro ritorno, fino al successivo San Michele. Venivano così essi informati della politica della Repubblica ed illuminavano il Senato sulle condizioni del paese presso cui avevano esercitato le loro funzioni.

Ragioni estrinseche, invece, giustificarono l'ingresso in Senato dei figli e dei nipoti del Doge che avessero compiuto i trenta anni (11 agosto 1473); il privilegio, esteso ai fratelli, fu ristretto il 19 agosto 1623 ad un solo fratello ed a un solo figlio; in mancanza di questi fu riconosciuto il diritto di


ingresso ad un nipote ex fratre (21 agosto 1722); poi a due (28 maggio 1762); infine ai suoi due figli maggiori (16 aprile 1763).

Natura diversa da queste hanno le aggregazioni di nobili che avessero prestato una certa somma allo Stato, fatte durante la guerra di Cambrai. Qui di aggregazioni può solo parlarsi per intenderci. Se ne ebbero due nel 1510 ed un'altra nel 1525. Ma tornati tempi più tranquilli il provvedimento fu revocato (11 maggio 1531).

I membri del Senato non avevano uguali diritti in seno all'assemblea. A questo riguardo essi possono essere divisi in quattro categorie: quelli che potevano por ballotta (votare) e por parte (fare proposte), quelli che avevano una sola di tali facoltà e quelli che non ne avevano alcuna.

Le attribuzioni del Senato vanno distinte in due gruppi: per autorità propria e per delegazione.

Nel secolo XIII, le prime sono limitate e precise: invigila sul commercio e sulla navigazione; giudica sulle lesioni dei capitolari per parte dei singoli officiali, sulle malversazioni del denaro pubblico, e, prima ancora che fosse costituito il Consiglio dei Dieci, su tradimenti e delitti contro lo Stato.

Assai più interessante è il secondo gruppo di competenze, cioè quello per delegazione. E' appunto, in base a questo, che il Senato diviene l'organo supremo dello Stato o, come fu detto, l'anima della Repubblica. Le numerose delegazioni in materia politica, avvenute durante il corso del secoloXIII finirono col conferire al Senato la suprema autorità in questo campo; e precedenti del potere acquistato in seguito nella materia legislativa ed in quella finanziaria si rintracciano ancora in analoghe deliberazioni di questo secolo e del decimoquarto. Si giuoca a volte sull'equivoco, si tratta spesso di errate interpretazioni, che la consuetudine legittima e consolida.

Nel secolo successivo si affidano al Senato altre importanti materie: la concessione della cittadinanza veneta per privilegio (18 settembre 1323), la redazione delle lettere commendatizie al Pontefice (14 ottobre 1324), la materia delle rappresaglie di stranieri su legni veneti (8 novembre 1327), la guerra (14 novembre 1363), l'ispezione sulle leve armate nei dominii (19 dicembre 1381), i dazi di terra ferma (9 maggio 1389). E l'importanza e l'ampiezza delle sue funzioni si accrescono nei secoli successivi; il contrasto che vi fanno altri organi, specie il Consiglio dei Dieci, è sempre, in fondo, vittoriosamente superato.

Gli si affidò ancora, la sorveglianza suprema sui beni ecclesiastici (24 ottobre 1412), quella (si tratta qui di conferma) sulla circolazione monetaria e sulla zecca (1416), e il 12 dicembre 1427, abolendosi il secondo Consiglio dei Cento gli si attribuì la stessa facoltà che quello aveva in materia finanziaria. Questa parte servì, duttilmente interpretata, ad accentrare nel Senato l'amministrazione finanziaria dello Stato.

Riforme giudiziarie gli furono affidate il 16 ottobre 1429. Più tardi ebbe la cura del Sindacato inquisitoriale sulle provincie di terra ferma (5 ottobre 1432) e quella della difesa di Orzinuovi, Palazzolo e Martinengo (13 febbraio


1435). Gli si affidò in seguito di provvedere al buon funzionamento della Camera degli imprestiti (22 dicembre 1443), la correzione delle leggi criminali (28 novembre 1445) con la facoltà di bandire i criminali dallo Stato (1486), gli appelli dei patroni delle Galee contro i capitani (6 marzo 1446), il diritto esclusivo di tenere rapporti con stranieri (8 febbraio 1447), di provvedere a rocche e castelli in suspicione guerre (16 dicembre 1450), la facoltà di eleggere Provveditori alle fortezze ed alle terre dei domini da mar e di terra ferma; il deliberare in materia di rappresaglie (7 settembre 1456), la materia sanitaria (1° luglio 1466), la cura del denaro pubblico destinato alle biave, all'Arsenale ed all'armamento (11 maggio 1467). Anche se questa ultima attribuzione sul denaro pubblico non ebbe quell'importanza che da qualcuno gli fu assegnata, è pur vero che, nella seconda metà del secolo XIV, il Senato aveva già la massima autorità in tali affari, e «che questa gli dava il primo luogo nella vita politica di.. Venezia». Numerose attribuzioni posteriori a quella parte del 1467 non sono che determinazioni e specificazioni di quella più ampia e generale autorità e possiamo fare a meno di elencarle. Ricorderemo, però, una parte del 30 marzo 1515, che demandò al Senato la sorveglianza sulle acque, materia importantissima per la vita stessa della città e che, solo fino ad un certo punto, rientra nelle competenze di carattere economico. E cade qui in acconcio pure rammentare come al Senato fosse affidata la sorveglianza sulla fraglie degli artigiani e sulle scuole, ad eccezione delle sei scuole grandi sottoposte al Consiglio dei Dieci.

Ma a completare questa succinta esposizione è necessario far conoscere le magistrature, che venivano elette in Senato. Risulterà più esatto anche il quadro che è stato fatto delle sue competenze.

Eleggeva le magistrature straordinarie: provveditori, inquisitori, sopraintendenti, sindici, ecc.

Tra le cariche ordinarie gli spettava la nomina degli ambasciatori e dei residenti, e di alcuni provveditori come quelli della Dalmazia, di Cividale, di Palmanova, di Corfù, Zante, Cefalonia. Eleggeva i savi del Consiglio, agli Ordini, e di Terra ferma, i Revisori e Regolatori delle entrate pubbliche, i Provveditori e Aggiunti sopra danari, i Deputati e Aggiunti alla provvisione del danaro, gli Esecutori delle deliberazioni del Senato, i Revisori e Regolatori dei dazi, il Depositario e i Provveditori in zecca, il Conservatore al deposito, il Depositario del banco giro, i Sopraintendenti alle decime del clero, l'Inquisitore alle appuntature, i Savi e Aggiunti alle acque, i Sopraprovveditori alle biave, i Provveditori sopra i beni comunali, e quelli sopra beni inculti, sopra feudi, sopra monti, sopra le valli del Dogado, sopra gli ori e monete, sopra gli ori e argenti, i 5 Savi alla mercanzia, i Deputati al commercio, i Provveditori alla giustizia nuova, i Sopraprovveditori alla giustizia vecchia, i Provveditori agli oli, e alle beccarie, i Regolatori alle tariffe mercantili, l'Inquisitore alle arti, i Riformatori dello studio di Padova, gli Esecutori contro la bestemmia, il Bibliotecario della biblioteca pubblica, i Provveditori sopra monasteri, i Sopraprovveditori alle pompe, i Savi contro


l'eresia, i Conservatori delle leggi, i Presidenti ed Aggiunti al sommario delle leggi, i Provveditori e Aggiunti alla sanità, quelli sopra gli ospedali, i Deputati ad pias causas, i Provveditori ed Aggiunti all'armar, all'arsenal, alle legne, i Presidenti ed Aggiunti alla Milizia da mar, gli Inquisitori ai ruoli, i Provveditori sopra le artiglierie, sopra le fortezze pubbliche, e sopra le galere dei condannati, gli Inquisitori all'arsenal, i Provveditori sopra privilegi, quelli sopra la Camera dei confini.

Nominava, infine, i professori dell'università di Padova, i segretari propri e del Consiglio dei X, e da esso dipendevano le nomine del Patriarca, dei vescovi e dei prelati dei luoghi sudditi.

(Cfr.: E. Besta: Il Senato Veneziano (origine, costituzione, attribuzioni e riti), in «Miscellanea di Storia Veneta» edita per cura della R. Deputazione di «Storia Patria», Serie 2ª, t. V, 1899.

G. Magnante: Il Consiglio dei Rogati a Venezia dalle origini alla metà del sec. XIV, in «Archivio Veneto», Serie 5ª, vol. I (anno 1927), pp. 70-111.

Giomo G.: I Misti del Senato della Repubblica Veneta: 1293-1331. Venezia, Visentini, 1887.

Cessi: L'«officium de navigantibus» ed i sistemi della pratica commerciale veneziana nel sec. XIV, in N.A.V., XXXII (1916), p. 106-146).

Fino al 1440, le deliberazioni del Senato furono tutte di seguito registrate nei Misti. Si distaccavano soltanto quelle in materia politica che, dal 1401, avevano trovato posto nell'apposita serie dei Secreti.

Dal 1440, accresciutosi lo Stato veneziano, fu necessario dividere la vecchia serie in due altre, quella così detta Terra nella quale venivano ricordate le parti relative allo Stato di terra ferma, e quella Mar in cui si conservavano quelle che interessavano lo Stato da Mar.

Così fino al 1630: da quest'anno anche la serie dei Secreti si distingue in queste altre: Corti contenenti le deliberazioni politiche per i rapporti con le varie potenze europee e Rettori. Due altre serie furono create in materia di relazioni politiche con la Santa Sede: Roma ordinaria (dal 1560) e Roma expulsis papalistis (dal 1674) per le deliberazioni prese in assenza dei membri in vario modo legati alla Sede Pontificia.

A parte pure vennero raccolte le deliberazioni relative ai rapporti con Costantinopoli (dal 1556) e quelle riguardanti le reggenze africane (dal 1784).

Le altre serie di minore importanza non hanno bisogno di spiegazione.

Capitolare, 1260-1534, 1.

Idem, idem (copia), 1.

Comunicate del Consiglio dei X al Senato, 1582-1787, 34.

Commissioni (registri), 1318-1639, 14.

Commissioni (filze), XV-1794, 27.

decreti :

Africane Reggenze (in registri), 1784-1795, 4; Africane Reggenze (in filze), 1784-1796, 13; Decreti del Senato relativi alla squadra veneta nel Mediterraneo, 1780-1785, 1; Conti relativi a spese per le Reggenze Africane, 1759-1787, 1; Arsenal, 1715-1797, 181; Banco Giro (in registri), 1619-1628, 1; Banco Giro (in filze), 1619-1668, 23;


Biave, 1597-1602, 1; Corti (in filze), 1630-1797, 487; Corti (in registri), 1630-1785, 1787, 163; Corti (rubriche), 1631-1713, 1732-1735, 15; Costantinopoli (in registri), 1550-1796, 60; Costantinopoli (in filze), 1558-1797, 95; Delegazioni criminali, 1649-1661, 1; Fortezze, 1593-1599, 1679-1683, 3; Inquisitorato Arsenale, 1732-1796, 21; Inquisitorato sopra l'esazione dei pubblici crediti, 1786-1796, 7; Inquisitorato sui Governatori all'entrate, 1724-1740, 4; Inquisitorato in Terraferma, Dalmazia e Levante, 1744-1774, 12; Mar (in registri), 1440-1796, 247; Mar (in filze), 1545-1797, 1286; Mar (rubriche), 1440-1639, 5; Mar (deliberazioni in materia militare per lo stato da Mar), 1573-1579, 1588-1595, 1601-1607, 3; Mar (incanti di galere), 1469-1569, 2; Militar (in registri), 1721-1796, 30; Militar (in filze), 1722-1797, 153; Militar in T.F. (in registri), 1700-1745, 13; Militar in T.F. (in filze), 1700-1797, 46; Militar in T.F. (rubriche), 1700-1701, 1; Misti, 1300-1303, 1332-1440, 47; Misti (rubriche), 1293-1440, 4; Misti (copia della prima rubrica), 1293-1366, 1; Misti (copia moderna di deliberazioni tratte da altre fonti), 1290-1332, 1; Da Mo con ricevuta, 1795-1797, 16; Offerte spontanee, 1796, 3; Possessi ecclesiastici (in registri), 1554-1647, 1655-1667, 1721-1728, 15; Possessi ecclesiastici (in filze), 1554-1562, 1571-1797, 249; Poste (in filze), 1765-1794, 7; Poste (in registri), 1765-1794, 3; Raspe, 1562-1583, 1622-1624, 2; Raspe, taglie e processi vari, sec. XVII, 1; Rettori (in filze), 1630-1797, 429; Rettori (in registri), 1630-1795, 172; Rettori (rubriche), 1638-1713, 13; Roma ordinaria (in filze), 1560-1797, 272; Roma ordinaria (in registri), 1560-1795, 122; Roma expulsis (in filze), 1674-1796, 158; Roma expulsis (in registri), 1674-1796, 35; Roma materie ecclesiastiche, 1784-1797, 32; Sanità (in registri), 1731-1740, 1763-1765, 1783-1785, 3; Sanità (in filze), 1731-1734, 1738-1740, 1743-1745, 1763-1765, 1784-1785, 6; Secreta Consilii Rogatorum (pro guerra ducum Austrae-pro factis Istriae), 1345-1397, 4; Idem idem, 1335-1397 (copie), 5; Secreti (in registri), 1401-1630, 135; Secreti (in filze), 1510-1630, 143; Secreti (rubriche), 1401-1630, 12; Frammenti di deliberazioni del 1496 sfuggiti agli incendi del Palazzo ducale, 1; Taglie, 1548-1552, 1563-1569, 1573-1580, 1583-1618, 1627-1636, 19; Terra (in registri), 1440-1785, 1788-1789, 411; Terra, (in filze), 1543-1797, 3128; Terra (rubriche), 1440-1500, 1542-1586, 1640-1645, 7; Zecca (in filze), 1583-1797, 954; Zecca (in registri), 1583-1602, 1608-1647, 16; Zecca (affrancazioni), 1577-1582, 1637-1642, 1670-1675, 2.

dispacci:

Rettori:

Belluno, 1602-1646, 1648-1737, 32; Bergamo, 1602-1733, 106 e miscellanea, 1616-1695, 1; Brescia, 1568-1570, 1575, 1601-1737, 138, miscellanea, 33 e copie, 2; Candia, 1603-1640, 1643, 1646-1653, 1666, 23; Cattaro, 1650-1665, 10 e Carte varie relative a Cattaro, 1754, 2; Cefalonia, 1602-1675, 16; Cipro e Nicosia, 1555-1506, 7; Corfù, 1554-1566, 1602-1636, 1638-1652, 1657-1677, 1691-1739, 35 e Historica Relatione della III guerra di Morea e dell'assedio di Corfù (1715), 1; Crema, 1602-1637, 84; Dalmazia. 1602-1734, 65; Dogado, 1602-1621, 1623-1627, 1631-1038, 1645-1737, 32; Feltre 1602-1616, 1622-1737, 31; Istria, 1602-1760, 107; Capodistria e Raspo (1615-1783), 1; Padova, 1602-1737. 116; Palma, 1593-1737, 1750-1751, 99; Treviso, 1602-1737, 120; Udine, 1594, 1601-1737, 111; Verona, 1490, 1528, 1547, 1599, 1602-1726, 1728-1737, 134; Vicenza, 1602-1627, 1630-1718, 1720-1736, 94; Zante, 1602-1677, 1715-1784, 30 e ordini della Cancelleria della Comunità (1627-1757), 2.

Ambasciatori e Residenti:

Costantinopoli: 3 giugno 1492-27 settembre 1650, 7 luglio 1652-16 settembre 1684, 26 agosto 1699-5 maggio 1715, 8 maggio 1719-10 agosto 1797, 251. -


Documenti turchi e slavi, 1523-1618, 8. - Rubricari, 6 marzo 1558-31 dicembre 1636, ottobre 1639 -16 settembre 1684, 15 settembre 1699-2 aprile 1715, 8 maggio 1719-2 aprile 1756, 51. - (Copie moderne e traduzioni di dispacci cifrati).

Ferrara: 20 novembre 1597-10 gennaio 1598, 1. - Rubricari 18 luglio 1560-23 dicembre 162, 8 e 15 dicembre 1565, 23, 29 marzo e 5 aprile 1575, 1. - (Copie moderne dei dispacci).

Firenze: Marzo 1576, 30 settembre 1579 -17 ottobre 1579, 26 luglio-25 agosto 1582, marzo 1588, 3 maggio 1589 -1 maggio 1677, 80. - Rubricari 10 maggio 1560-29 dicembre 1565, 3 marzo 1593-24 luglio 1621, 30 ottobre 1638-15 gennaio 1639, 5. - (Copie moderne).

Francia: 3 settembre 1530-5 dicembre 1532, 13 novembre 1540-10 luglio 1542, 27 e 29 luglio 1544, 8 dicembre 1546-22 marzo 1549, 11 maggio 1554-24 febbraio 1572, 6 aprile 1573 -19 settembre 1575, 4 marzo 1577-7 settembre 1617, 4 marzo 1618-9 agosto 1712, 21 ottobre 1720-3 giugno 1797, 21 giugno 1797-28 novembre 1797, 287; Rubricari 8 marzo 1558-26 giugno 1621, 6 agosto 1629-17 agosto 1649, 30 marzo 1655-5 dicembre 1709, 31 luglio 1711-23 maggio 1712, 13 giugno 1722-23 maggio 1756, 2 novembre 1761-8 marzo 1762, 54. - (Copie moderne e traduzioni di dispacci cifrati).

Germania: 26 novembre 1535-17 gennaio 1536, 10 e 22 novembre 1541, 17 settembre 1543-22 maggio 1552, 20 gennaio 1554-1 settembre 1554, 21 e 22 settembre 1555, 19 settembre 1556, 23 settembre 1557-25 settembre 1561, 1 giugno 1562-24 novembre 1562, 21 maggio 1563-29 settembre 1565, 2 marzo 1566-29 agosto 1620, 20 marzo 1621-11 novembre 1715, 21 marzo 1718-15 ottobre 1718, 22 agosto 1719-29 luglio 1797, 224. - Rubricari 3 marzo 1558-23 novembre 1599, 7 marzo 1605-3 maggio 1621, 18 novembre 1623-18 settembre 1632, 27 giugno 1637-10 maggio 1650, 19 aprile 1656-25 novembre 1667, 28 settembre 1668-28 marzo 1699, 4-18 agosto 1725, 28 ottobre-2 novembre 1743, 20 luglio-6 agosto 1757, 45. (Copie moderne).

Inghilterra: 12 giugno 1554-15 dicembre 1558, 4 febbraio 1603-27 gennaio 1615, 3 settembre 1655-19 gennaio 1663, 25 giugno 1668-11 maggio 1689, 29 gennaio 1696-22 giugno 1696, 2 settembre 1701-settembre 1731, 7 novembre 1732-22 dicembre 1737, 26 gennaio 1744-23 maggio 1797, 18 luglio-31 ottobre 1797, 144. - Rubricari 4 febbraio 1603-12 ottobre 1605, 1 marzo 1613-1 febbraio 1614, 12 giugno 1615-23 settembre 1655-28 gennaio 1656, 1 giugno 1661-11 agosto 1661, 25 giugno 1668-27 febbraio 1671, 17 settembre 1677-1 settembre 1679, 5 ottobre 1685-11 gennaio 1686, 8 febbraio 1689-17 maggio 1689, 2 settembre 1701-3 settembre 1709, 22 luglio 1710-2 aprile 1717, 26 gennaio 1744-2 agosto 1748, 13. (Copie moderne e traduzioni di dispacci cifrati).

Lorena: 2 aprile 1601-11 maggio 1607, 13 settembre-16 ottobre 1609, 2.

Mantova: 21-26 ottobre 1588, 14 maggio-7 giugno 1608, 21-25 luglio 1612, 6 maggio 1613-18 ottobre 1618, 29 gennaio 1629-25 ottobre 1630, 1633-1634, 12 aprile-25 maggio 1640, 15 agosto 1642-11 luglio 1646, 8 marzo 1647-29 settembre 1649, 24. - Rubricari 29 giugno 1615-18 ottobre 1618, 25 febbraio 1628-8 luglio 1629, 28 marzo-7 aprile 1630. (Copie moderne).

Milano: 8 agosto 1547-21 luglio 1550, 27 gennaio-27 novembre 1557, 29 marzo 1566-5 agosto 1664, 27 gennaio 1666-16 maggio 1797, 249. - Rubricari 4 gennaio 1557-26 giugno 1559, 24 aprile 1562-8 settembre 1570, 3 marzo 1593-28 febbraio 1595, 3


marzo 1604-30 marzo 1605, 4 ottobre 1614-31 agosto 1622, 4 giugno 1636-30 settembre 1637, 8. (Copie moderne).

Münster: 31 luglio 1642-19 giugno 160, 11.

Napoli: 11 febbraio-15 aprile 1565, 30 settembre 1570-25 febbraio 1571, 10 marzo 1573-28 ottobre 1573, 21 luglio 1575-12 marzo 1576, 19 febbraio 1577-16 maggio 1797, 30 maggio-5 settembre 1797, 181. - Rubricari: 21 luglio 1575-1 agosto 1586, 3 marzo 1589-20 maggio 1597, 1597-1621, 15 giugno 1621-25 novembre 1625, 24 marzo 1626-8 giugno 1627, 2 marzo-28 ottobre 1738, 6. (Copie moderne).

Olanda: 23 marzo-29 giugno 1610, 1 aprile 1616-4 marzo 1643, 22 marzo 1668-24 maggio 1669, 5 settembre 1709-16 febbraio 1745, 54. - Rubricari 8 luglio 1616-10 luglio 1623, 11 novembre 1624-14 agosto 1626 (?), 19 e 26 febbraio 1629, 10 maggio 1629-29 dicembre 1631, 4 giugno 1743-9 febbraio 1744, 4.

Polonia: 5 gennaio-16 novembre 1574, 27 maggio-4 agosto 1606, 22 luglio 1645-8 luglio 1647, 13 giugno 1649-7 agosto 1649, 18 agosto 1650-5 ottobre 1652, 4 settembre 1684-2 agosto 1699, 15 febbraio 1714-18 novembre 1718, 20. - Rubricari: 5 gennaio 1574-16 novembre 1574, 16 settembre 1646-4 maggio 1647, 8 giugno 1649-17 luglio 1649, 8 maggio 1684-31 marzo 1699, 15 febbraio 1715-18 agosto 1716, 6.(Copie moderne).

Ratisbona: 2 gennaio-13 maggio 1664, 20 febbraio 1668-5 novembre 1669, 3.

Roma: 27 maggio 1502-29 aprile 1505, 25 giugno 1509-9 gennaio 1510, 3 febbraio 1517-8 maggio 1520, 11 ottobre 1535-27 gennaio 1537, 15 dicembre 1543-24 maggio 1544, 16 aprile 1549-12 maggio 1551, 7 settembre 1555-29 luglio 1559, 8 maggio 1560-8 marzo 1561, 5 maggio 1561-25 aprile 1562, 18 marzo 1564, 3 marzo 1565-11 gennaio 1636, 8 gennaio 1639-24 settembre 1707, 17 giugno 1711-4 ottobre 1732, 6 aprile 1734-20 maggio 1797, 27 maggio-30 dicembre 1797, 342. - Expulsis: 22 ottobre 1689-14 ottobre 1707, 21 giugno 1711-1 giugno 1793, 50. - Rubricari: 1 gennaio 1558-5 maggio 1612, 18 ottobre 1614-11 giugno 1678, 3 gennaio 1684-14 ottobre 1707, 21 giugno 1711-8 aprile 1713, 13 febbraio 1714-9 maggio 1716, 11 marzo 1719-12 gennaio 1754, 75. (Copie moderne).

Russia: 14 giugno 1783-16 giugno 1797, 11 luglio 1797, 4. Copie coeve 4.

Spagna: 1 giugno 1554-22 novembre 1554, 16 marzo-28 febbraio 1555, 1 marzo 1556-18 settembre 1573, 8 marzo 1575-3 settembre 1658, 22 settembre 1659-22 maggio 1712, 14 giugno 1716-15 ottobre 1718, 28 agosto 1721-15 luglio 1797, 30 luglio-30 ottobre 1797, 195. - Rubricari:13 luglio 1593-15 gennaio 1596, 7 marzo 1517-20 agosto 1622, 17 aprile 1624-29 febbraio 1627, 17 luglio 1628-4 agosto 1629, 11 agosto 1640-30 dicembre 1646, 11 novembre 1666-3 luglio 1706, 28 agosto 1721-2 marzo 1762, 27. (Copie moderne e traduzioni di dispacci cifrati).

Svizzera: Grigioni: 29 luglio 1603-7 settembre 1604, 1 febbraio 1605-8 agosto 1608, 15 ottobre 1611-17 luglio 1612, 22 febbraio 1616-28 ottobre 1620, 23 giugno 1762-3 settembre 1762, 15. Copie coeve, 7. - Svizzeri: 10 febbraio 1606-2 maggio 1608, 30 settembre 1613-23 febbraio 1624, 16. Copie coeve, 4. - Zurigo: 1 marzo 1624-11 febbraio 1668, 16 giugno 1674-25 agosto 1684, 28 marzo 1705-14 ottobre 1719, 51. Copie coeve, 4. - Monaco: 12 dicembre 1648-3 giugno 1650, 1 marzo 1659-3 settembre 1660, 3. - Rubricari: 21 giugno 1603-28 ottobre 1620, 1621-1623, 1627, 1628, 1628-1636, 8.

Piemonte: Nizza: 20 aprile-30 giugno 1538, 1. - Savoia: 2, 7 e 19 gennaio 1566, 17 dicembre 1509-23 luglio 1572, 2 marzo 1573-24 luglio 1604, 11 aprile 1606-24 maggio 1613,


 29 ottobre 1614-28 giugno 1630, 18 agosto-28 novembre 1662, 28 settembre 1664-13 settembre 1670, 78. - Torino: 23 agosto 1741-6 agosto 1774, 9 dicembre 1781-2 maggio 1797, 26 maggio-22 ottobre 1797, 10-16 dicembre 1797, 34. - Rubricari: 27 marzo 1560-21 agosto 1570, 1 gennaio 1573-15 ottobre 1589, 8 marzo 1593-17 agosto 1596, 11 aprile 1606-11 novembre 1624, 31 ottobre 1625-25 agosto 1627, 18 agosto 1662-28 novembre 1662, 28 settembre 1664-13 settembre 1670, 23 agosto 1741-15 aprile 1742, 20. (Copie moderne).

Valtellina: 24 ottobre 1624-14 marzo 1627, 7.

Consoli:

Aleppo: 25 febbraio 1626-2 marzo 1643, 18 ottobre 1644-8 maggio 1647, 16 marzo 1648, 22 settembre 1671-1 maggio 1678, 5.

Algeri: 20 febbraio 1624-12 luglio 1625, 6 luglio 1753-6 luglio 1754, 12 aprile 1764, 27 novembre 1770-5 aprile 1792, 15 agosto 1794-24 novembre 1796, 1797, 2.

Ancona: 12 marzo 1611-4 maggio 1631, 19 agosto 1633-19 maggio 1635, 1645-1646-1647, 5 ottobre 1647-settembre 1663, 12 aprile 1664-30 marzo 1680, 7 giugno 1681-22 novembre 1704, 29 luglio 1724-26 luglio 1732, 4 settembre 1733-10 ottobre 1733, 4.

Egitto (Alessandria e Cairo): 11 gennaio 1554-12 maggio 1566, 20 ottobre-1 novembre 1569, 20 settembre 1626-28 maggio 1660, 6 novembre 1671-25 febbraio 1677, 3.

Genova: 17 marzo 1556-2 agosto 1567, 10 settembre 1577, 1 marzo 1597-19 febbraio 1599, 30 settembre 1612-22 febbraio 1622, 28 febbraio 1626-14 agosto 1718, 2 aprile 1722-27 maggio 1797, 3 giugno e 23 dicembre 1797, 52.

Livorno: 7 e 28 maggio-4 giugno 1655, 9 e 14 marzo 1657, 19 novembre 1684, 12 ottobre 1696, 30 aprile 1730-20 maggio 1757, 3 dicembre 1784, 6 novembre 1789, 14 settembre 1792, 5.

Malta: 21 marzo 1793-30 marzo 1797, 1.

Palermo: 19 febbraio-10 maggio 1595, 15 marzo 1614-9 dicembre 1631, 19 luglio 1648, 1.

Località varie: Atene (1672-1674), Bari (1626-1704), Brindisi (1664), Canea (1672-1684), Cipro (1615), Durazzo (1678), Lecce (1626-1691), Lisbona (1647-1670), Messina (1627 - 1629), Napoli (1623), Otranto (1614-1718), Rimini (1670-1685), Scio (1565-1628), Sinigallia (1670), Siviglia (1628), Smirne (1661-1700), Tine (1686-1694), Tripoli (1773-1797), Vallona (1566), 1.

Dispacci di:

Provveditore Generale in Terraferma: 23 giugno 1509-10 novembre 1513, 2 gennaio 1521-27 giugno 1521, 31 maggio 1528-20 luglio 1528, 23 gennaio 1529-13 giugno 1529, 24 giugno 1584-3 gennaio 1585, 8 luglio 1585-20 giugno 1590, 24 marzo 1601-19 febbraio 1602, 21 maggio 1606-10 dicembre 1607, 13 giugno 1613-21 giugno 1616, 27 maggio 1616-15 luglio 1618 (Provveditore generale delle armi in T. F. ed in Istria), 13 aprile 1619-11 gennaio 1621 (Provveditore a Zara), 4 marzo 1621-25 dicembre 1623, 29 ottobre 1624-9 giugno 1627, 19 maggio 1628-8 novembre 1644, 10 ottobre 1647-29 agosto 1649, 12 agosto 1655-9 novembre 1656, 10 gennaio 1701-22 settembre 1710, 12 dicembre 1733-28 febbraio 1737, 8 dicembre 1741-12 aprile 1749, 18 maggio 1796-15 agosto 1796, 124.

Provveditore oltre il Mincio: 9 agosto 1606-26 settembre 1607, 8 aprile 1616-14 dicembre 1618, 29 febbraio 1620-1 dicembre 1621, 23 marzo 1630-30 gennaio 1631, 12.


Provveditore del Lago: 24 giugno 1616-3 maggio 1617, 1 marzo 1621-22 giugno 1623, 2.

Provveditori in: Asola, 16 dicembre 1616-11 giugno 1622, 1; Asola, Orzinovi, Peschiera, Pontevico, 9 ottobre 1647-15 ottobre 1618, 1; Bergamo, 14 agosto 1617-3 novembre 1618, 1; Cadore, 25 dicembre 1615-19 gennaio 1618, 1; Cividale del Friuli, 30 gennaio 1616-3 marzo 1618, 1; Crema, 18 agosto 1616-18 agosto 1618, 3 febbraio 1625-13 ottobre 1626, 4 marzo 1648-29 febbraio 1649, 4; Friuli, 23 marzo 1646-30 agosto 1646, 19 luglio 1664-12 settembre 1664, 2; Orzinovi, 11 ottobre 1617-3 settembre 1618, 13 maggio 1622-29 maggio 1622, 12 novembre 1647-25 novembre 1648, 1; Palma, 7 novembre 1720-31 agosto 1740. 1; Peschiera, 18 ottobre 1617-3 gennaio 1618, 26 settembre 1620-20 giugno 1622, 10 ottobre 1647-1 novembre 1648, 1; Polesine e Padovana, 21 ottobre 1606-19 giugno 1607, 1; Pontevico, 2 giugno 1648-13 novembre 1648, 1; Rovigo, Lendinara e Badia Polesine, 6 agosto 1642-21 aprile 1643, 1; Valcamonica, 9 settembre 1620-29 maggio 1622, 28 ottobre 1624-17 novembre 1625, 8 gennaio 1625-12 febbraio 1626, 9 giugno 1635-23 agosto 1635, 3.

Provveditore Estraordinario in T. F.: 8 agosto 1701-5 marzo 1708, 18 settembre 1710-13 agosto 1716, 1 aprile 1730-22 settembre 1731, 12 novembre 1733-30 ottobre 1736, 1 gennaio 1738-28 novembre 1739, 31 marzo 1742-18 ottobre 1746, 11 luglio 1796-27 aprile 1797, 31. - Lettere di Provveditori al Provveditore estraordinario in Terraferma: 4 novembre 1733-10 giugno 1734, 1.

Provveditore in campo: 5 giugno 1616-22 dicembre 1616, 25 marzo 1617-29 agosto 1618, 25 settembre 1629-9 aprile 1631, 4 agosto 1643-20 febbraio 1644.

Commissario e Pagatore in campo: 20 gennaio 1616-7 settembre 1621, 16 novembre 1667-2 aprile 1670, 29 giugno 1643-3 agosto 1644.

Inquisitore in campo: 3 marzo 1617-6 luglio 1617, 30 agosto-23 settembre 1643.

Governatore dell'esercito: 10 dicembre 1616-10 gennaio 1618.

Provveditore estraordinario d'armata al di quà della Dalmazia: 9 luglio 1643-28 agosto 1643.

Commissario ed inquisitore in armata: 8 agosto 1643-30 settembre 1643.

Commissario in campo della lega :30 giugno 1643-12 settembre 1643.

Provveditore della cavalleria croata ed albanese: 23 settembre 1616-21 novembre 1621, 5 maggio 1622-1 agosto 1623, 27 novembre 1624-10 dicembre 1625, 4 luglio 1643-27 giugno 1643, 9 ottobre 1643.

Commissario sopra le munizioni da guerra: 4 gennaio 1644-30 luglio 1644.

Provveditore ai confini di Loreo: 20 novembre 1634-30 dicembre 1635.

Provveditore in Polesine:10 agosto 1643-19 giugno 1644.

Provveditore ai confini di Ariano: 21 febbraio 1644-21 giugno 1644.

Provveditore estraordinario a Legnago: 9 agosto 1643-21 luglio 1644.

Lettere del Commissario pagatore in campo ad altri rappresentanti: 24 marzo 1617-7 maggio 1618.

Lettere del generale Stenau: 14 marzo 1706-28 novembre 1711.

In tutto pezzi 20.

Commissario di Terraferma: 17 agosto 1624-24 maggio 1627, 19 febbraio 1629-13 febbraio 1631, 3 luglio 1646-2 luglio 1647.

Provveditore e Commissario in Terraferma: 5 gennaio 1643-29 febbraio 1644.

Commissario estraordinario in Terraferma: 10 maggio 1706-25 novembre 1706.


Commissario sopra la rassegna delle milizie: 20 ottobre 1629-3 gennaio 1631, 25 novembre 1704-5 novembre 1706.

Commissario sopra i viveri di qua dal Mincio: 21 luglio 1630-22 settembre 1631, 10.

Provveditori sopra la Piave: 18 settembre 1642-13 luglio 1647, 1.

Revisori e Provveditori sopra l'Adige: 16 ottobre 1628-19 febbraio 1629.

Provveditore sopra boschi: 1 marzo 1628-18 novembre 1628.

Provveditore in Terraferma: 8 agosto 1628-6 novembre 1628.

Patroni all'Arsenale e Provveditori sopra boschi: 20 settembre 1628-28 gennaio 1629.

Provveditore sopra la canapa in Montagnana: 6 aprile 1628-28 dicembre 1628.

Provveditore della Cavalleria: 30 gennaio 1629.

Lettere di vari Provveditori: 1629-1630, 2.

In tutto pezzi 2.

Provveditori all'Adige: 17 febbraio 1678-11 agosto 1678, 1.

Provveditori sopra boschi: 14 agosto 1636-11 febbraio 1638, 1.

Inquisitori sopra boschi: 11 marzo 1703-28 maggio 1705, 1.

Pubblici Rappresentanti in Terraferma per il Militar: 9 ottobre 1733-20 febbraio 1736, 4.

Pubblico Rappresentante in Verona: 13 agosto 1796-26 aprile 1797, 6.

Provveditore estraordinario in Treviso: 2 aprile 1797-3 maggio 1797, 1.

Provveditori sopra la Sanità: Adria, 15 luglio 1728-7 settembre 1728; Bassano, 25 giugno 1680-20 marzo 1681, 8 settembre 1714-8 luglio 1716, 9 luglio 1739-5 aprile 1740; Capodistria, 9 settembre 1714-12 marzo 1715; Friuli, 26 agosto 1598-25 maggio 1599, 25 giugno 1601-20 giugno 1602, 16 febbraio 1623-24 dicembre 1623, 6 settembre 1679-9 aprile 1681, 5 settembre 1691-26 aprile 1692, 1 gennaio 1713-3 giugno 1714, 7 luglio 1739-1 maggio 1740; Istria, 17 aprile 1724-15 giugno 1724; Monfalcone, 26 agosto 1690-13 maggio 1691, 2 gennaio 1713-24 febbraio 1714, 9 luglio 1739-27 aprile 1740; Polesine, 31 gennaio 1691-27 gennaio 1692; Polesine e Padovana, 1772; Portogruaro, 19 novembre 1715-10 maggio 1716; Udine, 5 settembre 1714-3 novembre 1715; Ai confini del Mantovano, 20 aprile 1713-6 giugno 1714; Di là dal Mincio, 4 febbraio 1691-24 marzo 1692, 30 dicembre 1712-2 giugno 1714, 20; Rapporti della Sanità, 7 maggio 1752-9 febbraio 1790, 6.

Sindici Inquisitori in Terraferma: 1 ottobre 1609-9 febbraio 1612, 20 gennaio 1649, 25 settembre 1672-17 luglio 1676, 31 luglio 1696-23 febbraio 1701, 14 marzo 1707-24 agosto 1707, 17 marzo 1719-25 novembre 1722, 15 novembre 1723-24 settembre 1726, 30 giugno 1730-26 settembre 1735, 2 marzo 1744-19 maggio 1745, 20 luglio 1749-9 dicembre 1751, 18 marzo 1764-28 giugno 1764, 14 ottobre 1767-9 settembre 1768, 9 aprile 1770-23 novembre 1772, 36.

Rubriche dei dispacci:

Provveditore generale in Terraferma: 26 settembre 1565-20 settembre 1566, 18 dicembre 1614-13 ottobre 1615, 1 gennaio 1616-11 giugno 1616, 5 luglio 1617-27 dicembre 1617, 14 aprile 1623-20 dicembre 1623, 29 agosto 1625-2 giugno 1627, 28 febbraio 1630-7 giugno 1630, 11 settembre 1638-7 marzo 1639, 8 ottobre 1645-29 agosto 1649, 10 gennaio 1701-4 dicembre 1704; Provveditore Generale di Terraferma. Provveditore oltre il Mincio, Commissario, 4 luglio 1621-30 maggio 1630; Provveditore generale dell'armi, 28 maggio 1616-10 settembre 1617; Provveditore in campo, 6 giugno


1616-6 dicembre 1616; 15 settembre 1617-29 agosto 1618; Provveditore di là dal Mincio, 8 aprile 1616-2 luglio 1617, 29 febbraio 1620-1 dicembre 1621; Provveditore a Bergamo, Crema e Orzinovi, 2 agosto 1617-3 settembre 1618; Provveditore a Bergamo, 1 agosto 1618-3 novembre 1618, 23.

Dispacci di:

Provveditori in Istria: 20 giugno 1601-20 giugno 1602, 11 settembre 1615-7 dicembre 1615, 26 aprile 1623-3 dicembre 1626, 5.

Provveditori generali in Istria: 5 settembre 1614-27 agosto 1618, 5.

Provveditore della Cavalleria in Istria : 30 marzo 1617-20 febbraio 1618, 1.

Provveditore alla custodia dei confini in Istria: 15 agosto 1600-7 maggio 1601, 1.

Commissario in Istria: 13 settembre 1616-13 gennaio 1618, 1.

Provveditore sopra i sali in Istria: 12 aprile 1629-3 novembre 1633, 4.

Provveditore alla Sanità in Istria: 5 settembre 1679-25 aprile 1683, 1 agosto 1690-15 aprile 1692, 30 dicembre 1712-5 giugno 1714, 2 ottobre 1731-13 gennaio 1734, 31 agosto 1738-1 maggio 1740, 23 luglio 1743-4 giugno 1744, 20 aprile 1764-23 settembre 1764, 10.

Relazioni di medici circa la peste del 1576, 1.

Provveditore Estraordinario a Pola e Provveditore Estraordinario dell'Armata in Golfo: 4 maggio 1646-14 settembre 1646, 1.

Capitano di Raspo: 6 settembre 1612-28 luglio 1614, 1.

Inquisitore in Capodistria: 29 marzo 1651-2 settembre 1651, 1.

Capitano delle Rive dell'Istria e delle isole del Quarnero: 3 marzo 1619-2 febbraio 1622, 1.

Rubriche dei dispacci del:

Provveditore generale in Istria: 1615-1617, 3.

Dispacci di:

Dalmazia e Albania: Provveditore generale: 26 giugno 1589-22 ottobre 1591, 23 aprile 1596-6 gennaio 1597, 25 maggio 1603-22 maggio 1618, 9 aprile 1623-5 aprile 1797; Commissario Inquisitore Provveditore: 15 ottobre 1732-8 ottobre 1735 (copia); Estraordinario: 13 marzo 1576-29 ottobre 1576, 16 giugno 1642-28 giugno 1650, 8 maggio 1671-3 novembre 1671, 14 gennaio 1684-30 luglio 1690, 19 gennaio 1696-5 aprile 1701, 21 maggio 1716-7 maggio 1720; Provveditore generale della Cavalleria: 23 luglio 1619-5 luglio 1620, 19 aprile 1686-21 dicembre 1688, 17 luglio 1690-17 febbraio 1696; Provveditore straordinario in Albania: 17 agosto 1768-12 agosto 1769; Provveditore sopra la Sanità in Dalmazia: 16 giugno 1644-4 settembre 1644, 2 settembre 1690-7 aprile 1692, 2 ottobre 1731-31 ottobre 1732, 24 luglio 1783-11marzo 1784; Provveditore Estraordinario a Catturo: 4 agosto 1666-3 novembre 1667, 27 marzo 1684-3 luglio 1694, 23 luglio 1699-11 luglio 1785; Relazione del N. H. Stefano Capello, Sindico Inquisitore in Dalmazia con altre informazioni appartenenti al 1751-1752; Relazione dei Sindici Inquisitori in Dalmazia G. B. Loredan, Niccolo Erizzo e Sebastiano Molin (con allegati) del 5 febbraio 1751; Carte diverse in materia di terreni della Dalmazia, 1750-1755; Disegni di fortezze riguardanti l'Albania, 1768, 304. - Rubriche: 1614-1618, 1620-1621, 1623-1628, 1636-1638, 1646-1745, 1748-1768, 49.

Candia: Reggimento, Provveditore generale, Capitano generale, Inquisitore, Provveditore alle armi, Capitano della guardia, Governatore delle galee, Rettori: 22 novembre 1554-17 luglio 1566, 19 ottobre 1568, 4 marzo 1570-26 maggio 1571, 8 marzo 1573-


17 settembre 1635, 9 ottobre 1637-7 ottobre 1657, 17 novembre 1659-9 ottobre 1671. - Rubriche: 1615-1621, 1628-1631, 1647-1654, 1663-1670, 10.

Morea: Provveditore generale delle armi, Provveditore estraordinario e Vice provveditore generale delle Armi, Sindici inquisitori, Commissari del regno, Sindici catasticatori, 20 novembre 1687-13 luglio 1715, 21. - Rubriche: 1688-1715, 9.

Mar: Provveditore generale: 24 luglio 1534-18 gennaio 1535, 23 ottobre 1598-15 ottobre 1602, 3 giugno 1617-5 maggio 1618, 9 novembre 1620-23 novembre 1622, 1 luglio 1640-1 agosto 1641, 26 aprile 1645-13 ottobre 1649, 26 aprile 1668-23 marzo 1797, 141. - Rubriche: 1619-1624, 1627-1637, 1680-1684, 1689-1690, 1700-1737, 1777-1779, 17.

Capitano generale: 21 maggio 1558-5 luglio 1570, 30 aprile 1607-8 novembre 1608, 2 maggio 1618-13 gennaio 1620, 18 marzo 1646-14 aprile 1655, 13 marzo 1657-30 agosto 1669, 15 dicembre 1679-17 gennaio 1681, 9 giugno 1684-26 gennaio 1701, 23 giugno 1715-5 novembre 1718, 62. Copie moderne, 13. - Rubriche: 1618-1619, 1646-1654, 1656-1666, 1684-1697, 14.

Consiglieri di S. Serenità, mentre era Capitano generale: 13 giugno 1688-7 gennaio 1694, 1.

Provveditore dell'Armata: 30 giugno 1554-8 gennaio 1566, 3 marzo 1602-24 febbraio 1606,7 maggio 1607-27 febbraio 1623, 17 marzo 1625-27 dicembre 1627, 1 agosto 1631-28 giugno 1641, 1 settembre 1643-22 dicembre 1673, 15 marzo 1675-19 giugno 1688, 27 marzo 1691-20 agosto 1740, 6 aprile 1742-2 maggio 1757, 41.

Commissario in Armata, Inquisitore in Armata, Commissario sopra viveri, Pagatore in Armata: 12 aprile 1603-10 giugno 1609, 30 ottobre 1616-12 luglio 1621, 15 ottobre 1633-13 luglio 1635, 5 settembre 1642-7 agosto 1643, 1 giugno 1645-7 ottobre 1669, 8 giugno 1684-1 ottobre 1710, 29 aprile 1712-14 giugno 1719, 22.

Capitano in Golfo, Capitano estraordinario in Golfo, Governatore estraordinario in Golfo: 5 luglio 1554-7 gennaio 1566, 13 maggio 1602-21 febbraio 1628, 1 marzo 1634-1 ottobre 1637, 9 maggio 1653-14 settembre 1796, 48.

Capitano delle Galeazze: 26 marzo 1607-31 luglio 1631, 20 marzo 1634-31 gennaio 1642, 15 aprile 1645-9 ottobre 1739, 24.

Capitano delle fuste: 24 agosto 1554-4 settembre 1570, 1.

Capi da Mar: 15 luglio 1644-27 giugno 1651, 2.

Governatore delle galee dei condannati: 23 maggio 1602-29 gennaio 1628, 10 marzo 1634-23 febbraio 1637, 6 giugno 1653-23 marzo 1655, 7 aprile 1679-3 gennaio 1739, 8.

Provveditore e Capitano delle navi, Patrono delle navi, Almirante delle navi, Capitano estraordinario delle navi: 5 marzo 1608-28 febbraio 1609, 9 aprile 1617-25 febbraio 1628, 8 dicembre 1645-6 febbraio 1796, 40.

Nobile d'armata, Direttore di convoglio, Governatore di nave, Governatore estraordinario di galeazze: 28 aprile 1650-30 agosto 1670, 29 ottobre 1684-3 maggio 1694, 2.

Governatore e Governatore straordinario di nave in Golfo: 3 agosto 1684-3 marzo 1690, 30 maggio 1694-25 marzo 1700, 2.

Capitano delle galee di Alessandria: 20 maggio 1556-2 marzo 1564, 1.

Provveditore estraordinario da Mar: 1775-1787 e 1794, 1.

Provveditore generale a Corfù: 25 aprile 1606-12 febbraio 1608, 11 maggio 1619-21 novembre 1619.

Provveditore e Capitano a Corfù: 8 agosto 1653-15 gennaio 1656, 1 novembre 1716-24 febbraio 1727.


Corfù: 29 dicembre 1783-25 settembre 1784, 5.

Provveditore estraordinario a S. Maura: 26 ottobre 1684-31 dicembre 1690, 5 giugno 1718-25 marzo 1741, 5 ottobre 1741-14 giugno 1762, 3.

Zante: 27 giugno 1554-16 dicembre 1566, 1.

Corfù, Cerigo, Prevesa, Cefalonia, Vonizza: 2 novembre 1741-19 settembre 1759, 1.

Provveditore e Inquisitori generali nel Levante: 15 gennaio 1612-11 aprile 1615, 2.

Provveditore e Inquisitori nelle tre Isole: 17 agosto 1622-15 febbraio 1624, 23 maggio 1630-20 maggio 1632, 23 giugno 1610-6 settembre 1641, 24 marzo 1645-24 settembre 1663, 19 aprile 1667-20 aprile 1670, 12 aprile 1685-30 luglio 1691, 23. Copie moderne, 2. - Rubriche: 1622, 1647-1669, 1685-1687, 6.

Provveditore generale delle quattro isole: 18 giugno 1691-5 novembre 1700, 4. - Rubriche: 1688-1697, 3.

Provveditore generale alle tre isole: 3 marzo 1715-25 febbraio 1719, 3. - Rubriche: 1715-1718, 2.

Provveditore estraordinario alle isole del Levante: 30 giugno 1784-15 novembre 1787, 8.

Sindici Inquisitori in Levante: 5 giugno 1635-3 marzo 1639, 3. - Rubriche: 1636-1638, 1.

Provveditore straordinario a Suda, Cerigo, Tine, Grabusse, Spinalonga, Milo e Parise: 1654-1672 e 1675-1693, 3.

Rettore e Provveditore estraordinario di Tine: 11 maggio 1676-18 novembre 1686, 1.

Tine, Candia, ecc.: 1645, 1.

Candia, Tine, Cerigo: 1654-1656, 1.

Ordini lasciati da vari Sindici ed Inquisitori in Levante per il buon governo dell'isola di Tine: 1613-1624-1630, 4.

Tenedo e Lemno: 28 luglio 1656-18 novembre 1657.

Privilegi: 1374-1495, 1563-1593, 3.

Relazioni:

Ambasciatori: Costantinopoli (1538, 1539, 1553, 1555, 1556, 1559, 1562, 1564, 1570, 1571, 1576, 1578, 1582, 1584, 1585, 1590, 1609, 1612, 1614, 1620, 1634, 1637, 1640, 1641, 1664, 1676, 1680, 1682, 1684, 1706, 1727, 1746, 1782, 1786, 1789, 1793); Francia (1531, 1535, 1537, 1546, 1547, 1550, 1554, 1558, 1561, 1564, 1572, 1574, 1575, 1578, 1579, 1582, 1608, 1611, 1616, 1617, 1637, 1641, 1648, 1653, 1655, 1656, 1664, 1666, 1668, 1671, 1674, 1676, 1680, 1684, 1689, 1696, 1699, 1708, 1723, 1733, 1737, 1740, 1743, 1752, 1791); Germania (1506, 1525, 1532, 1533, 1535, 1536, 1538, 1540-41, 1546, 1548, 1551, 1553-1557, 1557, 1559, 1563, 1564, 1569, 1571, 1574, 1577, 1581, 1582, 1584, 1597, 1605, 1614, 1618, 1620, 1630, 1637, 1638, 1641, 1650, 1654, 1658, 1661, 1665, 1671, 1674, 1678, 1682, 1685, 1690, 1692, 1699, 1701, 1708 ,1713, 1722, 1725, 1733, 1736, 1733-36, 1738, 1744, 1746, 1769, 1793); Inghilterra (1531, 1551, 1556, 1618, 1622, 1635, 1637, 1661, 1686, 1696, 1706); Italia: Ferrara (1575, 1598); Firenze (1523, 1527, 1561, 1566, 1574-1587, 1582, 1738); Mantova (1608, 1612, 1615, 1632, 1638); Milano (1533, 1553); Monferrato (1613); Napoli (1576, 1625, 1739, 1760); Roma (1533, 1535, 1551, 1556, 1560, 1565, 1568, 1569, 1571, 1573 (?), 1576, 1586, 1596, 1600, 1601, 1605, 1608, 1621, 1623, 1624,


1627, 1635, 1640, 1645, 1648, 1652, 1655, 1630, 1661, 1662, 1664, 1667, 1671, 1675, 1691, 1696, 1702, 1707, 1713, 1724, 1728, 1732, 1737, 1744, 1750); Savoia (1561, 1563,1574, 1575-1577, 1578, 1578-82, 1586 1587, 1589, 1601, 1612, 1663, 1666, 1670, 1743); Sicilia (1574); Urbino (1574); Lorena (1610); Moscovia (1581-1582, 1645-1676); Paesi Bassi (1610, 1617-19, 1620, 1635, 1638); Persia (1572, 1574); Polonia (1557, 1568, 1574, 1573-80, 1647, 1649, 1685, 1717); Portogallo (1581, 1670); Spagna (1559, 1567, 1568, 1570, 1573-74, 1576, 1581, 1584, 1595, 1602, 1608, 1610, 1620, 1622, 1632, 1635, 1638, 1641, 1648, 1653, 1656, 1658, 1661, 1667, 1670, 1672,'1678, 1682, 1683, 1689, 1695, 1698, 1702, 1711, 1725, 1730, 1733, 1735, 1738, 1742, 1747, 1754); Svizzera (1497, 1549, 1601, 1604, 1625): Ungheria (1525).

Consoli: Aleppo (1554-1565, 1614, 1625, 1628); Alessandria (1555, 1591, 1596, 1599, 1615, 1628, 1635); Cairo (1602, 1664); Siria (1584, 1593, 1596, 1599, 1602, 1609, 1611).

Provveditori, Rettori ed altri pubblici rappresentanti: Asola (1587); Bassano (1736); Belluno (1536, 1550, 1561, 1562, 1574, 1592, 1608, 1609, 1611, 1613, 1614, 1619, 1620, 1622, 1626, 1628, 1632, 1635, 1637, 1639, 1640, 1641, 1643, 1644, 1656, 1659, 1709, 1712, 1724, 1726, 1728, 1735, 1736, 1739, 1743, 1747, 1792); Bergamo (1525, 1532, 1536, 1541, 1549, 1553, 1555, 1560, 1561, 1563, 1565, 1567, 1572, 1574, 1576, 1578, 1579, 1583, 1585, 1587, 1591, 1593, 1595, 1598, 1599, 1600, 1601, 1605, 1608, 1610, 1612, 1613, 1614, 1616, 1617, 1619, 1620, 1621, 1622, 1623, 1624, 1626, 1627, 1628, 1629, 1632, 1633, 1635, 1637, 1640, 1641, 1642, 1644, 1655, 1656, 1668, 1680, 1702, 1703, 1733, 1737, 1740, 1741, 1745, 1746, 1749, 1752, 1753, 1754, 1759, 1761, 1766, 1767, 1770, 1772, 1773, 1793; Brescia (1525, 1527, 1528, 1538, 1539, 1546, 1553, 1554, 1557, 1562, 1566, 1567, 1569, 1572, 1575, 1579, 1585, 1606, 1607, 1608, 1610, 1611, 1612, 1613, 1614, 1619, 1620, 1621, 1625, 1626, 1627, 1628, 1629, 1630, 1631, 1632, 1635, 1637, 1638, 1640, 1642, 1643, 1644, 1645, 1649, 1650, 1654, 1655, 1665, 1673, 1674, 1676, 1718, 1724, 1730, 1734, 1737, 1739, 1744, 1753 1754, 1757, 1784, 1792); Riviera di Brescia e Salò (1533, 1537, 1539, 1540, 1547, 1558, 1583, 1591, 1595, 1599, 1605, 1606, 1608, 1609, 1612, 1614, 1615, 1617, 1618, 1619, 1621, 1622, 1626, 1627, 1629, 1658, 1701, 1703, 1723, 1724, 1725, 1732, 1734, 1735, 1739, 1742, 1746, 1754, 1766, 1769, 1774, 1776, 1778); Chioggia (1533, 1539, 1561, 1565, 1585, 1603, 1609, 1611, 1612, 1616, 1618, 1620, 1621, 1624, 1626, 1627, 1629, 1631, 1636, 1057, 1659, 1702, 1725, 1727, 1733, 1736, 1737, 1743, 1746, 1747, 1751, 1752, 1759, 1760, 1763, 1777, 1783, 1797); Conegliano (1606, 1609, 1611, 1702, 1703); Crema (1525, 1555, 1558, 1562, 1563, 1564, 1575, 1577, 1578, 1579, 1582, 1584, 1588, 1597, 1599, 1605, 1606, 1607, 1612, 1613, 1616, 1618, 1622, 1623, 1626, 1627, 1628, 1630, 1633, 1634, 1635, 1637, 1639, 1640, 1641, 1648, 1735, 1739, 1743, 1745, 1751, 1768, 1769, 1771, 1774, 1791, 1792, 1794, 1795); Cividale del Friuli (1583, 1588, 1591, 1592, 1595, 1599, 1602, 1604, 1607, 1609, 1610, 1613, 1615, 1621, 1703, 1727, 1735, 1736, 1737, 1743, 1744); Feltre (1526, 1528, 1531, 1533, 1534, 1537, 1542, 1545, 1550, 1551, 1558, 1560, 1570, 1571, 1578, 1589, 1591, 1602, 1605, 1607, 1608, 1611, 1612, 1614, 1616, 1618, 1621, 1622, 1624, 1625, 1627, 1628, 1629, 1631, 1632, 1634, 1636, 1637, 1639, 1640, 1641, 1643, 1649, 1655, 1660, 1702, 1703, 1724, 1726, 1736, 1738, 1741, 1745, 1747, 1780, 1791); Friuli (1525, 1527, 1529, 1539, 1552, 1553, 1557, 1559, 1561, 1570, 1573, 1574, 1575, 1577, 1585, 1587, 1599, 1601, 1612, 1615, 1621, 1622, 1624, 1625, 1626, 1628, 1629, 1630, 1632, 1635, 1637, 1639, 1640, 1642, 1643, 1645, 1646, 1654, 1679, 1700, 1702, 1704, 1730, 1735, 1736, 1740, 1742, 1744, 1745, 1767, 1795); Lago di Garda (1608, 1622); Legnago (1537, 1557, 1559, 1560, 1563, 1569, 1573, 1574, 1580, 1582, 1584, 1586, 1587, 1588, 1592, 1597, 1598, 1602, 1603, 1605, 1608, 1612, 1613, 1615, 1616, 1618, 1628, 1629. 1631, 1632, 1634, 1636, 1638, 1639, 1641, 1643, 1645, 1654,


1702, 1719, 1738); Marano (1561, 1564, 1684, 1587, 1590, 1593, 1594, 1595, 1600, 1602, 1604, 1608, 1609, 1611, 1613, 1614, 1617, 1618, 1620, 1621, 1627, 1630, 1639, 1644, 1733); Orzinovi (1556, 1557, 1563, .1565, 1568, 1579, 1604, 1605, 1606, 1608, 1616, 1619, 1641, 1642, 1659, 1702, 1706, 1732, 1733, 1734); Padova (1533, 1534, 1547, 1548, 1554, 1557, 1558, 1566, 1571, 1577, 1586, 1587, 1588, 1605, 1606, 1607, 1609, 1610, 1611, 1614, 1616, 1619, 1622, 1625, 1626, 1627, 1628, 1629, 1630, 1631, 1633, 1634, 1635, 1636, 1637, 1638, 1640, 1641, 1644, 1645, 1646, 1648, 1650, 1658, 1660, 1661, 1664, 1666, 1674, 1691, 1702, 1704, 1709, 1725, 1726, 1735, 1740, 1742, 1750, 1758, 1760, 1772, 1780, 1793); Palma (1596, 1599, 1600, 1602, 1605, 1606, 1608, 1610, 1611, 1624, 1635, 1637, 1641, 1643, 1654, 1656, 1657, 1658, 1659 1664, 1666, 1670, 1671. 1676, 1678, 1680, 1682, 1686, 1700, 1702, 1722, 1735, 1743, 1747, 1750, 1752, 1754, 1762, 1773: 1775, 1783, 1789; Peschiera (1554, 1558, 1569, 1581, 1583, 1585, 1591, 1595, 1601, 1604, 1605, 1608, 1610, 1611, 1613, 1616, 1618, 1619, 1621, 1623, 1626, 1628, 1633, 1635, 1637, 1638, 1642, 1658, 1701, 1708, 1728, 1734); Rovigo (1525, 1528, 1532, 1533, 1536, 1543, 1544, 1546, 1548, 1553, 1554, 1555, 1556, 1560, 1562, 1564, 1571, 1573, 1574, 1580, 1582, 1583, 1590, 1596, 1603, 1604, 1607, 1609, 1610, 1612, 1613, 1616, 1618, 1619, 1621, 1624, 1625, 1626, 1628, 1629, 1632, 1634, 1635, 1637, 1639, 1640, 1642, 1644, 1657, 1718, 1725, 1735, 1736, 1738, 1739, 1745, 1748, 1752, 1761, 1768, 1775, 1778, 1785, 1788, 1790, 1791, 1795, 1796); Treviso (1525, 1533, 1536, 1537, 1538, 1551, 1553, 1557, 1563, 1564, 1569, 1577, 1578, 1579, 1586, 1587, 1593, 1595, 1597, 1601, 1604, 1005, 1607, 1609, 1612, 1613, 1615, 1619, 1622, 1623, 1625, 1026, 1628, 1631, 1632, 1036, 1639, 1642, 1643, 1647, 1657, 1695, 1702, 1727, 1734, 1739, 1746, 1760, 1762, 1772, 1773, 1778, 1786, 1792, 1793); Verona (1525, 1528, 1538, 1541, 1542, 1558, 1561, 1566, 1568, 1570, 1575, 1576, 1578, 1601, 1604, 1605, 1606, 1610, 1612, 1616, 1618, 1619, 1620, 1621, 1622, 1624, 1626, 1627, 1628, 1629, 1632, 1633, 1634, 1635, 1636, 1637, 1639, 1641, 1643, 1644, 1645, 1646, 1650, 1654, 1657, 1658, 1659, 1703, 1724, 1733, 1736, 1738, 1740, 1745, 1754, 1757, 1764, 1765, 1783, 1787); Vicenza (1524, 1533, 1536, 1539, 1541, 1543, 1553, 1555, 1558, 1569, 1570, 1578, 1579, 1581, 1585, 1596, 1598, 1600, 1601, 1602, 1603, 1607, 1610, 1611, 1612, 1613, 1614, 1615, 1616, 1617, 1618, 1619, 1620, 1622, 1623, 1624, 1625, 1627, 1629, 1632, 1633, 1634, 1635, 1637, 1638, 1640, 1643, 1645, 1648, 1654, 1656, 1657, 1658, 1661, 1704, 1725, 1733, 1739, 1746, 1752, 1753, 1756, 1760, 1761, 1770, 1771, 1786, 1791).

Provveditori generali in Terraferma: (1528, 1549, 1590, 1607, 1615, 1620, 1622, 1623, 1625, 1627, 1630, 1635, 1639, 1640, 1643, 1649, 1706, 1711, 1716, 1731, 1737, 1744).

Sindici Inquisitori in Terraferma (1542, 1558, 1577, 1591, 1599, 1603, 1606, 1611, 1612, 1621, 1625, 1626, 1632, 1651, 1682, 1725, 1732, 1772).

Savio di Terraferma (1709).

Armata (1525, 1538, 1570, 1580, 1592, 1595, 1597, 1599, 1602, 1603, 1605, 1606, 1608, 1609, 1610, 1611, 1616, 1619, 1620, 1621, 1623, 1627, 1630, 1638, 1664, 1681, 1707, 1730, 1754).

Armata (1538, 1570, 1580, 1592, 1595, 1597, 1599, 1602, 1603, 1605, 1606, 1608).

Arsenale (1602, 1624, 1626, 1628, 1633, 1636, 1639, 1643, 1645, 1647, 1670, 1679, 1683, 1696, 1713, 1781).

Beni comunali (1605, 1606, 1609, 1639).


Boschi e Legne (1528, 1586, 1607, 1622, 1628, 1638, 1768).

Confini (1564).

Fiumi (1602, 1604, 1629, 1634, 1641).

Provveditori sopra i sali in Istria e Dalmazia (1588, 1597, 1603, 1621, 1634, 1637-38, 1638, 1650-51).

Frumento (sec. XVII).

Acaia (1698, 1701); Asso (1597, 1609); Capodistria (1554, 1560, 1584, 1585, 1587, 1588, 1589, 1592, 1593, 1596, 1598, 1600, 1603, 1604, 1606, 1608, 1609, 1612, 1613, 1614, 1620, 1621, 1626, 1627, 1630, 1632, 1633, 1638, 1640, 1641 1650, 1652, 1659, 1669, 1670, 1725, 1729, 1742, 1744, 1748, 1749, 1752, 1756, 1762, 1763, 1764, 1766, 1773, 1774, 1781, 1784, 1788, 1795); Castelnovo (1727); Cattaro (1533, 1536, 1572, 1573, 1588, 1590, 1592, 1594, 1596, 1600, 1601, 1602, 1604, 1614, 1616, 1618, 1621, 1623, 1627, 1632, 1635, 1637, 1639, 1640, 1641, 1669, 1723, 1727, 1742, 1745, 1750, 1753, 1763, 1766, 1771, 1780); Clissa (1650, 1702).

Provveditori generali in Dalmazia (1553, 1559, 1570, 1572, 1591, 1593, 1596, 1598, 1599, 1602, 1613, 1616, 1621, 1622, 1625, 1630, 1636, 1639, 1644, 1646, 1655, 1660, 1664, 1667, 1670, 1671, 1673, 1678, 1680, 1682, 1684, 1685, 1686, 1689, 1692, 1697, 1702, 1705, 1708, 1711, 1723, 1726, 1729, 1732, 1735, 1738, 1741, 1748, 1753, 1756, 1765, 1777, 1783, 1786, 1789, 1792, 1795).

Provveditori alla Cavalleria in Dalmazia (1567, 1616, 1620, 1621, 1625, 1627, 1630, 1637, 1639).

Provveditori in Istria (1588, 1590, 1614, 1615, 1616, 1625, 1626, 1629, 1632, 1634); Pola (1638, 1639), 1650); Raspo (1635, 1638, 1640, 1643, 1650, 1729, 1744, 1784); Sebenico (1587, 1593, 1595, 1597, 1599, 1602, 1604, 1606, 1607, 1609, 1611, 1613, 1617, 1620, 1622, 1625, 1627, 1629, 1635, 1636, 1637, 1639, 1719); Spalato (1557, 1566. 1573, 1586, 1594, 1597, 1600, 1602, 1611, 1614, 1619, 1621, 1623, 1624, 1628, 1629, 1638, 1646, 1648, 1723); Traù (1569, 1588, 1590, 1593, 1596, 1598, 1601, 1605, 1606, 1608, 1614, 1616, 1619, 1621, 1630, 1632, 1635, 1641, 1643, 1640, 1650); Veglia (1571, 1587); Zara (1543, 1563, 1566, 1571, 1586, 1587, 1588, 1589, 1593, 1594, 1596, 1598, 1600, 1601, 1602, 1603, 1604, 1608, 1610, 1612, 1616, 1619, 1620, 1621, 1636, 1638, 1640, 1642).

Capitano delle navi (1620, 1623, 1630, 1632, 1641, 1680, 1730, 1733, 1742).

Capitano in Golfo (1589, 1598, 1605, 1608, 1615, 1753, 1781).

Capitano contro Uscocchi (1588, 1597, 1599, 1620).

Provveditori Generali da Mar (1538, 1572, 1573, 1607, 1608, 1620, 1632, 1645, 1654, 1661, 1664, 1667, 1670, 1671, 1684, 1711, 1715, 1717, 1730, 1734, 1735, 1743, 1746, 1752, 1755, 1770, 1782, 1791, 1794).

Provveditore delle tre Isole (1552, 1601, 1608, 1619, 1788-89).

Sindici Inquisitori in Levante (1559, 1615, 1628, 1635, 1638, 1652).

Sindici ed Inquisitori in Dalmazia (1751, 1776).

Provveditore generale in Candia (1541, 1571, 1572, 1573, 1574, 1575, 1577, 1579, 1580, 1585, 1589, 1590, 1591, 1593, 1598, 1602, 1603, 1608, 1616, 1619, 1627, 1629, 1632, 1636, 1640, 1651, 1653, 1655, 1660, 1667).


Rettori in Candia (1563, 1567, 1570, 1578, 1580, 1583, 1584, 1590, 1591, 1594, 1597, 1601, 1604, 1606, 1608, 1610, 1612, 1615, 1618, 1622, 1625, 1628, 1632, 1635, 1637, 1639).

Provveditor al Militar in Candia (1595, 1597, 1599, 1623, 1644, 1645, 1646, 1651).

Capitano della guardia di Candia (1596, 1613, 1628, 1632-33).

Canea (1573, 1586, 1595, 1598, 1601, 1607, 1614, 1617, 1622, 1641, 1644).

Cerigo (1561, 1590, 1601, 1620, 1729).

Cefalonia (1560, 1567, 1569, 1587, 1590, 1593, 1596, 1601, 1603, 1608, 1609, 1611, 1613, 1618, 1620, 1622, 1624, 1626, 1627, 1632, 1635, 1640, 1655, 1732, 1745, 1746, 1749, 1759, 1766).

Cipro (1534, 1559, 1561, 1571).

Relazioni relative a varie fortezze (1548, 1551, 1558, 1559, 1562).

Corfù (1535, 1559, 1566, 1568, 1570, 1581, 1586, 1588, 1590, 1592, 1594, 1598, 1599, 1600, 1601, 1602, 1603, 1604, 1606, 1608, 1610, 1611, 1613, 1614, 1616, 1617, 1620, 1621, 1623, 1624, 1625, 1626, 1627, 1629, 1631, 1633, 1635, 1637, 1640, 1644, 1646, 1653, 1655, 1671, 1674, 1678, 1679, 1721, 1732, 1734, 1740, 1745, 1753, 1776).

Corone (sec. XVII).

Grabusa (1592, 1595, 1597, 1599). Messenia (1702).

Morea (1690, 1691, 1692, 1693, 1701, 1708, 1711).

Prevesa (1727).

Rettimo (1563, 1569, 1589, 1592, 1595, 1611, 1615, 1628).

Santa Maura (1688, 1701, 1722, 1739, 1745).

Scitia (1612).

Spinalunga (1585, 1587, 1590, 1596, 1598).

Suda (1577, 1586, 1598, 1714).

Tine (1640).

Zante (1592, 1594, 1596, 1601, 1602, 1605, 1609, 1614, 1615, 1617, 1622, 1624, 1626, 1633, 1637, 1642, 1644, 1659, 1675, 1677, 1730, 1738, 1745, 1771).

Rubriche in ordine alla parte del Maggior Consiglio del 17 gennaio 1744, 1774-1797, 10.

Rubricario di decreti del Senato e del Consiglio dei X, secc. XIV-XVI, 1.

Sindicati, 1329-1507, 2.

Sindicati (copie moderne), 2.


CONSIGLIO DEI DIECI

Per punire i colpevoli della congiura Tiepolo-Querini, reprimere i germi di ribellione da essa lasciati in seno alla cittadinanza e prevenire infine il rinnovarsi di attentati alla sicurezza dello Stato, il Maggior Consiglio, con Decreto del 10 luglio 1310, nominava dieci Savi, affinché, uniti ai Capi dei Quaranta, si occupassero di tutto ciò che aveva riguardo con la cospirazione e deliberassero, con l'autorità stessa del Consiglio che li aveva eletti, i provvedimenti atti a garantire la pubblica tranquillità.

Da principio il nuovo Consiglio ebbe carattere straordinario con compito specifico: ma le necessità a cui rispondeva e la buona prova compiuta fecero sì che, dopo proroghe di varia durata, lo si rendesse, nel 1455, stabile (Decreto del M.C. del 20 luglio).

II Consiglio dei Dieci è stato per lungo tempo dipinto con i più foschi colori, ma non senza esagerazione: ché, in realtà, quel che lo rese temuto nei lunghi secoli della sua esistenza fu l'aria di mistero di cui gelosamente volle e seppe circondare i propri atti, non già la possibilità che si lasciasse trascinare, a causa appunto di detta segretezza, a pratiche arbitrarie. Esso era infatti sottoposto a norme minuziose alle quali non poteva derogare ed aveva una procedura che, se pure sommaria, doveva conformarsi alle leggi che la regolavano. Inoltre l'intervento del Doge e dei suoi Consiglieri, che presiedevano alle sue sedute e quindi lo controllavano, era la garanzia migliore di una scrupolosa osservanza della giustizia, di una giustizia alle volte forse tremenda, ma tuttavia sempre regolare.

Il Consiglio si componeva:

I) Dei dieci membri ordinari, scelti dal corpo del Senato tra i cittadini più rispettabili per le virtù dell'animo e della mente e di età superiore ai 40 anni. Venivano eletti in Maggior Consiglio (prima con due, poi con tre e infine con quattro mani di elezioni) in diverse sedute dall'agosto al settembre di ciascun anno e non potevano essere scelti se non uno per famiglia, al fine di evitare il più possibilmente gli abusi. Non potevano essere legati fra di loro da vincolo di parentela e non potevano cumulare altra carica. Duravano in funzione un anno ed erano sottoposti ad una contumacia della stessa durata, la quale veniva osservata così rigorosamente che bastava essere entrati in Consiglio il giorno precedente alla sua rinnovazione per non poter far parte del successivo Consiglio. Col tempo la contumacia fu portata a due anni.


II) Del Doge e dei sei Consiglieri Ducali, ai quali spettava la presidenza del Consesso. Dapprima facoltativa, la partecipazione dei Consiglieri alle sedute del Consiglio fu, con legge del Maggior Consiglio del 1427, dichiarata obbligatoria: rimase invece sempre facoltativa quella del Doge.

III) Di almeno uno degli Avogadori di Comun, il cui intervento era richiesto a tutela della legge e per la regolarità degli atti. Egli poteva accusare chiunque dei Dieci avesse operato illegalmente, aveva facoltà di proposta e poteva finanche sospendere le deliberazioni del Consiglio: non aveva però voto deliberativo.

I tre Capi dei Quaranta, nello stesso anno dell'istituzione del Consiglio, ne furono esclusi: l'ultima ingerenza, che in virtù di un decreto del Consiglio Minore del 1402 vi avevano, limitata al caso della sostituzione di qualche Consigliere Ducale espulso, fu ad essi vietata dal Maggior Consiglio nel 1464.

All'epoca del processo di Marin Faliero (1355) la composizione del Consiglio dei Dieci si allargò con l'applicazione di una Zonta, creata con semplice voto consultivo, trasformato l'anno seguente, in cui essa diventò ordinaria, in voto deliberativo. Fu composta dapprima di venti membri, ridotti poi a quindici nel 1529, che venivano scelti in un primo tempo dallo stesso Consiglio dei Dieci, poi dal Maggior Consiglio, fra i senatori di età superiore ai 30 anni e che duravano in carica un anno e non potevano essere rieletti, se non dopo una contumacia di ugual durata. Chiamata a deliberare nei casi gravi, specie in quelli che interessavano la suprema sicurezza dello Stato, la Giunta durò fino al 1582, anno in cui, in seguito alla reazione manifestatasi nella Repubblica contro le tendenze oligarchiche del Consiglio, nessuno dei 15 riuscì confermato in Maggior Consiglio: sicché essa si estinse nel fatto prima ancora che un espresso decreto la abolisse. Il Consiglio dei Dieci si adunava in principio quattro volte al mese, poi in ogni giorno non festivo e non di seduta pel Senato. Poteva essere convocato straordinariamente dal Doge in qualunque giorno, anche festivo, anche di notte. Il membro che non interveniva alle sue sedute per tre settimane era destituito. Nel 1318, i Dieci furono chiamati dal Maggior Consiglio a consulta col Senato e da allora vi parteciparono sempre con diritto di voto.

In seno al Consiglio dei Dieci venivano scelti ogni mese tre Capi, alternativamente di settimana, i quali lo rappresentavano stabilmente. Ad essi spettava l'iniziativa degli affari, il far eseguire le deliberazioni del Consiglio, il difendere la quiete e libertà dei sudditi da prepotenti, la sorveglianza sulle carceri, ecc. ecc. Davano udienza tre giorni per settimana, erano privati dell'ufficio se mancavano per otto giorni di seguito, dovevano osservare la contumacia di un mese. Avevano anche funzioni giudiziarie autonome - limitate, ma delicate - come il decidere in ultima istanza contro le sentenze dei censori o i casi urgenti, ma non gravi, di soprusi del patriziato. Anche essi come il Consiglio, ebbero sempre la tendenza ad esorbitare dai propri poteri,
definendo
finanche cose non appartenenti al Consesso, ma furono sempre richiamati al dovere.

Il seno al Consiglio venivano eletti anche, mensilmente, due esecutori o inquisitori con funzioni istruttorie.

A garanzia della sua autonomia politica il Consiglio dei Dieci aveva una Cassa propria per le spese segrete, che amministrava da sé e di cui non doveva render conto a nessun altro Corpo: vi attendeva un Camerlengo eletto dal Consiglio fra i suoi membri.

Alla Cassa erano anche adibiti due Revisori.

Altri organi interni del Consiglio erano: Il Provveditore alle Sale, al quale era affidata la custodia delle armi, che si tenevano pronte pel caso di improvviso pericolo, precauzione necessaria, specie dopo l'esperienza di insidiosi tentativi contro lo Stato, e i due Deputati sopra le risposte dei particolari.

L'attività del Consiglio dei Dieci, considerato come supremo organo criminale e di polizia, si esplicò soprattutto in tre direzioni: tranquillità e prosperità dello Stato; garanzia del cittadino; tutela del buon costume.

Funzione sua preminente e caratteristica, derivatagli nell'atto stesso della sua costituzione, fu il perseguire con ogni mezzo le male disposizioni interne ed esterne contro la stabilità e la quiete della Repubblica. Entravano quindi in questa branca essenziale delle sue funzioni il conoscere dei reati politici (sette, congiure, spionaggio, tradimento, propalazione di notizie false, ecc.), dei reati più gravi che, perturbando le coscienze, era interesse anche politico reprimere, dei reati dei nobili, nei quali, anzi dal 1624, divenne giudice assoluto, con esclusione della Quarantia dapprima competente nei casi meno gravi. E poiché la tranquillità e il buon ordine della classe patrizia erano necessari per una ben regolata vita pubblica, al Consiglio fu dato un esteso potere disciplinare sui nobili, il quale, penetrando fin nella loro più intima vita, assicurava sia il buon costume privato, sia il buon andamento della cosa pubblica.

Spettava inoltre al Consiglio, come supremo tutore politico, la sorveglianza sulle corporazioni la cui attività, non frenata a tempo, avrebbe potuto riuscir dannosa allo Stato; sull'arte vetraria tanto importante nell'industria del paese; sui boschi, il cui legname era preziosissimo per i bisogni della flotta; sulle miniere; sulla Cancelleria Ducale, nella quale si custodivano gelosamente gli atti essenziali della vita dello Stato. Infine per la buona amministrazione della cosa pubblica, della quale è condizione indispensabile il buon costume politico, ai Dieci era affidata la vigilanza sul broglio elettorale.

Alla tutela del cittadino e quindi alla quiete pubblica il Consiglio provvedeva disciplinando l'uso delle armi, la materia dei duelli, la violenza nelle barche e quanto altro potesse arrecar offesa e turbamento nel popolo.

Infine per quanto riguardava il buon costume il Consiglio vi attendeva attraverso l'attento regolamento del lusso, degli spettacoli, delle feste, dei


teatri, delle maschere, dei casini e delle sale da ballo, della questua, della decenza nelle Chiese e nei Monasteri, della prostituzione, ecc. ecc.

Ma la primitiva sua competenza, per la natura stessa, assai delicata, delle sue funzioni e per il fatto che le sue attribuzioni non potevano essere fissate se non con una certa elasticità, venne pian piano allargandosi dal campo puramente criminale e di polizia al campo amministrativo, finanziario e sopratutto a quello della politica estera. Accadde così che il Consiglio fosse spesso portato ad esorbitare dai limiti delle sue funzioni e fosse tentato di attrarre nella sfera dei suoi poteri materia politica che la costituzione affidava ad altri organi. Di qui inevitabili reazioni, come quella del 1582, in seguito alla quale la trattazione degli affari segretissimi, già prima, per la loro natura, di esclusiva pertinenza del Consiglio dei Dieci, fu condivisa anche dal Collegio, che intanto era riuscito a porsi nella vita costituzionale veneziana come l'organo più idoneo a trattare la politica del paese; fu riaffermata la norma che i provvedimenti del Consiglio potessero essere intromessi da ciascuno degli Avogadori, norma, che per essere stata scarsamente applicata per l'addietro, aveva favorito gli sconfinamenti dei Dieci; si sottrasse alla sua competenza la sorveglianza sulla Zecca, sulla quale aveva avuto potestà fin dal 1350, per attribuirla al Senato, al quale fu data la libera ed esclusiva disposizione del pubblico danaro; si tentò di definire la natura degli affari segreti che i Dieci potevano trattare; si vietò loro infine di revocare o di modificare le parti del Maggior Consiglio.

Con questa riforma e con le altre successive (principale quella del 1628) limitandosi l'attività del Consiglio e riaffermandosi espressamente la sua competenza a conoscere di tutti i reati che direttamente o indirettamente rivelassero un interesse politico, si mirò a ricondurlo alla sua tipica funzione di tutore dell'ordine politico, a cui spesso esso aveva tentato di aggiungere la funzione di governo.

Ciò non ostante rimane vero che, dalla sua creazione in poi, il Consiglio dei Dieci manifestò sempre la tendenza ad usurpare la direzione suprema dello Stato, in ciò coadiuvato dal fatto che aveva nel suo seno il Doge ed il Consiglio Minore, oltre che dalle alte incombenze che gli erano demandate, dal segreto delle sue deliberazioni e dall'essere la fonte da cui traevasi il temuto tribunale degli Inquisitori di Stato, che nel secolo XVIII finì anzi coll'assorbire gran parte dei suoi poteri.

(Cfr.:Macchi: Storia del Consiglio dei Dieci, Milano, G. Daelli e C., 1864, voll. 3).

ARCHIVIO DEL CONSIGLIO DEI X

Diari: 1605-1640, 1646-1647, 1619-1653, 1655-1684, 1689-1696, 1701-1713, 1724-1749, 1756-1765, 1767-1797, 95.

Miscellanea, Capitolari, Elezioni del Consiglio dei X, Indici, ecc.: secc. XIV-XVIII, 104.


Parti: Biave: 1558-1579, 3; Comuni (in filza), 1525-1797, 1317; Comuni (in registri), 1525-1554, 1557-1791, 240; Criminali (in filza), 1502-1797, 160 (in registri), 1502-1795, 209; Miste (in registri), 1315-1331, 1334-1335, 1363-1524, 46 (in filza), 1477-1524, 55 e due copie moderne dei primi due registri; Roma (in registri), 1573-1639, 1641-1678, 7 (in filza), 1573-1678, 9; Secrete (in registri), 1525-1678, 1703-1717, 22 (in filza), 1525-1797, 81; Segretissime, 22 settembre 1511-13 maggio 1527, 1; Zecca (in registri), 1543-1582, 4 (in filza), 1570-1582, 3.

Processi criminali: Bassano, 1751-1793, 2; Belluno 1671, 1751-1753, 1756-1789, 1791-1796, 12 (rubrica 1); Bergamo, 1745 - 1785, 1787-1797, 57 (rubrica 1); Brescia 1617, 1743-1763, 1765-1795, 110 (rubrica 1); Capodistria, 1750-1768, 1770-1796, 24 (rubrica 1); Chioggia, 1751-1779, 1783-1794, 5 (rubrica 1); Corfù, 1773, 1776, 1783, 12; Crema, 1683, 1748 - 1788, 12; Dalmazia, Albania, 1629, 1632, 1750-1794, 32 (rubrica 1 ); Dogado, 1607-1620, 1726, 1739, 1750-1796, 45; Feltre, 1761-1794, 8 (rubrica 1); Isole del Levante, 1751-1769, 1771-1791, 17 (rubrica 1); Padova, 1699, 1750-1795, 70 (rubrica 1); Palma, 1744-1752, 1754-1755, 1764-1776, 1783-1793, 12 (rubrica 1) : Pola, 1776-1782, 2; Raspo, 1750-1762, 1769-1770, 1773-1792, 16 (rubrica 1); Rovigo, 1750-1760, 1762-1795, 12 (rubrica 1); Salò, 1750-1762, 1765-1795, 16 (rubrica 1); Treviso, 1749-1796, 59 (rubrica 1); Udine, 1711, 1744-1796, 56 (rubrica 1); Verona, 1749-1796, 51 (rubrica 1); Vicenda, 1712, 1743-1796, 43 (rubrica 1); Ducali per delegazione di processi ai Rettori, 1611-1795, 5; Processi delegati ai Rettori, 1594-1600, 1604-1605, 1607-1645, 3; Processi delegati ai Rettori di Vicenza, 1766, 2.

Proclami, 1457-1796, 54.

Proclami a stampa, 1571-1797, 5,

Soranzo Benedetto, Arcivescovo di Cipro (carte sequestrate a...), sec. XV, 6.

(Cfr.: G. Dalla Santa: Benedetto Soranzo patrizio veneziano, arcivescovo di Cipro, e Girolamo Riario, Una pagina nuova della guerra di Ferrara degli anni 1482-1484, in «N.A.V.», 28, II, 1914).

ARCHIVIO DEI CAPI DEL CONSIGLIO DEI X

Banditi (1600-1698), 11: Bandi, 1598-1790, 2: Liberazioni, 1588-1651, 3; Voci di liberar, 1592-1602, 1; Terminazioni per liberazione di, 1629-1705, 25; Offerte per liberazione di bando e prigionia, 1629-1630, 1.

Cariche: 1746-1797, 9.

Costituti: 1675-1796, 10.

Decreti (filze): 1312-1796, 4; (registri): 1441-1726, 4; Decreti relativi ad oggetti ecclesiastiti (Bolla clementina): 1727-1768, 1.

Diari: 1570-1797, 11.

Dispacci degli Ambasciatori: Aja, Inghilterra, Mantova, 1504-1666, 1; Costantinopoli, 1504-1714, 7; Ferrara, Fiandre, Firenze, 1501-1651, 1; Francia, 1500-1700, 3; Germania, 1501-1629 e 1636, 2; Milano (1501-1696) e Mirandola (1558), 3; Napoli (1560-1790); Münster (1647); Polonia e Portogallo 2; Roma, 1500 - 1723, 8; Savoia, 1560-1626), 1; Spagna (1501-1705), Svizzera (1612-1645), Trento (1562-1563), Ungheria (1408-1524), 2.

Dispacci dei Consoli ed altre cariche: 1500-1622, 1.

Dispacci dei Rettori (ordinati per provincia): Bergamo, 1500-1796, 17; Caravaggio (1500-1507), Clusone (1533-1768), Martinengo (1535-1790), Romano (1524-1785), 1; Brescia, 1477-1796, 38; Anfo [Rocca d'] (1567-1618) e Asola (1499-1698), 1; Asola (1700-


1755) e Lago di Garda, Lonato, Montechiari (1502-1755), 1; Orzinovi (1500-1747), Pontevico (1501-1618), 1; Salò (1500-1790), Urago d'Oglio e Valcamonica (1574-1791), 6; Crema, 1500-1794, 7; Cremona (1500-1579), Casalmaggiore (1505-1507), Pizzoleone (1501-1507), Soncino (1501), 1; Dogado, (1500-1796), 7; Padova, (1470-1798), 32; Arquà, Camposanpiero, Castelbaldo, (1498-1792), 1; Cittadella (1500-1798) ed Este (1510-1669), 2; Este, 1670-1797, 2; Monselice, 1510-1793, 1; Montagnana, 1504-1795, 2; Piove di Sacco e Teolo, 1510-1765, 1; Ravenna e Cervia, 1500-1528, 1; Rovigo, 1500-1796, 8; Badia, 1501-1793, 1; Adria, 1507-1795, 1; Cavarzere, 1514-1791, 1; Lendinara, 1510-1792, 2; Treviso, 1495-1796, 17; Asolo, 1510-1794, 2; Belluno, 1501-1794, 3; Castelfranco: (1501-1599-1700-1784) e Ceneda (1670-1730), 1; Conegliano (1501-1794) e Cordignano (1655-1731), 1; Feltre (1500-1794) e Mel (1680-1779), 3; Mestre, 1500-1780, 2; Motta, 1500-1794, 1; Noale (1504-1791) e Nervesa (1580), 1; Oderzo, 1502-1764, 1; Pieve di Cadore (1696, 1708-1794) e Portobuffole (1505-1793), 1; Serravalle, 1507-1786, 1; Udine, 1500-1797, 16; Agordo (1524-1649), Aviano, Belgrado Buie (1513-1791), Cadore (1500-1788); Caneva (1504-1764) e Cividal del Friuli (1504-1680), 1; Cividal del Friuli, 1681-1794, 1; Collalto, Latisana, Marano (1511-1784), Meduna (1512, 1547, 1619), Gemona (1566), Pinzano (1730), 1; Pordenone, 1509-1789, 1; Portogruaro, 1500-1754, 1; Sacile (1501-1796), San Salvatore di Collalto (1663-1749), Spilimbergo (1559 e 1620), Tolmezzo (1541, 1607, 1679, 1734-1755), Venzone (1541 e 1591), San Vito (1515, 1516, 1525, 1528, 1637), 1; Verona, 1500-1795, 26; Cologna, 1500-1794, 2; Legnago, 1500-1793, 2; Peschiera (1501-1764), Soave (1531-1753), Sanguinetto (1683-1753), 1; Vicenza, 1500-1796, 28; Bassano, 1500-1794, 3; Lonigo (1510-1752), Marostica (1500-1795), Schio (1593), Thiene (1720), 1; Albona (1505-1793) e Capodistria (1404 e 1500-1598), 1; Capodistria, 1600-1797, 5; Due Castelli (1597-1684), Cittanova (1507-1768), Dignano (1565-1788), 1; Grisignana (1516-1748), Isola (1501-1792), San Lorenzo (1601-1793), 1; Montona, 1500-1793, 1 ; Monfalcone (1502-1754) e Muggia (1500-1777), 1 : Parenzo e Pietrapelosa, (1500-1792), 1; Pirano (1502-1792) e Pisino (1609), 1; Pola (1500-1787) e Pertola (1528-1792), 2; Raspo (1501-1792), Rovigno (1518-1790), 3; Umago (1511-1750) e Valle (1485-1756), 1; Almissa (1502-1796), Antivari (1500-1565), Arbe (1501-1759), Brazza (1518-1795), Budua (1507-1765), 1; Castelnuovo (1501-1796) e Cattaro (1500 - 1601), 1; Cattaro, 1602-1792, 1; Cherso (1527-1792), Clissa e Curzola (1518-1791), 1; Dolcigno (1500-1556), Imoschi (1730-1793), Knin (1747-1781), Lesina (1498-1782), 1; Macarsca (1738-1795), Nona (1519-1765), Novegradi (1555-1755), Ossero (1655-1735), Pago (1507-1777), 1; Sebenico (1501-1791) e Sign (1715-1747), 1; Veglia (1501-1795), 1; Zara, (1500-1793), 2; Alessio (1504), Asso (1605), Candia (1505-1573), 1; Candia (1574-1666) e Canea (1517-1641), 1; Castel di Morea (1688-1703), Cefalonia (1504-1752), Cerigo (1539-1740), 1; Cipro (1493-1570), 3; Corfù, (1500-1599), 2; Corfù (1603-1778), Corinto (1695), Durazzo (1500-1501), Famagosta (1487-1570), Lepanto (1688-1697), 1; Santa Maura (1690-1767), Mola (1500), Napoli di Romania (1500-1703), Pafo (1538-1546), 1; Patrasso (1687-1704), Prevesa (1783), Rettimo (1517-1609), Scio (1694), Sitia (1513-1641), Spinalunga (1601-1649), Suda (1581-1715), Tine (1517-1688), 1; Zante, (1506-1749), 1; Provveditore Generale in Terraferma, (1500-1748), 2; Palma, (1542-1794), 2; Provveditore Generale da Mar, (1506-1747), 1; Provveditore Generale da Mar (1748-1794), Capitano generale da Mar (1500-1691), Capitano contro Uscocchi (1571-1795), 1; Provveditore generale in Dalmazia od Albania, (1500-1796), 3; Provveditore dell'Armata (1513-1637), Capitano in Golfo (1510-1747), 1; Governatori delle navi (1570-1747), Nobile d'Armata (1691-1726), Sindici Inquisitori in Dalmazia (1748, 1749, 1751),


Provveditore generale in Levante (1569, 1652, 1696, 1749), Inquisitori in Levante (1637), Capitano della guardia contro Uscocchi (1578-1612), Provveditore generale della Cavalleria in Dalmazia (1579-1598), Direttori dei Convogli (1695-1725), Governatori delle galere dei condannati (1577-1617), Capitano delle fuste (1566, 1567, 1573), Capitano alla guardia di Candia (1577, 1580, 1629), Direttore di Squadra (1710, 1715, 1719), Capitano delle galeazze (1556-1731), Sopracomito (1500-1588), Provveditore generale in Istria e Capitano alle Isole di qua dal Quarnaro (1616-1622), Provveditori alla Sanità in Istria (1714, 1715, 1738), 1; Miscellanea, 4.

Divorzi, 1749-1789, 1; Annotazioni per, 1782-1797, 3; Consulti e memorie sui, 2; Suppliche per, 1782-1788, 2; Processi, 1769-1796, 6.

Ducali: 1793-1797, 1.

Fedi dei Pievani: 1715 e 1767-1768, 1.

Fedi per i chierici: 1752-1797, 6.

Giudizi: 1745-1781, 2.

Leggi (registro): secc. XV-XVII, 1.

Lettere: 1473-1492, 1494-1513, 1515, 1517-1535, 1537-1545, 1547-1552, 1554-1567, 1569, 1571-1609, 1611-1622, 1644-1645, 1650-1657, 1667-1668, 1670-1673, 1675-1677, 1679-1685, 1687-1689, 1696-1732, 175; sottoscritte: 1738-1771, 1775-1793, 24; segrete: 1525-1797, 369; criminali: 1575-1597, 1601-1609, 1617-1636, 1649-1662, 1666, 16; poste a parte: 1779-1797, 16; diverse: 1490-1663, 2; di condottieri di gente d'armi, 2.

Documenti relativi al Trentino tratti dalle Lettere secrete: 1470-1793, 2.

Licenze d'armi rilasciate a condottieri e privati, secc. XVII-XVIII, 9.

Licenze di recarsi in casa di Ambasciatori, 1562-1608, 2.

Mazzetti, 1741-1797, 7.

Malviventi in Terraferma: Adria (1782), Bassano (1783-1790), Belluno (1782-1795), Bergamo (1782-1796), Brescia (1782-1796), Capodistria (1789-1795), Chioggia (1788-1796), Cividal del Friuli (1782-1796), Cologna (1785-1792), Conegliano (1782-1796), Crema (1783-1796), Feltre (1784-1796), Padova (1782-1796), Palma (1790), Rovigo (1782-1793), Salò (1782-1789), Treviso (1782-1795), Udine (1782-1796), Verona (1782-1796), Vicenza (1782-1796), 31.

Notatorio (filze): 1542-1550, 1554-1580, 1585-1626, 1628-1797, 63; (registri): 1478-1500, 1506-1536, 1540-1545, 1551-1583, 1585-1591, 1598-1606, 1610-1629, 1633-1636, 1641-1652, 1661-1661, 1669-1675, 1680-1682, 1689-1691, 1695-1704, 1716-1720, 1726-1732, 1735-1742, 1754-1766, 1773-1796, 57.

Note di prigionieri, secc. XVII-XVIII, 2.

Pergamene, 1495-1705, 1.

Permessi per visitare i carcerati delle carceri nuovissime, 1605-1620, 1.

Pievano di S. Giuliano: 1620-1621, 1.

Processi criminali (Dogado), 1630-1797, 56.

Processi e carte criminali: Dogado (1726-1797), 5; Candia (1564-1610), Cipro (1531-1533), Corfù (1574-1620), Cremona (1501, 1584, 1761-1762), Ferrara (1733), Messina (1571), Vienna (1604), 1; Brescia (1516-1795), 2; Belluno (1585-1775), Bergamo (1507-1796), 1; Capodistria (1559-1797), 1; Chioggia (1747-1789), Crema (1750-1775), 1; Feltre (1515-1792), 1; Padova (1449-1795), 2; Provveditore generale in Dalmazia ed Albania 1507-1794), 2; Provveditore generale da Mar (1539-1781), 2; Raspo (1789-1790), Salò (1756), 1; Rovigo (1593-1791), 2; Treviso (1546-1790), 2; Udine (1510-1796), 6; Verona (1518-1780), 2; Vicenza (1539-1795), 3.


Processi dei Rettori: 1644-1766, 8.

Raccordi e denunzie: secc. XV-XVIII, 6.

Ruoli dei Capitani: 1654-1797, 2.

Scritture: 1507-1797, 6.

Sentenze: 1709-1731, 2.

Sentenze dei Rettori: 1574-1796, 29.

Suppliche: 1479-1797, 9.

Taglie: 1598-1739, 8.

Tìtoli di chiese: 1650-1797, 45.

Atti vari: 7.

ARCHIVIO DEL CAMERLENGO DEL CONSIGLIO DEI X

Decreti (registri): 1714-1795, 14.

Decreti del Consiglio dei X e del Senato (filze): 1462-1796, 9.

Decreti per abilità: 1715-1737, 1.

Ordini e terminazioni, 1715-1777, 3.

Terminazioni: 1715-1751, 1761-1778, 2.

Proclami e terminazioni a stampa: 1589-1753, 1.

Scritture: 1706-1797, 11.

Scritture e risposte: 1715-1726, 1.

Suppliche: 1727-1730 e 1751, 1.

Lettere: 1712-1796, 4.

Lettere dei Rappresentanti: 1664-1796, 4.

Giuramenti dei Reggimenti: secc. XVI-XVIII, 12.

Giuramenti: 1486-1762, 4.

Raspe dei Rettori: Adria (1730-1766), Albona e Fianon (1751-1766), Almissa (1747-1771), Arbe (1744-1787), Armata (Provveditor dell') (1758), Arsenale (Provveditore all') (1662-1665), Asolo (1716-1796), Asso (1744-1745), Badia (1744-1788), Bassano (1544-1792), Belluno (1747-1795), Bergamo (1662-1793), Bestemmia (Giudici) (1667-1716), Brazza (1747-1792), Brescia (1676-1795), Buie (1763-1766), Caneva (1744-1787), Caorle (1758), Capodistria (1706-1789), Castelfranco (1747-1791), Castelnuovo (1748-1779), Cattaro (1736-1793), Cavarzere (1741-1793), Cefalonia (1750-1792), Ceneda e Tarso (1781-1782), Cerigo (1744-1771), Cherso e Ossero (1745-1789), Chioggia (1740-1797), Cittadella , (1746-1797), Cittanova (1745-1775), Cividal del Friuli (1702-1788), Clissa (1678-1793), Cologna (1742-1792), Condannati (Governatore ai) (1765-1775), Conegliano (1744-1784), Corfù (1740-1792), Crema (1683-1792), Curzola (1739-1792), Dalmazia ed Albania (1753-1795), Dignano (1760-1765), Este (1731-1787), Feltre (1746-1795), Friuli (1664-1784), Golfo (Capitano del) (1758-1773), Grisignana (1794), Knin (1721-1786), Imoschi (1748-1791), Isola (1720-1787), Legnago (1721-1792), Lendinara (1745-1793), Lesina (1744-1779), S. Lorenzo (1750-1789), Macarsca (1749-1777), Marano (1743-1762), Martinengo (1741-1783), Mar (Capitano generale) (1727-1782), S. Maura (1737-1790), Mestre (1750-1794), Monfalcone (1741-1776), Monselice (1734-1794), Montagnana (1747-1781), Montona (1763-1787), Motta (1746-1781), Muggia (1762-1774), Noale (1746-1776), Nona (1762-1783), Novegradi (1764-1788), Oderzo (1749-1787), Ogli (Provveditori agli) (1709), Orzinovi (1679), Padova (1665-1795), Pago (1748-1785), Palma (1768-1785), Parenzo (1770-1793),


Peschiera (1748-1749), Pirano (1715-1790), Pola (1741-1786), Pordenone (1743-1792), Portobuffolè (1749-1767), Portogruaro (1710-1744), Portole (1769-1784), Prevesa (1779-1781), Raspo (1715-1786), Romano (1741-1792), Rovigno (1762-1792), Rovigo (1685-1796), Sacile (1742-1790), Sale (Provveditore al) (1601-1685), Salò (1738 1787), Sanità (Provveditore alla) (1760-1764), Sebenico (1748-1795), Serravalle (1705-1779), Sign (1745-1796), Spalato (1759-1792), Terraferma (Provveditore in) (1611-1726), Traù (1746-1794), Treviso (1747-1795), Valle (1742-1743), Veglia (1693-1784), Verona (1662-1795), Vicenza (1696-1795), Vonizza (1736), Zante (1734-1785), Zara (1375-1394), 67.

Pieggerie: 1671-1797, 7.

Mandati di pagamento dei Camerlenghi: 1521-1641, 3.

Mandati dei Capi dei X ai Camerlenghi: 1503-1614, 4.

Quaderni cassa: 1703-1797, 14.

Ristretti di cassa: 1716-1762, 3.

Ricevute dei libri cassa inviati ai Rettori: 1657-1697, 3.

Ricevute dell'Ammiraglio provvisionale di Corfù: 1770-1772, 1.

Ricevute del Munizioniere della fortezza vecchia di Corfù: 1757-1771, 1.

Amministrazione dell'Area del Santo di Padova: secc. XVI-XVIII, 2.

Diversorum: 1779-1796, 7.

Solutionum peractarum in officio repcrtorium: 1.

Miscellanea: 10.

ARCHIVIO DEGLI INQUISITORI SOPRA LA CASSA DEL CONSIGLIO E DEPUTATI SOPRA IL PALIO

Inquisitori sopra la cassa del Consiglio dei X: Decreti, terminazioni, lettere, scritture e riferte: 1717-1719, 1.

Deputati sopra il palio del falconetto, dello schioppo e della balestra1: 1502-1753, 1.

ARCHIVIO DEL CONSERVATORE DELLA BOLLA CLEMENTINA

Era un ecclesiastico alle dipendenze del Consiglio dei X, incaricato della conservazione della Bolla del 7 febbraio 1725, meglio nota col nome di Bolla clementina, riguardante la collazione e l'elezione dei parroci.

L'Archivio consta di 6 pezzi, che vanno dal 1732 al 1760.


INQUISITORI DI STATO 1

Nel 1539, il Consiglio dei Dieci scelse dal proprio seno una giunta di tre, che, col nome d'Inquisitori contro i propagatori del segreto (da non confondere con i preesistenti Inquisitori dei X che avevano una funzione istruttoria) cercassero i colpevoli di propalazione di secreti dello Stato. Questa giunta fu nominata poi sempre annualmente, ma non costantemente, e, sulla fine del secolo XVI, prese il nome di Inquisitori di Stato e divenne permanente. Uno degli Inquisitori era scelto fra i Consiglieri ducali (rosso), gli altri due e quello di rispetto fra i decemviri (neri).

Le loro deliberazioni erano sempre sottoposte al vincolo del segreto. Avevano la sorveglianza su tutto ciò che spettava alla sicurezza dello Stato e la punizione di quanto aveva apparenza di attentato a quella: erano di loro competenza tutte le colpe politiche, le trasgressioni della legge, che proibiva ai nobili di frequentare o corrispondere con personaggi stranieri, le maldicenze contro il governo, le mancanze di rispetto a chiese e monasteri, i pubblici ritrovi, ecc. ecc. Anche questo corpo che si intitolò il Supremo Tribunale ebbe tendenza ad assorbire la trattazione degli affari politici, e, interpretando estensivamente il proprio mandato, a esercitare una funzione preponderante, almeno di fatto, nella direzione della pubblica cosa. Negli ultimi tempi della vita della Repubblica era molto potente e si era anche tentato di reagire per ricondurlo entro l'ambito delle proprie facoltà legali; ma troppo tardi, ché la Repubblica era già agonizzante.

Rapida era la loro procedura: il loro voto concorde era sentenza, che pubblicavasi nel Maggior Consiglio.

Cfr.: Bazzani A.: Le annotazioni degli Inquisitori di Stato di Venezia, «Arch. st. it.», S. III, t. XI, p. 19, 45-82, p. 2a, 3-72 e t. XII, p. Ia, 8-36.

Fulin R.: Studi nell'Archivio degli Inquisitori di Stato, Venezia, Tip. del Commercio, 1868.

Fulin R.: Di una antica istituzione mal nota (Inquisitori dei X e Inquisitori di Stato), Venezia, 1875 (estr. dagli «Atti del R. Ist. Veneto», S. 5a, I).

Pelissier L.G.: Les Archives des Inquisiteurs d'État a Venise, Besançon, Jacquin, 1898.

Romanin S.: Gli Inquisitori di Stato di Venezia, Venezia, Naratovich, 1858 (estr. dal vol. VI della «Storia documentata di Venezia»).

Capitolare: 1411-1793, 1.

Indici e rubriche di lettere, annotazioni, salvacondotti, sfrattati, ecc.: 1700-1797, 4.

Lettere degli Inquisitori ai Rettori e ad altre cariche (Ambasciatori, Consoli, Residenti, ecc.), a privati ed ai Confidenti: 1590-1797, 188.


Comunicate al Senato e al Consiglio dei Dieci: 1644-1797, 4.

Licenze di porto d'armi e salvacondotti: 1680-1797, 3.

Lettere, minute, memorie e relazioni del Segretario degli Inquisitori di Stato: 1595-1796, 11.

Dispacci dei Rettori ed altre cariche agli Inquisitori di Stato: 1588-1797, 312.

Minute ed annotazioni: 1640-1797, 21.

Riferte dei Confidenti: 1589-1797, 122.

Riferte del Capitan Grande: 1620-1797, 27.

Riferte dei custodi delle carceri: 1772-1796, 2.

Lettere di particolari spedite al fante Peretti: 1751-1797, 6.

Note dei plichi spediti da e diretti a diplomatici esteri a Venezia a mezzo del corriere maggiore: 1703-1796, 3.

Affari postali: 1.

Avvisi: 1525-1797, 12.

Giornali: 1702-1797, 2.

Suppliche presentate agli Inquisitori di Stato: 1599-1797, 43.

Note di forestieri: 1619-1797, 26.

Documenti vari relativi ad arti e mestieri: secc. XVII-XVIII, 44.

Copie di decreti del Maggior Consiglio, del Consiglio dei Dieci e del Senato: 1211-1797, 28.

Copie di terminazioni e scritture di altri magistrati: 1595-1796, 14.

Copie di dispacci di ambasciatori veneziani e di principi stranieri: 1.

Copie di dispacci di rappresentanti di Terraferma e da Mar: 1607-1771, 1,

Materie ecclesiastiche: 1232-1797, 22.

Atti vari (relazioni, scandagli, spese, ecc.) relativi al Po: 1581-1789, 11.

Atti vari sull'Adige, laguna, Lidi, Tartaro, Sile e Canal di Lova: 1641-1797, 1.

Affari di commercio: 1691-1795, 2.

Confini: 1605-1782, 1.

Atti relativi a vari comuni: 2.

Quadri (conservazione, custodia, ecc.): 1773-1796, 1.

Araldica: 1541, 1701, 1717, 1763, 1766, 1.

Feudi: 1554-1770, 1.

Miniere: 1674-1794, 1.

Testamenti: 1348-1791, 1.

Casini da giuoco e teatri: 1742-1796, 1.

Ambasciatori (cerimoniali, comunicazioni, ecc.): 1607-1796, 2.

Documenti politici: 1617-1797, 10.

Elezioni del Maggior .Consiglio e del Senato: 1235-1796, 1.

Inquisitori in Armata e materia militare: 1570-1796, 1.

Lettere ed atti relativi a privati o di privati: 1580-1797, 4.

Finanza: 1581-1797, 93.

Processi istruiti dai rappresentanti locali per ordine degli Inquisitori: 1581-1796, 1.

Processi civili: 1459-1796, 29.

Processi criminali: 1590-1797, 164.

Processi e carte politiche: 1606-1797, 46.

Complessivamente pezzi 1272.

Cfr.: A. S. V.: Indici 197-II, 137-II, 138-II, 139-II.


CONSIGLIO DEI QUARANTA O QUARANTIA

II Consiglio dei 40, che da taluni si suol far risalire al 1179, probabilmente fu creato soltanto nei primi anni del secolo XIII con procedura analoga a quella del Maggior Consiglio e con attribuzioni molto diverse da quelle posteriormente assunte.

Era sede di appello delle sentenze emesse dai magistrati di Venezia e, più tardi, anche delle terre soggette; giudicava i casi gravi criminali. Ma ebbe anche, sotto la presidenza del Doge e del Consiglio Minore, che ne facevano parte integrante, specialmente nei primi tempi di sua istituzione, oltre la competenza giudiziaria, larga ingerenza negli affari politici o amministrativi non soltanto come organo esecutivo, ma anche legislativo per delegazione del Maggior Consiglio, al quale fu aggregato di diritto. Mutata la forma di composizione del Maggior Consiglio, furono sottoposte al voto dei XL le approvazioni dei membri del Consiglio dei Pregadi e Maggiore e la decisione sulle domande di chi, dopo il 1297, chiedeva di essere ammesso al Maggior Consiglio.

Inoltre dai documenti risulta che preparava le deliberazioni che si votavano poi nel Maggior Consiglio, che udiva gli inviati esteri, che infine faceva quasi tutto ciò che posteriormente incombette al Collegio e Pien Collegio: presiedette di più per qualche tempo all'economia, deliberando le imposte, governando la Zecca, ecc.

Fin dal principio del secolo XIV, deliberava in unione al Consiglio dei Rogati. Già nel corso del secolo XIII, delegando il Maggior Consiglio alcun affare ai Pregadi, diceva «Rogatis et Quadraginta per quos fiunt omnia magna facta tam Communis quam specialium personarum»; ma da ciò non si può dedurre se le deliberazioni fossero collettive.

Nel 1324, erano detti «unum corpus et unum consilium»; non è però sicuro che l'unione fosse costante e continua, sebbene, dal 1338, si cessasse dal nominarli distintamente.

Tuttavia, fino al principio del secolo XV, i Quaranta ebbero un'attività legislativa propria, la quale venne scomparendo quando fu assorbita dai Rogati, per la riunione dei due corpi.

Il Consiglio dei XL conservò invece distinto il potere giudiziario, sì civile che criminale, che divenne preponderante nelle sue funzioni specifiche. Anche questo, nel principio del secolo XV, fu bipartito: gli antichi Quaranta conservarono la giurisdizione criminale: per gli affari civili si instituì un nuovo consesso di 40 membri, detto Quarantia Civile, la quale successivamente


fu divisa in Civil Vecchia e Civil Nuova, per l'elezione di altri 40 membri, cui erano deferite le materie di appello della Terraferma dopo la conquista. Instituita la Quarantia Civil, i membri dell'una passavano nell'altra dopo sei mesi di carica, ma dopo la divisione delle due Quarantie civili fu radicalmente mutato il metodo di elezione, da parte del Maggior Consiglio, restando elettivi soltanto i primi 40, i quali successivamente passavano negli altri due consessi senza ulteriore elezione, e arrivati così alla Criminale erano, per il periodo durante il quale esercitavano tale carica, aggregati ai Rogati.

Per le cause in materia civile di minore importanza furono istituiti, in sussidio delle Quarantie, i Collegi dei XV e dei XXV, che, nei primi tempi, si componevano rispettivamente di XII e di XX patrizi.

Le tre Quarantie eleggevano nel loro seno, ciascuna, tre capi, due vicecapi, e due contradittori (specie di fiscali dei Consigli).

I tre Capi della Quarantia Criminale facevano parte della Serenissima Signoria, della quale, per la legge del Maggior Consiglio del 15 decembre 1437, tre dei consiglieri ducali uscenti di carica passavano per tre mesi, con la qualifica di Consiglieri Inferiori, nella Quarantia Criminale insieme ad un capo di essa per presiederla in determinati casi stabiliti dalla legge.

La Quarantia Criminale eleggeva inoltre tre Presidenti sopra Uffici, ai quali era affidata la disciplina di tutto il ministero civile della Repubblica, sul quale aveva il Consiglio facoltà deliberative e giudiziarie, come eziandio sui banchi del Ghetto e sopra altri disciplinari rapporti.

Quarantia Criminale

Pergamene (1467-1777), 1; Capitolari (con indici e sommari) sec. XIV-1796, 8; Leggi varie (1374-1794), 1; Leggi disposte per materia e cronologicamente da G. M. Triva nel 1731, 1; Leggi fiscali (1395-1786), 2; Decreti (1402-1708) e Decreti del Senato per delegazione di cause (1700-1796), 1; Parti (1342-1514), 7; Parti diverse (1499-1797), 11; Parti criminali (1463-1794), Parti per salvacondotti (1674-1752), Bandi (1619-1621), 6; Parti relative all'infermeria prigioni (1591-1795), 1; Parti relative a intromissioni e sospensioni (1586-1790), Intromissioni (1790), 2; Copie di Parti della Quarantia (di mano di Marin Sanudo) (1333-1514), 1; Libro Serenissima Signoria (1504-1797), 34; Libro secreto Serenissima Signoria (1622-1796), 2; Spazzi (1545-1790), 2; Spazzi civili (1583-1796), 2; Processi e carte relative a liti (1220-1783), 57; Consegne di processi a magistrati (1676-1684), Ricevute di processi passati all'Avogaria (1713-1731), Carte per accordi, salvacondotti e vendite (1623-1686), Lettere ai Sopra Consoli dei Mercanti (1570-1612), 1; Scritture, domande, module di spese (1619-1796), 5; Catastico delle scritture, 1; Querele (1647-1662), Cause fiscali (1716-1717), Scritture di Fiscali della Serenissima Signoria (1724-1797), 1; Informazioni dei Contradditori (1563-1789), 1; Fide dei Sopraconsoli (1504-1641), Costituti e riferte dei comandadori (1690-1713),


Riferte fanti e comandadori (1779-1796), 2; Mensuali (1540-1774), Ballottazioni Capi e Vice Capi (1764-1796), 1; Salari (1513-1617), 2; Atti vari e disegni, 1.

Capi Superiori:

Raccolta di leggi (1300-1776), 1; Decreti in materia di prigionieri e condannati (1428-1795), 1; Terminazioni ed altri atti (1680-1787), 5; Lettere dei Capi (1538-1796), 1; Lettere ai Capi (1552-1796), 1; Citazioni, comandamenti, relaxetur, consegne di prigionieri, sospensioni, ordini in forma, mandati (1675-1796), Scritture giudiziarie ai Capi (1676-1725), Suppliche dei prigionieri (1676-1726), Module di spese (1696-1702), 1; Costituti (1676-1733), Ricevute per liberazione di prigionieri (1676-1725), 1; Note di prigionieri (1628-1682), Ritenzioni (1595-1638), Note di casi criminali e processi (1609-1796), 3; Denunzie dei chirurghi (1723-1797), 8; Denunzie di morte e ferimenti gravi (1726-1797), 1.

Serenissima Signoria :

Parti e istrumenti di vender cariche (1607-1724), 1; Commissioni a Magistrati e Rappresentanti per informazioni sopra aspiranti a cariche (1642-1797) e risposte (1652 1797), 10; Proclami per concorsi a cariche (1577-1780), 2; Proclami per elezioni di cariche (1546-1765), 4 ; Elezioni di cariche (1765-1796), 6; Approvazioni di Avvocati fiscali (1640-1796), 3; Approvazioni di ministri (1727-1796), 1; Costituti e giornale cassa dei depositi per cariche (1587-1795), 1; Terminazioni Serenissima Signoria (1550-1796), 3; Suppliche alla Serenissima Signoria (1644-1778), Estrazione dei Collegi di XX, XII e di rispetto (1646-1796), 1; Suppliche in materia criminale (1630-1727), 1; Ordini ai capi delle prigioni (1608-1702), 1; Liberazione banditi (1546-1781), 6; Pagamenti, di depositi e pieggierie per liberazione banditi (1622-1701), 2; Informazioni sui ministri (1773-1796), 2; Partecipazione di nomine di ministri a magistrati (1766-1794), Comandamenti (1771-1796), Carte criminali Serenissima Signoria (1758-1761), 1; Revisione dei sollecitatori di palazzo (1655-1690), 1; Utilità delle cariche, 1; Tariffe degli uffici (1491-1555), 1.

Contradditori :

Tariffe degli uffici, 2.

Inquisitori sopra le tariffe degli uffici:

Terminazioni (1720-1727), 1; Approvazioni di tariffe (1721-1796), 3; Presentazione e confermazione delle tariffe delle cariche di Venezia (1712-1715), 1.

Inquisitori sopra grazie e uffici:

Terminazioni (1673-1674), 6; Scritture particolari (1648-1720), 5; Lettere (1673-1674), 1; Note di graziati (1672-1674), 1; Denunce di possessori di cariche, 1.


Presidenti sopra uffici:

Capitolari (con indici) (1364-1797), 6; Decreti (1277-1796), 3; Decreti e scritture (1723-1790), Leggi per ministri di Rappresentanti (1375-1605), Scritture per ministri della Terraferma (1765-1775), 1; Scritture (1790-1797), 1; Atti per grazie dei 100 uffici (1541-1796), 1; Terminazioni (1550-1797), 120; Lettere dei Presidenti (1723-1797) o ai Presidenti, 3; Lettere di Magistrati e Rappresentanti circa ministri dazi (1795), 1; Estraordinario (1707-1714), 1; Suppliche (1685-1787), 1; Comandamenti e costituti (1771-1797), 1; Deputazioni di cause (1727-1797), 1; Scritture in causa (1789-1797), 1; Processi di defraudo di cariche (1506-1725), 12; Scritture in causa e sentenze in processi di defraudo di cariche (1629-1643), 1; Processi contro esercenti cariche (1670-1727), 13; Processi informativi su cariche (1790), 1; Denunzie e processi vari per cariche (1586-1797), 3; Costituti di pieggieria (1727-1782), 1; Affittanze di cariche (1671-1797), 8; Fedi di concorrenti a cariche, 5; Carte relative a cariche in Cefalonia, Corfù, S. Maura e Zante, 1; Cariche (esami, informazioni, termini, ecc.), 4; Catastico delle cariche (1636), Catastico degli Uffici di S. Marco, Rialto, Isole del Levante, T.F. (1782), Catastico dei 100 uffici (1674-1792), Note di cariche di Venezia (1727-1739), Note di cariche di T.F., Fedi di iscrizione nei catastici delle cariche (1769-1780), 8; Mandati (1714-1796), 1; Depositi in Zecca (1740-1742), Pagamenti del Ducato per carica all'Ospedale di Gesù Cristo (1772-1797), 1; Nomine e concessioni di uffici (1612-1632), Mandati di possesso di uffici, 2; Relazioni sul personale delle Dogane di Verona (1797), 1; Ebrei (1750-1797), Decreti e leggi circa Ebrei (1629-1796), Libro Hebreorum (1794-1797), Processi contro Ebrei (1677-1727), Istanze di particolari contro Ebrei (1787-1796), Revisione banchi del Ghetto (1787), 20; Alfabeti di costituti, 1.

Commissaria Bertucci Dolfin-Valier amministrata dalla Quarantia:

Atti vari (1771-1796), 9.

Complessivamente pezzi 479. Cfr.: A. S. V.: 193-II.

Quarantia Civil Vecchia

Pergamene (1500-1579), 1; Capitolari (1465-1797), 3; Sommario dei capitolari (1272-1732), 1; Terminazioni per intervenienti per le pendenze (1766-1792), 1; Terminazioni per lievo di depositi (1784-1797), 2; Appellazioni (1564-1797), 30; Appellazioni fiscali (1725-1796), 4; Spazzi (registri) (1492-1797), 58; Spazzi (filze) (1600-1797), 30; Spazzi di lievo di pena (1771-1797), 1; Atti e sentenze criminali (1540-1797), 9; Sentenze arbitrarie, divisioni, giuramenti, perizie e costituti di deposito (1628-1796), 9; Ordini in forma (1601-1720), 3; Citazioni (1777-1797), 3; Sospensioni (1577-1749), 4; Intromissioni (1715-1797), 4; Accordi (1634-1797), 17; Scritture in causa (1598-1797), 75; Scritture per formule e fidecommessi (1758-1797), 1; Scritture fiscali (1708-1796), 4; Informazioni fiscali (1769-1797), 6; Fedi fiscali (1771-1797), 2; Processi, 2; Suppliche (1682-1787), 20; Grazie dei 100 uffici (1551-1796), 33; Risposte per vacui (1725-1797), 2; Estraordinario (1613-1797), 52; Lettere civili (a Rappresentanti) (1543-1797), 21;


lettere responsive (dei Podestà o Capitani del Dogado) (1622-1797), 19; Lettere criminali (ai Capitani e Podestà del Dogado) (1769-1797), 6; Informazioni criminali (1615-1796), 6; Costituti di depositi (1718-1745), Comandamenti (1796), Quartieri agli Ambasciatori (1772-1790), Riferte dei Comandadori (1770-1791), 1; Ballottazioni dei Capi e Vice Capi (1677-1763), 1; Elenco dei giudici componenti la Quarantia (1682-1797), 29; Carte circa la pretesa della Quarantia Criminal sull'interpretazione del Grosso a oro (secoli XIV-XVIII), 4; Atti del Collegio Medici, 1; Atti diversi (1481-1796), 1.

Complessivamente pezzi 465. Cfr,: A. S. V.: Indice 59-II.

Quarantia Civil Nova

Pergamene (1590-1624), 1; Capitolari (con sommario) (1272-1796), 9; Parti del Consiglio (1694-1797), 18; Lettere dei Capi (1710-1773), 48; Lettere dei Capi ai Reggimenti e Podesterie del Dogado (1586-1797), 9; Lettere responsive dei Reggimenti e Podesterie del Dogado (1641-1796), 79; Lettere ex officio (1772-1797), 3; Lettere ex officio per cause fiscali (1771-1794), 1; Lettere suffragi (1681-1710), 4; Lettere per citazioni (1627-1797), 18; Estraordinario (1642-1797), 75; Appellazioni (1563-1797), 47; Appellazioni fiscali (1725-1796), 7; Atti sopra appellazioni (1698-1797), 10; Spazzi (registri) (1773-1797), 20; Spazzi (filze) (1556-1797), 52; Spazzi vari (1607-1633), 3; Intromissioni (1773-1797), 3; Accordi (1660-1797), 23; Scritture in causa (1640-1797), 144; Scritture in causa d'oggetto fiscale (1708-1797), 9; Rescritti fiscali (1770-1787), 4; Informazioni fiscali (1771-1797), 13; Ordini per lievo di sospensioni (1632-1797), 7; Ordini dei Capi in materie diverse (1593-1706), 1; Ordini e comandamenti (1730-1797), 6; Atti diversi (1535-1714), Module di spesa (1560-1561), Riferte dei comandadori (1770-1775), Cause (1622 e 1633), Fedi (1786-1796), Procure, ecc., 3; Elenchi mensuali dei Giudici della Quarantia (1770-1797), 11; Indice per cognome delle presentazioni in ufficio (1793-1797), 1.

Complessivamente pezzi 629 dal 1272 al 1797.

Cfr.: A. S. V.: Indice 60-II.


AVOGARIA DI COMUN

E' ignota la data di nascita di questo antichissimo magistrato che esisteva già nel sec. XII. Pare che, dapprima, non avesse altra incombenza che di difendere i beni del Comune e di decidere le cause fra il fisco ed i privati; in seguito, le sue funzioni aumentarono sempre più, incaricandosi esso di tutto ciò che stava in armonia con la sua qualità di protettore e difensore dei diritti dello Stato e della legge.

Nel 1264, all'Avogaria fu attribuita la decisione degli appelli contro le sentenze di condanne capitali o al carcere o al bando, pronunziato nello Stato, e questa attribuzione essa conservò fino alla istituzione della Quarantia Criminale. Dopo ad essa, rimase solamente il diritto di intromissione, cioè di giudicare se una istanza di appellazione ai Quaranta poteva essere accettata (dopo l'istituzione, avvenuta nel 1343, degli Auditori tale diritto si restrinse solamente alla materia penale).

Gli Avogadori avevano inoltre il carico di accusatori pubblici nei Consigli, potendo muovere querela anche contro i Consiglieri; la vigilanza sull'osservanza dei capitolari da parte dei rispettivi magistrati; l'esazione delle pene pecuniarie portate dalle leggi. Inoltre, uno di essi almeno, doveva essere presente alle deliberazioni del Maggior Consiglio e dei Pregadi, che potevano anche sospendere quando fossero contrarie alle leggi. Almeno uno di essi doveva intervenire in Consiglio dei Dieci a tutela della legge: non vi aveva voto ma solo facoltà di proposta e diritto di placitare le deliberazioni contrarie alle leggi.

Avevano inoltre il diritto di inquisire in materia di mancata obbedienza degli organi locali agli ordini del Dominio, di rivedere le casse degli uffici di S. Marco e di Rialto, di bollare gli scrigni per impedire le sottrazioni fraudolenti di denaro ed il peculato, di eseguire le confische ordinate dai Dieci, di supplire, con i Signori di Notte al Civil, gli altri magistrati nelle ferie e nelle vacanze ducali.

Fin dal 1319, ebbero l'incarico di vegliare perché nessuno entrasse senza avervi diritto in Maggior Consiglio e, a tale scopo, tenevano registri ufficiali di tutti gli ammessi; decidevano i casi dubbi per le ammissioni; rigettavano quelli che, dopo regolare procedura, si fossero trovati sprovvisti dei dovuti requisiti; istruivano i processi per riconoscere i diritti di cittadinanza e di ammissione a quelle cariche (es. cancellieri, ragionati, ecc.) per cui occorrevano speciali condizioni di famiglia.

Il numero degli Avogadori, incerto nei primi tempi, fu poi regolarmente di tre, a prescindere da quegli Avogadori straordinari che venivano eletti


in numero di due in speciali occasioni, specie per rivedere i conti di coloro che avevano maneggiato denaro pubblico durante le guerre.

La durata della loro carica, in un primo tempo di un anno, fu, nel 1314, portata a 16 mesi; nel 1551, fu fissata una contumacia di ugual durata.

Capitolari (1259-1694), 2; Parti prese nel Maggior Consiglio relative all'Avogaria (1415-1464), 1; Parti (1500-1676), 1; Parti del Senato (1774-1784), 4; Raccolta di parti ed istruzioni di massima (1351-1742), 1; Parti in materia araldica (1274-1727), 1; Parti prese per conferimento di nobiltà (1304-1685), 1; Sunto di disposizioni araldiche (secc. XV-XVIII), 1; Disposizioni di massima araldiche (1263-1654), 1; Indici alfabetici di disposizioni contenute in vari registri dell'Avogaria e del Maggior Consiglio, 7; Incombenze ed obblighi dell'Avogaria (1310-1791), 1; Scritture (1584-1797), 15; Scritture per dispensa da cariche (1738-1797), 2; Notatorio (1501-1797), 633; Lettere (1406-1797), 1395; Lettere missive segrete (1568-1787), 8; Lettere ducali o patenti circa spazzi delle Quarantie (1595-1795), 31; Lettere ai Rettori (1425-1741), 5; Lettere ai Rettori per appellazioni criminali (1779-1784), 2; Risposte (1642-1797), 20; Rescritti dei Rettori (1629-1795), 18; Lettere di Rettori e magistrati, 37; Lettere dei Rettori che accompagnano copie delle sentenze (1613-1756), 4; Ricorsi e scritture (1348-1797 e 1805), 45; Risposte a suppliche (1696-1717), 2; Commissioni agli Avogadori e relative risposte (1612-1796), 2; Citazioni e riferte (1614-1797), 7; Scritture in causa (1691-1797), 122; Scritture con esami (1786-1796), 3; Processi sprezzo (1732-1795), 2; Processi (secc. XIV-XV), 1; Sentenze (1597-1797), 12; Sentenze, capitoli in causa, costituti, ecc. (1771-1797), 3; Sentenze criminali (1752-1786), 1; Intromissioni (1510-1759), 21; Intromissioni segrete (1549-1742), 4; Delegazioni del Consiglio dei X agli Avogadori (1701-1794), 2; Libro querele presentate all'Avogaria di Comun e rassegnate all'Eccellentissimo Consiglio in ordine al decreto 5 febbraio 1647 (1647-1667), 1; Accordi (1710-1797), 1; Formule di giuramenti (1699-1772), 1; Informazioni ai contradittori (1673-1759), 2; Perizie di caratteri (1623-1790), 5; Denunzie (1742), 1; Vendita di beni confiscati (1541-1796), 4; Banditi di terra (1663-1794), 21; Banditi di mare (1719-1774), 3; Liberazione banditi (1597-1733), 11; Raspe (1324-1760), 105; Mandati per depennazioni di raspe (1610-1794) e raspa dei condannati a non esercitare cariche pubbliche (1699-1787), 1; Fisco (1580-1795), 262; Misto (1601-1797), 238; Multe (1721-1796), 1; Documenti intorno alle infermerie delle prigioni (1377-1797), 1; Nobiltà (fedi di battesimo, notificazioni di nascita dei patrizi fuori di Venezia, note delle nascite, matrimoni e morti dei nobili veneti, libro d'oro, contratti di nozze, balla d'oro, prove di età, prove di nobiltà, processi per nobiltà ecc.), 300; Cittadinanza originaria (cittadini originari, cancellieri, ragionati, prove di sollecitatore, ecc.) (vedi nota, in fine, sui patrizi e sui cittadini originari), 244; Deliberazioni del Maggior Consiglio conservate in copia presso l'Avogaria di Comun: Libri: Bifrons (1232-1300), Cerberus (1282-1293), Magnus (1294-1308), Neptunus (1312-1324), Brutus (1324-1334), Philippicus (1335-1349), Saturnus (1349-1378), Spiritus (1416-1442), Fabricius I (1624-1631), Fabricius II (1631-1712), A (1309-1418), C (1442-1464), D (1464-1504), E (1496-1523), F (1524-1573), G (1553-1559), I (1611-1719), P (1324-1545), PZ (1547-1643); Inventari (1588-1782), 5; Pergamene (1557-1757), 1; Miscellanea civile, 403; Miscellanea penale, 491; Miscellanea non ordinata.

Complessivamente pezzi 4488.

Cfr.: A. S. V.: Indice 6-II (ragionati, cancellieri, assessori) - Schedario (Miscellanee civile e penale).


Patriziato Veneto ed elenco completo delle famiglie che vi appartenevano: Le casate del patriziato sovrano della Repubblica veneta si dividevano in 4 classi. La prima, detta delle case vecchie, era formata dalle 12 famiglie chiamate apostoliche che, secondo la tradizione, sarebbero concorse, nel 697, all'elezione del primo doge e da altre 12 che, prima dell'800, erano considerate fra le più cospicue e la cui origine si confondeva con quella di Venezia. Delle ultime 12 quattro delle più antiche e più importanti venivano chiamate evangeliste.

La seconda, detta delle case nuove, comprendeva le famiglie che appartenevano alla classe degli ottimati dopo l'800. Di queste, 16 erano dette ducali, perché avevano ordito una specie di congiura, per escludere dal seggio ducale le case vecchie. Tale coalizione durò dal 1414 al 1612, anno in cui finì con la nomina al Dogado di Marcantonio Memmo di casa vecchia. Fra le ducali 4 delle principali, in talune opere, sono pure dette evangeliste. Longhi erano chiamati i membri delle vecchie e curti quelli delle famiglie nuove.

La terza classe era quella delle casate nuovissime, aggregate per prestazioni personali e pecuniarie al tempo della guerra di Chioggia (1380).

La quarta classe si componeva delle famiglie ascritte dal 1646 al 1669, durante la guerra di Candia, e dal 1684 al 1717, durante le guerre della Morea, per aver offerto 100.000 ducati (60.000 in dono e 40.000 investiti in depositi di Zecca) e di alcune famiglie nobili della Terraferma, che provarono nel 1775 e poi di possedere 10.000 ducati di rendita e la nobiltà per 4 generazioni.

Oltre a queste, erano ascritte al patriziato Veneto ad honorem le famiglie dei Pontefici, dei Sovrani e di altri personaggi benemeriti della Repubblica.

Negli ultimi tempi, le casate patrizie venete venivano comunemente divise senza badare alla loro maggiore o minore importanza nobiliare in senatorie, giudiziarie e barnabotte. Le prime erano le più ricche, che potevano aspirare alle maggiori cariche, quelle che richiedevano forti mezzi familiari per essere sostenute con onore; le seconde erano le economicamente mediocri che aspiravano più che a tutto a sedere nelle Quarantie, e le ultime dei poveri che dovevano contentarsi delle minori cariche. Si dicevano barnabotte, perché in gran parte abitavano nella parrocchia di S. Barnaba, dove gli affitti costavano meno.

I patrizi ufficialmente non avevano che il titolo di nobilis vir, nobilis homo; in vernacolo nobil homo, ser. Abusivamente negli ultimi tempi venivano tutti chiamati col titolo di Eccellenza, che secondo le leggi spettava solo ai patrizi che coprivano determinate cariche elevate.

Il titolo di messer spettava solo ai Procuratori di S. Marco.

Varie famiglie erano investite di feudi e di titoli nobiliari, ma nell'uso non venivano loro attribuiti.


I primogeniti delle famiglie Querini di Santa Giustina, Contarini del Zaffo e Morosini di S.Stefano erano fregiati del titolo ereditario di cavalieri di S. Marco. Anche la famiglia Rezzonico aveva titolo ereditario di cavaliere, ma per concessione di Papa Clemente XIII, che ad essa appartenne.

(Cfr.: Bratti R.: I codici nobiliari del Museo Correr di Venezia. Roma, Collegio araldico, 1908).

Abramo, Acotanto, Acquisti, Adami, Adoaldi, Agadi, Agnusdei, Agrinali, Aicardo, Albani, Alberenghi, Alberti, d'Albore, Albrizzi, Aldobrandini, Aldoi, Alidosio, Altieri, Amadio, d'Amboise, Amigo, Amizo, Angaran, Angiò, Angussola, Anselmi, Antelmi, Aoldi, Arduini, Ariani, Ariberti, d'Arman, d'Armer, Arnaldi, d'Arpino, d'Arpo Attendolo, Avanzago, Aventurati, d'Aviano, Avogadro, Avonale.

Babilonio, Badoari (Partecipazi), Baffo, Baglioni, Balastro, Balbi, Baldovino, Balestrieri, Barbaran, Barbarigo, Barbaro, Barbazini, Barberini. Barbetta, Barbo, Barbolani, Barboniani, Bardonizi, Barizani, Baroni, Barozzi, Barziza, Basadello, Basadonna, Baseggio, Battaja, Baviera, Bazolani, Belegno, Belloni, Bellosello, Bellotto, Bembo, Benado, Benedetti, Bensisi, Bentivoglio, Benzon, Beregan, Berenghi, Bergonci, Berlendis, Bernardo, Betti, Bettoni, Bianca, Bianco, Boccasi, dalle Boccole, Boche, Beco, Bollani, Boldù, Bon, Bonaldi, Bonci, Boncili, Boncompagni, Bondumier, Bonfadini, Bonhomo, Boninsegna, Bonlini, Bonvicini, Bonzeno, Borbone, Bordolo, Borghese, Borgia, Borsello, Borsolo, Braccolani, Bragadin, Brandolin, Bredani, di Brenna, Bressa, Briani, Brioci, Bristolani, Brunswick, da Buora, Buricaldi, Busnadego, Busneghi.

Calbo, Calboni, Calergi, Cambigo, da Camin, Campo in Collo (Capoinello), Canabri, Canal, Cancanigo, Caotorta, Capoani, Cappello, Caracciolo, Caraffa, Caravello, Carbodici, Carbonizi, Caresini, Carmagnola, Carminati, Garosi, Carosi-Cattarini, Carrara, Cassetti, Castelli, Castriotto, Catanio, Catti, Cavagnis, Cavalieri, Cavalli, Cavazza, Celini, Celsi, Centani, Centranigo, Cerbani, Cernovicchio, Chigi, Cibo, Cicogna, Civran-Cocco, Cocodrizi, Codagnola, Coleoni, Collalto, Colonna, Comneni, Condulmer, Contanto (Contento), Contarini, Contenti, de Conti, Conti, Contrari, Coppo, Corbadizi, di Cordova, Cornaro, dal Corno, Corregio, Correr, Corvino, Cosazza, Costantini, Cottoni, Crispo, Crivello, Crotta, Curti.

Dandolo, Danti, Dauli, Dedo, Delfinigo, Delia, Dente, Desiaspinal, Diedo, Diesenove, Dobiso, Dolce, Dolfin (Gradenigo), Donà dalle Rose, Donà, Dondi Orologio, Donini, Donisdio (Donusdio, Donusdei, Diodisdio), Dono, Donzorzi, Donzuane, Doro, Dotto, Drusiano, Duodo.

Emo, Enzo, Erizzo, d'Este.

Fabricii (Fabriciaci), Fabricini, Falier, da Fano, Farnese, Farsetti, Favro, Fazio, Feramosca, Ferro (da Ferrara), Ferro (dalle Fiandre), Filiberto, Fini, Fiolo, Flangini, Fondanisi (Fontanisi), Fonseca, Fontana, Fonte, dalle Fornaci, Foscari, Foscarini, Foscolo, Fracassetti, Franco, Frangipani, dalla Franziada, dalla Frascada, Fratello.

Gabrieli, Galaresso, Galatazzi, Gallo, Galissa, Gallina, Gambara, Gambaro, Garzoni, Gauli, Gay, Gezzo, Ghedini, Gheltof, Ghirardini, Ghisi, Ginio, Giovanelli, Girardi,


Giupponi, Giustinian, Gonzaga, Gozzi, Gradenigo, Grasisi, Grassoni, Grego, Grimani, Grioni, Grisoni, Gritti, Guardadio, Guberto, Guerra, Gugno, Gunigi, Guoro, Gussoni.

Hezzo.

Ialina, Ingolo, Istrigo.

da Jesolo.

Labia, Laghi (Benati), Lambeschi, Lando, Lanzuoli, Larghi, Lazzari, Leoni, da Lezzo, Lin, Lion Gavazza, Lion, Lippomano, Lisiado, Lolino, Lombardo, Lombria, Longo, Loredan, Lorena, de Lorenzo, de Luca, Lucari, Ludovisi, Lugnani, Lupanizzi, Lupìn, Lusignano, Lussemburgo.

Macarelli, Maffetti, Maganesi, Magno, Mainan, Maistrorso, Malatesta, Malaza, Malipiero, Mancini, Manfredi, Manfrotto, Manin, Manolesso, Manzoni, Marango, Marcello, Marcipagani, da Mare, Marini, Marioni, Marmera, Marono, Martinazzo, Martinelli, Martinengo, Martini (Martino), Massolo, Mastelizii, Matono, Mazaman, Mazzarino, de Medici (di Firenze), de Medici (di Venezia), Meli Lupi, Denegato, Mengano, Mongolo, Mommo, Metadori, da Mezzo, Miani, Michiel, Milesio, Minelli, Minio, Minotto, Miolo, Mocenigo, Molo, Molin, Monegato, Mora (da Napoli), Mora (dalla Svizzera), Morelli, Moro, Morosini, Mortadelli, da Mosto, Muazzo, da Muggia, Mugici, Muglia, da Mula, Mussè.

Nadal, Nani, Nosadini, Navagiero, Navaioso, dalla Nave, Nicola.

Obizzo, Odescalchi, Ogniben, Olivieri, Onoradi, Ordelaffi, Orio, Orsini, Orso, dall'Orzo, Ottoboni.

Pagani, Pallavicino, Pamphili, Pantaleone, Papacizza, Papafava, Paruta, Pasqualigo, Pasquasi, Passamonte, Pasta, Patani, Pecin, Pellizzari, Pellizzioli, Pentolo, Pepoli, Peretti, Persico, Pesaro, Pianigo, Pico, Piero, Pio, Piovene, Pisani, Pizzamano, Polani, Polenta, Poli, Polini, Polo, Polvaro, da Ponte, da Porto, Premarin, Priuli, de Proti.

Querini, Quintavalle.

Raimondo, Rainoldo, Ramponi, Ranoso, Raspi, Rava, Ravagnini, Ravalazzo, Recanati Zucconi, Regini, Renier, de Resti, Rezzonico, Riario, Ricci, de Richelieu, da Riva, Robolini, Romano, Romieri, Rospigliosi, Rossi, Rota, dalla Rovere, Rubini, Ruggieri, Ruzzini.

Sabadini, Sagredo, Salomon, Salonesi, Salviani, Sandi, Sangiantoffetti, Sanseverin, Santasofia, Sanudo (Candiano), Savelli, Saviani, Savoia, Savonieri, Savorgnan, dalla Scala, Scaudoler, Scenier, Scroffa, Scrovegni, Selvo, Semenzi, Semitecolo, Senatori, Sesendoli, Sfondrati, Sforza, Signoli, Sincoran, Siocolo (Secogolo, Scogolo, Schingolo), Sisolo (Sciola, Sifolan), Soardi, Soderini, Soranzo, Soveri, Spattafora, Stadio, Stalonici (Storlanici, Tornetti), Stanici, Stazio, Steno, Storlato (da Treviso), Sorlato (dalle Fiandre), Stornello, Stropardo, Suriani.


Tagliapietra, Tasca, Teneri, Terzo, Tiepolo, Tinto, Toderini, Tolonigo, Toncado, Tonisto, Torelli, Tornadi, dalla Torre, Totulo, Trasnodi, Travasanti, Trevisan, Tristanzo (Tristanio), Tron, Truzane.

Vadomeneghi, Valaresso, Valzer, Valmarana, Van Axel, Varani, Vegio, Vegliani (Vioni), Vendramin, Venier, Ventlo, de Verardo, Verdelin, Verdizzotti, dal Verme, Veronese, Vezzi, Vianoli, Viaro, Vidali, Vido, Vidore, Vielmo, Vieri (Veri), Vignati, Vilio, Vioni (Vegliani), Visconti, Vitrigasi (Vitrison, Vitrenasco, Vitrisoni), Vitturi, Vizzamano, Volpe.

Widmann.

Zaccaria, Zacco, Zaguri, Zambelli, Zanardi, Zancani, Zancariol, Zancarolo, Zane, Zanesi (Zanasi, Zanati), Zaponi, Zeno, Zenobio, Zianosi, Zolio, Zon, Zorvani, Zorzi, di Zrin, Zuccolo, Zulian, Zustinian (Giustinian), Zusto.

Cittadinanza originaria veneziana ed elenco completo delle famiglie che vi appartenevano: Vicino alla nobiltà patrizia vi era un'altra classe sociale distinta, formata dai così detti cittadini originari, i quali si dividevano in cittadini de intus, che avevano la capacità giuridica limitata all'esercizio di determinati diritti nella città e in cittadini de intus ed extra, che avevano anche il diritto di darsi al commercio esterno.

Le leggi regolano, fino dal 1305, la cittadinanza originaria veneziana. Nel 1486, venne prescritta la prova della civiltà e legittimità dei natali presso l'Avogaria di Comun, come per i patrizi, e, nel 1622, l'attestazione dei magistrati sulle arti che il padre e l'avo del supplicante non avessero esercitato arte meccanica. Alla cittadinanza originaria passavano i patrizi, che, per una qualunque ragione avessero perduto il diritto al patriziato. Le più cospicue famiglie cittadine originarie erano ascritte alla nobiltà dei consigli nobili della Terraferma ed erano in possesso di titoli nobiliari di varia
provenienza1.


Dopo i cittadini originari avevano una distinta posizione sociale i ragionati o computisti pubblici, i cancellieri e gli assessori (fiscali) che assistevano i Rettori nell'esercizio delle loro funzioni e i notai pubblici. Questi, che potevano appartenere anche alla cittadinanza delle città suddite dovevano fare la prova di civiltà e di legittimità dei natali davanti all'Avogaria di Comun. Gli assessori, al principio del secolo XVIII, dovevano presentare il diploma di laurea in utroque dell'Università di Padova. Erano esclusi tutti quelli che avevano avuto nota d'infamia.

Dovevano essere approvati anche dal Consiglio dei X e, prima di entrare in carica, prestavano giuramento nelle mani dei Capi del Consiglio stesso. Erano tenuti a pagare una limitata tassa alla cassa del Consiglio, detta tassa di limitazione.


Abioso, Abondio, Accenti, Accialino, Acerbi, Adami. Adelmari, Adriani, Agapito, Agazzi, Agostini, Agugie, Amano, Airoldi, Alario, Alberegni, Alberegno, Alberghetti, Alberigo, Alberti, Albertini, Albertis, Albici, Albigni, Albrizzi, Alcaini, Alcherio, Aldimari, Alemani, Alemanti, Alemini, Aleppo, Alessandri, Alessi, Algarotti, Alioti, Allegri, Almerighi, Aloisi, Amadi, Amai, Ambrosani, Ambrosi, Amulio, Andeli, Andelo, Andriani, Andrieli, Andrighetti, Andruzzi, Angeli, Angelieri, Angeloni, Anna, Annoni, Anoale, Anselmi, Antelmi, Antiquis, Antonini, Apollonio, Apostoli, Aquillina, Aragazzi, Arbosani, Arcangeli, Ardeo, Arduini, Argentino, Armano, Armellini, Arnaldi, Arnoldi, Arpini, Arriani, Arrigoni, Arringoti, Arseo, Artengo, Artico, Artusi, Arunzio, Ascarelli, Assonica, Astori, Aurelii, Avantii, Avanzo, Aviani, Azzalin,

Baccanello, Badoaro, Baglioni, Bagnolo, Balanzani, Balbi, Baldassari, Baldo, Balduini, Balino, Ballarin, Bandi, Barbafela, Barbarico, Barbaro, Barbato, Barbieri, Bardelllni, Bardese, Barbucci, Bariletti, Barocci, Baroncelli, Baronio, Barra, Bartoli, Bartolini, Bartolomei, Basadonna, Baseli, Baselli, Basilio, Basoli, Bassiani, Basso, Batisti, Battagia, Bavella, Beaciani, Beaqua, Beato, Beccherini, Becichemo, Belforte, Bellan, Bellato, Bellaver, de Belli, Bellino, Belloni, Belosello, Beltrame, Beltramelli, Bembo, Benelio, Benci, Benedetti, Beni, Benincasa, Benintendi, Benzio, Benzi Zecchini, Benzon, Berengo, Bergantini, Berlendis, Bernabue, Bernardini, Bernardo, Bertaldo, Berti, Bertoldo, Bertolini, Bertotti, Betti, Betuzzi, Bevazzano, Bevilacqua, Biamo, Bianchi, Bianchini, Bianza, Bicci, Bigaia, Biondi, Biondo, Birago, Bisanzan, Bissuol, Bissuti, Bocchi, Bocco, Boccadivacca, Bodinoni, Bognolo, Boldrini. Boldù, Bolgarini, Bombardini, Bon, Bona, Bonaccorsi, Bonamico, Bonamor, Bonanim, Bonaldi, Bonardi, Bonaventura, Bonben, Boncambi, Bondumier, Bonetto, Bonfadini, Bonfandini Gritti, Bonguadagno, Bonicardi, Bonicelli, Bonifacio, Bonincontro, Boninsegna, Boniol, Bonmendi, Bonolli, Bonomo, Bonriccio, Bontempo, Bontade, Bontremolo, Bonzio, Bora, Borghesaleo, Borghi, Borizzo, Borromeo, Bortoli, Bortolucci, Bosello, Bosso, Bottin, Bottoni, Bozza, Bozzoni, Bracchi, Bragadin, Bragolini, Braida, Brandi, Brazolin, Brazzo, Bressan, Breati, Brevii, Briani, Brinis, Broccardo, Brochetti, Brolo, Brombilla, Bronzini, Brugnera, Brumati, Brunacini, Bruno, Bruolo, Bruti, Bruzzoni, Buccari, Bufetti, Buffarelli. Bugni, Bulgarini, Buono, Buonvicino, Buora, Buratti, Busca, Buselli, Busenello, Busida, Butta, Buzacarini.

Cabianca, Cabrini, Cacchi, Calbo, Calcagnini, Caldiera, Calegari, Calegarini, Caliari Fantinelli, Calogerà, Caloprini, Calvi, Calzavara, Campana, Campelli, Campisano, Campitano, Canal, Candi, Canizza, Canzio, Caolini, Caopenna, Caotorta, Cappella, Cappellis, Cappello, Cappi, Capra, Carandolo, Caratoni, Carboni, Carcano, Cardinali, Caresini, Carli, Carlo, Carlotti, Caroldo, Carpegno, Carrara, Carugo, Casaluna, Casser, Cassetti, Cassina, Castellano, Castelli, Catabon, Catena, Catenazzo, Cattabeni, Cattaneo, Catti, Caurlini, Cavagnis, Cavaletti, Cavalli, Cavanis, Cavartino, Cavazza, Cavazzeni, Cavedali, Cavrioli, Cechel, Cegia, Cegrini, Celega, Celeste, Cellini, Celsi, Cenighi, Centani, Centoni, Cerchieri, Ceroni, Cesana, Chieregato, Chiesa, Chiodo, Chizzal, Cibellini, Cicogna, Ciera, Gigala, Cigotto, Cima, Ciola, Cipriani, Civiano, Civrani, Clario, Cocco, Coderta, Coletti, Collalto, Colle, Collini, Colombina, Colombini, Colombo, Colonna, Colti, Combi, Comincioli, Comino, Commandini, Compostelli, Condulmeri, Contarini, Conti, Contini, Contrari, Conzardi, Coppo, Coradini, Corado, Corbelli, Corboli, Cordes, Coreggi, Corneri, Corniani (Algarotti), Cornoldi, Cornovi, Corona, Corte, Cortivo,


Corvini, Corvioni, Cosmi, Cossali, Costa, Costabeni, Costantini, Cotini, Cotti, Crasso, Cremona, Cresci, Crespi, Crestini, Cristiano, Crivelli, Croce, Crotta, Crucis, Cubli, Cucina, Cucuoli, Curnis, Custiano.

D'Adda, Da Brazzo, Da Fin, Da Lucca, Da Ponte, Dall'Ast, Dalla Bella, Dalla Nave, Dalla Riva, Dalla Seda, Dalla Siega, Dalla Valle, Dalla Vecchia, Dalla Vedoa, Dalla Vigna, Dalle Fornaci, Dall'Oio, De Portico, Damiani, Dana, Dandolo, Dardani, Dardini, Darduino, Dario, Dario Paulucci, Darvasio, Davanzo, David, Davila, Daziari, Dedo, De Episcopis (Vescovi), De Grazia, Delfino, Deli, Della Costa, De Mezzo, De Micheli, De Monaci, Dente, De Page, De Pase, De Pietra, De Quadraginta, Desiderato, Desiderii, De Vescovis, De Vico, Di Accenti, Diedo, Dies, Diodati, Di Pichi, Divo, Di Zorzi, Doglioni, Dolce, Dolfin, Dolpe, Domenici, Domestici, Donadi, Donini, Doroteo, Dotti, Dragano, Draghi, Dragone, Dressina, Ducati, Duodo, Duranti, Durati, Durighello.

Emo, Enzo, Ercolani, Ercoli, Erizzo, Eugenio (Eugenico), Eustachio.

Fabrizii, Fadini, Falconetto, Falconi, Fanelli, Fantinelli, Fasuol, Faustini, Fausto, Fava, Fazio, Fedeli, Federici, Feletti, Feliciano, Fenario, Fenarolo, Ferman, Ferracina, Ferrante, Ferretti, Ferro, Fessi, Festellini, Fialetti, Fiamma, Fiandra, Fianelli, Figolino, Filanosa, Filelfo, Filetti, Filiasi, Filippi, Filomati, Finardi, Finetti, Finili, Fioravanti (Floravanti), Fiorelli, Fisso, Fistellini, Fiume, Flami, Flangini, Floriano, Folliano, Fondi, Fontana, Fonti, Foppa, Foresti, Formenti, Fortis, Forza, Foscari, Foscarini, Foscherari, Foschi, Foscolo, Fossa, Fossati, Fracanzan, Frani, Franceschi, Franchi, Franchini, Franco, Frangipane, Franzini, Frattina, Fregoso, Freriis, Freschi, Frizzieri, Fucci, Fugazzoni, Fustinioni.

Gabriel, Garbini, Gadaldini, Gaio, Galante, Galasso, Galdaldini, Galeotto, Galesi, Galli, Gallina, Gallo, Gambara, Gambi, Gambo, Garelli, Garini, Garzoni, Gassoni, Gatta, Gatti, Gattinoni, Gavardo, Gavarina, Gela, Genaro, Generini, Genova, Gentile, Gera, Gerardi, Gezo, Gherardi, Gherardini, Gherardo, Giacomazzi, Giavarina, Giberti, Gimberti, Ginotto, Giordani, Giorgio, Giova, Giovanelli, Girardi, Girardo, Gislanzoni, Giunta, Giusberti, Giusti, Giustiniani, Gobbi, Gobis, Gonella, Gonemi, Gonzardi, Goro, Gotardini, Gotti, Gozi, Gradenigo, Gradniano, Gramatici, Grandi, Grandimbeni, Grapi, Graroli, Grasolari, Grassi, Grattarol, Grattarol Dalle Navi, Graussone, Grazia, Graziabona, Grazian, Graziani, Grazioli, Greco, Gregoletti, Gregolin, Gregorii, Greguol, Grifalconi, Grifo, Griffoni, Grimani, Griso, Grisoni, Gritti, Grollo, Groppi, Grotta, Gruato, Guarinoni, Guerra, Guerucci, Guidi, Guidiccioni, Guidotto, Guidozzi, Guiducci, Gusmieri, Gussoni.

Iäger, Iarca Degli Uberti, Imberti, Inzegna, Inzegnardi, Inzegner, Iova, Iunta.

Labia, Lambardo, Lamberti, Landi, Lando, Lanfranchi, Lanza, Lanzuol, Lardoni, Lascari, Lavezzari, Lavezzi, Lazaroni, Lazzari, Leffio, Legname, Legrenzi, Leonardi, Leoncini, Leoni, Leopardi, Levrier, Liburnio, Licinio, Lio, Lion, Lioncini, Lionello, Lioni, Littino, Livio, Locatelli, Lodoli, Lodovichi, Lodron, Lombardi, Longino, Longo, Loredano, Lorenzi, Loris, Loschi, Lucadello, Lucca (da), Luchini, Lucio, Ludovici, Luppoli, Luzzana.


Macarini, Macigni, Maderni, Maffei, Maffetti, Maggi, Magnavin, Magno, Mainardi, Mainieri, Maino, Maistri, Malatini, Malcavazza, Maldotto, Malipiero, Malombra, Malpigi, Malpiglia, Malusa, Malvicini, Mamoli, Mandelli, Mandonio, Manenti, Manerbi, Manfredi, Manfrone, Manfrotto, Manoli, Manoni, Manuzio, Manzoni, Marani, Maratti, Maraveggia, Marazzi, Marcadelli, Marcanova, Marcellini, Marcello, Marchesi, Marchesini, Marchetti, Marchiori, Marci, Marciano, Marcilian, Marconi, Mardeo, Marefrone, Marenti, Marenzi, Marguti, Mariani, Marinelli, Marini, Marinoni, Marioni, Marmora, Marruccini, Marrucelli, Marsilio, Martinelli, Martinengo, Martini, Martinoni, Marzangelo, Marzolo, Massa, Massario, Masser, Massolini, Massolo, Mastaleo, Mastalici, Mastelli, Mastrosanto, Mationi, Mauricio, Maurocelli, Mauruzini, Mazza, Mazzamano, Mazzaruol, Mazzi, Mazzigni, Mazzolà, Mazzoleni, Mazzolini, Medici, Medolo, Megli, Melchiori, Mellini, Meloncini, Memmo, Menechini, Menighi, Menor, Mercatelli, Merlini, Mestre, Metafan, Mezzabarba, Mezzo, Miani, Michieli, Milani, Milioni, Milledonne, Millo, Minoto, Mioni, Mocenigo, Modena, Modesti, Molinetti, Molino, Monaci, Mondini, Montalbano, Montanari, Montaner, Monte, Monturio, Morabio, Morana, Morandini, Moranzoni, Moravio, Morello, Moretti, Moro, Morosini, Mosto, Mozo, Mozzoni, Mula, Murani, Murello, Muriani, Murioni, Musa, Muschietti, Muscorne, Muse, Musitelli, Mussolo, Mussolin, Mussolo, Muti, Mutii, Muzoli, Mazzoli, Mazzoni.

Nani, Nanti, Nardeo, Nardi, Nascimben, Navager, Navarra, Nave, Nazari, Negri, Negro, Negroni, Nerini Illasis, Nicheta, Nicola, Nicolai, Nicolosi, Nigusio, Ninfa, Nordari, Nogarola, Nomicò, Nores, Noris, Nottola, Novelli, Nuzio.

Obizo, Oddofreddi, Oddoni, Oglio, Ogniben, Oio, Olcini, Olini, Olivieri, Olivotti, Olmo, Onoradi, Oria, Orio, Ornaghi, Orselli, Orsi, Orsini, Orso, Ortali, Ottato, Otti, Ottoboni.

Pacata, Paci, Padavia, Pagan, Pagano, Paganuzzi, Page, Paiello, Palatin, Paleologo, Palestrina, Paliaga, Palmerio, Pandolfin, Panfilo, Paoni, Papadopoli, Paradiso, Paraleoni, Pardini, Paresini, Parigi, Partenio, Paruta, Pascale, Pase, Pasetto, Pasini, Pasqualigo, Pasqualini, Passalaqua, Passari, Passazi, Patarol, Pauli, Paulini, Paulucci, Pavon, Pazzi, Pedrucci, Pegolotti, Pegusi, Peiton, Pelestrina, Pellegrini, Pellizzari, Pencini, Pensa, Pensabel, Perazzo, Percini, Perduci, Perego, Peres, Perlasca, Perotti, Persico, Peruzzi, Pescina, Pesenti, Petri, Petropoli, Piacentini, Pianta, Piatti, Piazzola, Piccinazzo, Pichi, Picini, Piero, Pietra, Pigna, Pignori, Pigozzi, Pileoti, Piloto, Pinadello, Pinardo, Pincio, Pinea, Pini, Pisanelli, Pisani, Pistorino, Piumazzo, Pizzini, Pizzoni, Pocobello, Podacataro, Poggio, Poleni, Polo, Polvaro, Polverini, Pontano, Ponte, Pontefice, Ponzoni, Porcia, Poro, Porta, Portico, Porto, Pozzo, Prandi, Premuda, Preti, Prezzato, Princivalli, Priuli, Profetino, Prudenti, Pusterla.

Quadraginta, Quaranta, Quartari, Quarti, Querini.

Rabbia, Rafaganelli, Raffai, Ragazzola, Ragazzoni, Raimondo, Ramberti, Ramusio, Rannusio, Ranoso, Raspi, Ravagnani, Ravergi, Raverti, Ravignani, Recovrati, Redaldi, Regazzi, Regazzetti, Regazzoni, Reggia, Regini, Reguardati, Reni, Resio, Riccio, Richieri, Ridolfi, Rigamonti, Righini, Rigorosi, Rimondi, Rinaldi, Rinio, Rioba, Riva, Riviera, Rizzardi, Rizzi, Rizzo, Rizzo Patarol, Ro, Roberti, Robobelli, Rocca, Roccabonella, Roccas, Rocco, Rois, Romanelli, Rompiasi, Roncalli, Ronchis, Ronzoni.


Rosati, Rossetti, Rossi, Rota, Rotelli, Rovello, Rubbi, Rubeo, Ruberti, Rubini, Rudio, Rufaldelli, Ruis, Ruoda, Ruosa, Ruspini, Rustighelli.

Sabadini, Sabbioni, Saccoman, Sacrati, Saetta, Sagina, Sagondin, Sala, Saladini, Sale, Saler, Saligi, Salomoni, Salon, Salvador, Salvazi, Salvetti, Salvioni, Sandei, Sandri, Sanfermo, Sanguinazzo, Sanson, Sansovino, Santi, Santibusca, Santini, Santo, Santonini, Santorio, Sanudo, Sarasin, Sardini, Sari, Sarotti, Sauli, Savaton, Savina, Savioni, Sbruglio, Scaccabarozzi, Scala, Scalfurotto, Scaramella, Scarella, Schiavo, Schietti, Scotti, Scripioni, Scudi, Sebastiani, Secchi, Secchini, Seco, Seda, Segalin, Seghetti, Seghezzi, Seguro, Selarini, Semprebonis, Senachi, Sentini, Serafin, Serbolan, Serico, Serra, Sessa, Seuli, Sforza, Sforzatè, Siega, Signoli, Signoretti, Silvestri, Silvio, Simoni, Sinenti, Singlitico, Soardi, Soderini, Soffietti, Sograffi, Sol, Solari, Solighi, Solimano, Somarilli, Sommariva, Sonica, Soperchi, Soprano, Sora, Soranzo, Sorbeli, Soro, Sorte, Sozomeno, Spa, Spada, Spandolin, Spedali, Speladi, Spiera, Spinelli, Squadron, Stae, Stefani, Stella, Stellini, Stoppa, Sugenerio, Sulimano, Sumana, Summaripa, Superchi, Suriani, Svario.

Tagliapietra, Talenti, Talonigo, Tamagno, Tanti, Tasca, Tassini, Tasso, Tatullo, Tealdini, Teatino, Tebaldi, Tebaldini, Tedaldini, Terlato, Terza, Terzi, Testa, Testagrossa, Tetta, Tiboni, Tiene, Tinto, Tiozzi, Tirabosco, Tistani, Toderini, Todeschini, Tolini, Tolomei, Tomasei, Tommasi, Tommasini, Tommasini-Degna, Tomii, Tonelli, Tonioli, Toniolo, Tonisto, Torella, Torniben, Torre, Torso (del), Torte, Tradonico, Tragonesco, Tramezzin, Trapesunzio, Traversi, Trepini, Trento, Trentin, Trevano, Trevezin, Trevisan, Tribali, Trieste, Trincavella, Tripoli, Tristani, Tristano, Tron, Tulenti, Tuora, Turchi, Turloni, Turra, Turriani.

Ubaldi, Ubaldini, Uberti, Uccelli, Uccelletti, Urban, Usmago, Usper.

Vacca, Valatelli, Valentini, Valier, Valle, Vanni, Vanti, Variense, Varisco, Varotto, Vecchi, Vecchia, Vedo, Vedoa, Veggia, Velano, Velutello, Vendramini, Veni, Venier, Venturati, Venturi, Verceto, Verdi, Verdizzo, Verdolini, Vergelli, Vermi, Veruzzi, Vescovi, Vespe, Vianello, Viani, Viannol, Viario, Vicario, Vicenzi, Vico, Vida, Vidali, Vidmani, Vielmi, Vigerio, Vigna, Vignati, Vignola, Vignon, Vinaccesi, Vincenti, Vinciguerra, Viola, Viscardi, Visconti, Vito, Viviani, Vizzimano, Volpe, Volta.

Zaccaria, Zaghis, Zaguri, Zamani, Zambelli, Zamberti, Zambon, Zanardini, Zancani, Zancaropulo, Zanchi, Zane, Zanetti, Zanibon, Zanni, Zanoli, Zanotto, Zantani, Zantoderi, Zapata, Zara, Zarotti, Zatta, Zeffiri, Zenaro, Zeno, Zentani, Zenton, Zeo, Zerbina, Zilio, Zilioni, Zinelli, Zio, Zocchi, Zon, Zonca, Zonta, Zoppino, Zordan, Zorzi, Zorzipapadopoli, Zottarello, Zuanelli, Zuccareda, Zuccato, Zucchi, Zucchini, Zuccoli, Zucconi, Zuccuol, Zuecca, Zusberti, Zustinian, Zusto.

Wcovich, Wlcano.


CORRETTORI ALLE LEGGI 1

Fu giustamente osservato che nella legislazione veneta assai rare sono le ricompilazioni di leggi e statuti, tanto frequenti invece nei nostri Comuni, e fu notato pure, anche se in altra occasione, che ciò deriva da una forte coscienza della ininterrotta continuità del diritto. Questo scopo appunto perseguivano i Correttori alle leggi della Repubblica Veneta. La stessa opera costante di adattamento del diritto alla realtà sempre in svolgimento, compiuta dal Pretore e dai giureconsulti romani, viene, sia pure sotto altra forma, perseguita dai Correttori veneziani.

La magistratura in questione fu un organo straordinario, creato dal Maggior Consiglio ogni qualvolta si riteneva opportuno apportare modifiche o agli statuti o alle leggi sull'attività o sulle stesse competenze dei Consigli. Il numero dei membri variò di volta in volta, come pure dovettero variare le stesse facoltà loro attribuite a seconda della natura delle leggi da riformare e degli scopi che si volevano raggiunti.

Un primo esempio di queste - per così dire - commissioni di riforma si trova nel 1280; ma con più evidenza nel 1325, anno in cui si trova un collegio di 25 savi per la riforma degli statuti. Altri esempi si hanno nel 1400 e nel 1416 per le correzioni ai capitolari, nel 1554, nel 1577, nel 1585, nel 1595 per le leggi sull'attività forense, e ancora per la stessa materia nel 1639, nel 1655, nel 1667, nel 1704, nel 1761, nel 1765 ed altre ancora.

Nel 1605, 1612, 1616, 1623, e ancora con maggiore ampiezza nel 1635, si istituirono correttori per la revisione dei capitolari dei Consigli.

Correzioni (1639-1640, 1774-1775, 1780); Relazione della correzione del 1775; Arringa di G.B. Nani, correttore delle leggi, in Maggior Consiglio (1677); Arringa di autore ignoto (1677); Storia dei Correttori del 1761 di Pietro Franceschi, segretario; Memorie sulla Correzione raccolte da Pietro Franceschi, segretario (1780); Raccolta di decreti e scritture (1262-1639); Raccolta di leggi e decreti intorno all'autorità del Consiglio dei X (1761); Sommari di leggi in materia di legna da ardere (1602-1781); Sommari di leggi tratte dall'Archivio della Giustizia Vecchia (1279-1780), degli Officiali alle Beccarie (1780), delle Rason Vecchie (1313-1780), della Ternaria Vecchia (1174-1780), delle Pompe (1363-1781), dei feudi per l'araldica (1328-1780), delle Giudicature civili (1240-1780); Copie di decreti (1305-1784); Lettere responsive dei Rettori (1774-1775); Dispacci dei pubblici rappresentanti in Terraferma, Dalmazia ed Istria (1774); Fogli di entrate ed uscite della Dominante, Terraferma, Dalmazia e Levante (1775); Bilancio entrata-uscita (1773).

Complessivamente pezzi 21 dal 1174 al 1784.

Cfr.: A. S. V.: Indice 132-II.


CONSERVATORI ED ESECUTORI ALLE LEGGI

Questo magistrato, composto di tre membri, detti «Conservatori ed esecutori delle leggi e ordini degli uffici di S. Marco e di Rialto», fu creato, nel 1553, col compito di eseguire e far osservare la legge del Maggior Consiglio, del 1537, sul foro veneto e tutte le altre fatte o da farsi in detta materia, nonché di annullare inappellabilmente, procedendo sia di ufficio che su querela e denunzia, quelle consuetudini e pratiche arbitrarie, che urtassero contro dette leggi. Dovevano riunirsi tre giorni per settimana e in caso di legittima mancanza erano sostituiti dai Consiglieri Inferiori.

In seguito, furono loro affidati i giudizi arbitrali fra parenti di stretto grado con esclusione dell'appello e la vigilanza sulle solennità delle cedole testamentarie e su altre leggi relative a testamenti.

Capitolari (con indici) (1399-1796), 5; Parti del Maggior Consiglio (1776 e 1780-1781), 1; Decreti del Senato (1612-1796), 3; Scritture al Senato (1771-1796), 6; Suppliche (1773-1797), 9; Suppliche e risposte (1751-1779), 5; Lettere (1646-1793), 23; Lettere del Magistrato ai Reggimenti (1614-1692), 9; Lettere dei Reggimenti al Magistrato (1564-1797), 211; Lettere dall'Estero (1604-1759), 1; Lettere di magistrati (1764-1772), 1; Lettere in materia di avvocati (1751), 3; Atti, sentenze, terminazioni, costituti, comandamenti, sequestri, sospensioni, ordini in forma, ecc. (1554-1797), 117; Scritture e domande in causa (1564-1797), 82; Scritture estragiudiziali (1656-1796), 5; Delegazioni di cause (1611-1760), 8; Esami, processi, attestati, deposizioni e querele (1610-1760), 8; Cause fiscali dei magistrati di Venezia e di T. F. (1713-1751), 1; Processo Agugiani di Padova (1780), 1; Raspe (1779-1782), 1; Intromissioni e vendite (1622-1666), 3; Divisioni (1642-1751), 1; Stime, perizie ed inventari (1610-1760), 4; Ricevute, costituiti, pagamento di doti e partite di cassa (1640-1766), 1; Module di spese (1581-1763), 6; Permessi per suffragi (1645-1689) e divieti di suffragi (1699-1708), 3; Fedi (1288-1797), 57; Elezioni di notai (1613-1615), Notai di Venezia e Dogado (1755-1797), del Bergamasco (1766), di Pordenone (1781), Privilegi notarili (1715-1767), Tariffe notai di T. F. (1765), Revisione dei notai di Venezia e di T. F. (1707-1796), Nuova regolazione dei notai di T.F. (1756), Carte di notai morti in Rialto (1695-1757), Carte di notai di Legnano (1752), Attestati di notai di Treviso (1741-1747), Revisione dei protocolli notarili (1741-1794), Mandati per protocolli notarili e protocolli consegnati (1759-1796), Note di testamenti (1713-1796), Note dei morti (1676-1724), Pubblicazione di testamenti (1675-1727), Testamenti e altre carte notarili (1568-1771), Sigilli notarili (1801), 63; Avvocati (1583-1797), sollecitatori (1725-1798), comandadori (1797-1798), 24; Informazioni dei magistrati ai Contradittori (1790-1795), 1; Estrazione di consiglieri ed arbitri (1700-1730), 1; Trasporti per le isole (1792-1797), 1; Carte della famiglia Cappello, 1; Carte della Comunità di S. Lorenzo, 1; Carte concernenti l'Archivio delle scritture di S. Marco (1632-1760), 1; Miscellanea, 9.

Complessivamente pezzi 677.

Cfr.: A. S, V.: Indice 91-II.


SOPRINTENDENTE AL SOMMARIO DELLE LEGGI COMPILAZIONE DELLE LEGGI

L'attività legislativa in seno alla Repubblica Veneta si svolgeva attraverso tre categorie di organi: quelli che avevano facoltà di proporre le leggi, quelli che avevano diritto di correggerle, quelli infine che avevano il dovere di invigilare alla loro osservanza.

Sotto il primo profilo aveva grande importanza il Doge, il quale poteva proporre, senza assenso della Signoria, qualsiasi disposizione legislativa e poteva perorare le sue proposte.

Tale potere di proposta, con alcune limitazioni, spettava anche ai tre Capi della Quarantia e ai Consiglieri ducali. Perché un Consigliere potesse presentare una proposta di legge doveva essere sostenuto da un certo numero di colleghi e da almeno un Capo della Quarantia e così pure i Capi della Quarantia dovevano essere d'accordo con la maggior parte dei Consiglieri.

Potevano proporre leggi anche i Savi grandi, che formavano la parte più importante del Collegio. Quello infatti di essi, che era di settimana, formulava le proposte di legge da presentare e discutere in Senato; a volte però un altro Savio poteva opporre un altro parere che, presentandosi a modificazione o a riforma del primo, era detto scontro. In tal caso tutte e due le proposte venivano messe in discussione.

All'infuori di questi organi nessun altro poteva portare un disegno di legge davanti ai corpi legislativi. Le magistrature, se richieste, potevano esporre i loro pareri con apposite scritture, sopra le quali la Signoria e il Collegio dei Savi, formavano le proposte delle leggi; in questo caso i magistrati consulenti potevano sostenere in pieno Consiglio le loro proposte.

Si noti però che nella discussione davanti al Maggior Consiglio ogni membro di questo, sorgendo a discutere la proposta, poteva presentarne anche una diversa. La quale, se avesse ottenuto i voti non sinceri, doveva essere presentata entro un certo termine, fissato volta per volta, al Maggior Consiglio dagli organi proponenti.

Le leggi, una volta formate, venivano trascritte in appositi libri e conservate negli archivi delle varie magistrature.

Curavano la loro conservazione sopratutto due Sopraintendenti al Sommario delle leggi, istituiti nel 1662 con l'incarico (prima affidato a magistrati straordinari di tempo in tempo e per certe materie) di ordinare per materia e per tempo tutte le deliberazioni della Repubblica, ricavandole dai registri e dalle filze degli Archivi generali della Cancelleria Ducale, della


Cancelleria Segreta, e del Consiglio dei X e da tutti i capitolari delle magistrature.

Nel 1784 la magistratura venne accresciuta di tre aggiunti con l'incarico di attendere alla riforma delle leggi criminali. Essi vennero soppressi nel 1796 e le loro attribuzioni passarono ai due Sopraintendenti.

Alle dipendenze dei Sopraintendenti al Sommario fu posto, nel 1767, il compilatore delle leggi e archivista, perché portasse a termine, sotto la sorveglianza di quelli, l'opera di compilazione di tutte le leggi della Repubblica, da qualunque Consiglio fossero state promulgate. Il primo fu il giurista Conte Marino Angeli al quale furono aggiunti due assistenti. Anche i tre aggiunti ricevettero alle loro dipendenze un compilatore che era coadiuvato da assistenti.

La compilazione doveva servire come lavoro preparatorio alla formazione dei codici. Il progetto del codice criminale fu approvato dal Senato nel 1785, quello del codice civile nel 1789 e quelli di altre leggi nel 1791. Ma di tutti questi fu portato a termine e messo in vigore solo quello della Marina mercantile.

Perché le leggi fossero in continuo contatto con la vita, senza però compiere integrali riforme, furono istituite varie magistrature di correttori; importantissimi fra gli altri i Correttori della promissione ducale di cui si è fatto altrove parola.

Compilazione leggi1, 383;

Copie di leggi civili e criminali, Sommari di leggi civili e criminali, Indici alfabetici per la formazione del codice civile e criminale, 58.

Complessivamente pezzi 441.

Cfr.: A. S. V.: Indice 225-II.



1 A. S. V.; Archivio di Stato di Venezia. - Quando la cifra araba è seguita dalla romana II, indica il numero che portano gli Indici degli archivi antichi; mentre quando è seguita dalla cifra romana I, indica il numero che portano gli Indici degli archivi moderni.

1 Comune I, 1232-1282; Comune I (altro esemplare con documenti meno antichi), 1244-1282; Comune II, 1248-1282; Fractus, 1240-1282; Luna-Zaneta-Pilosus, 1283-1299; Idem, idem, idem (copia in due registri); Magnus et Capricornus, 1299-1308; Idem, idem, idem (copia); Presbiter, 1308-1315; Idem, idem (copia); Clericus civicus, 1315-1318; Idem, idem (2 copie); Fronesis, 1318-1325; Idem, idem (copia); Spiritus, 1325-1349; Idem, idem (copia); Novella, 1350-1384; Idem, idem (copia); Leona, 1384-1415; Ursa, 1415-1454; Regina, 1455-1479; Stella, 1480-1502; Deda, 1503-1521; Diana, 1522-1536; Novus, 1537-1551; Rocca, 1552-1565; Angelus, 1566-1574; Idem, 1566-1577 (altro esemplare); Frigerius, 1577-1588; Surianus, 1588-1600; Vicus, 1601-1606; Antelmus, 1607-1616; Arcangelus, 1617-1624; Ottobonus primus, 1625-1630; Ottobonus filius, 1625-1630; Padavinus, 1631-1639; Marcus, 1640-1647; Vianolus, 1648-1657; Ballarinus pater, 1658-1669; Ballarinus filius, 1670-1686; Maria, 1687-1696; Busenellus, 1697-1704; Vincenti, 1705-1716; Victoria, 1717-1722; Cecilia, 1723-1731; Ioannes, 1732-1747; Bartolinus, 1748-1761; Colombo, 1762-1779; Gabriel, 1780-1793.

1 Formavano questa magistratura i Capi del Consiglio dei X, due Consiglieri, un Inquisitore e i Provveditori sopra le artiglierie.

1 Nel 1812 l'Archivio degli Inquisitori di Stato subì uno scarto che lo smembrò completamente.

1 Dalla classe dei cittadini originari si traevano i segretari del Senato e del Consiglio dei X, ai quali spettava, secondo i gradi, il titolo di fedelissimo o di circospetto.

1

Questa magistratura e le altre, che seguono, non rientrano, ad esser precisi, tra gli organi costituzionali, ma se ne tratta qui per affinità di materia.

1 Le leggi qui raccolte sono divise per materia e offrono una utile guida, però non sempre precisa, agli studiosi.